Michele, il sarto del Toro: “L’Europa che emozione sarebbe... A Buongiorno chiedo di non lasciarci”

10.04.2024 13:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: La Stampa
Tifosi del Toro
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Tifosi del Toro
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Michele Dell’Aquila, il decano dei sarti torinesi è abbonato al Torino da una vita, apre le porte del suo piccolo museo granata di piazza Barcellona: oltre settant’anni di cimeli e ricordi. “Il mio maestro mi mandò a casa: vammi a prendere... non ricordo cosa. E passando dal bar la radio era accesa: il Grande Torino, la tragedia, i giocatori morti, tutti. Avevo quasi dodici anni, quella voce me la sento ancora addosso...e da quel momento, addosso, mi sento il mio Toro. Diventai uomo” così racconta a La Stampa. Per un anno, il signor Michele è stato di casa al Filadelfia: c’era da prendere le misure ai giocatori del Toro: “Era la stagione del Covid e mi hanno contattato per dare una mano: ricordo la simpatia di Ansaldi, Rincon che chiedeva di allargare i pantaloni, l’atmosfera del Fila...”.

“L’Europa che emozione sarebbe... Sogno di seguire la squadra di nuovo in Europa: nell’80 per andare in Svizzera mi feci un abito di velluto e lo conservo, per me è speciale: me lo sono fatto da solo quando con mio cugino e un amico siamo andati in Svizzera per tifare. C’era la coppa (terzo turno di Coppa Uefa contro il il Grasshoppers), mi sono messo un vestito granata con il Toro d’oro, era d’oro”. E poi: “Mi piacerebbe organizzare una trasferta in Europa, chissà...al Grande Torino non mi perdo una partita, lontano mi metterei in viaggio solo per un appuntamento storico”.

L’addio in silenzio di Belotti lo ha ferito “Se ne è andato così, senza spiegarci niente. Eppure, lo abbiamo amato: quando disse all’arbitro che non era rigore l’avrei abbracciato. Noi siamo quella cosa lì...”. E su Buongiorno: “Ad Alessandro dico di non lasciarci, di dare forza a quel filo che ci lega alla nostra tradizione: è uno di noi, un esempio per i ragazzi...”.