Lettere alla redazione, tre dimensioni da recuperare
È certo che uno tra i più grandi difetti, ormai temo reso cancrena, del tifoso Granata sia quell'anelito di scontentezza cronica, incurabile e che ganglia le sinapsi a tal punto da creare sempre meno divertenti commenti alla situazione. C'è sempre una situazione, intesa stavolta come problema, per il quale vi sia almeno uno tra essi a volerne regolare lo scenario, sicuramente per essi negativo sempre a tal punto da adombrare ogni positiva realtà che invece è tale. Ventura è uomo coriaceo e scafato ma anche scavato da questo persistente atto demolitore che, ironico, è spessissimo opera di tifosa mentis. Ora, avulso da schema di parte, credo ma sostengo che iniziare una lettera con la frase poco aulica "non vorrei aprire una polemica" è l'esatta grammaticale icona di ciò che appunto sostengo. C'è poca saggezza in quella lettera e c'è confusione corale tra noi. Io, togliendo i subito eventuali storpi dubbi, sono un tifoso Granata generazionale. Uno tra coloro che nacque con la stella polare di quel colore. Uno come altri che non va allo stadio seguendo mode, cori, sciarpe e orpelli che gridino alle strade che lo sono. Non mi serve. Lo sono. Però ho fastidio, ormai invecchiando, nel constatare quale facilità dia questo Demos Elettronico qual'è il web sia, per qul tipo di tifoso tutto bimbi e sciarpa, la possibilità di sproloquiare inutile abbaiando mancanze addirittura dovute a mancanza di sensibilità dei giocatori verso i di lui pargoli. Loro, ne stia certo, non si tediano per tali da lei fastidi perchè i bimbi non vedono malizie negli atteggiamenti e nei fatti. Loro stanno ai fatti e se li fanno bastare senza farne tema, confronto, fastidio. Spesso, oggi, siamo così difficili che possiamo rimanere con i nostri figli in braccio ciattando (la parola è corretta con la "i" qual licenza italica che è per me fondamentale) su uattsapp (idem) ma poi magari abbiamo rimostri da fare a un Alessio Cerci da Valmontone (io i nomi li faccio) perchè ritenuto insensibile al bambin-chiedente. Suvvia, amici di F
ede, siamo seri. Diamoci pace. Sugli spalti Maratonici è orda ormai di impiegati sciarpati sbavanti richiami al cielo, avvocati da denuncia penale per emessa bestemmia, padri con prole inneggianti l'omicidio o il serio danno profuso dai Nostri alle gambe altrui, mamme voraci pronte a lanciare invettive perforanti che nemmeno il metallico Goldrake oserebbe. Siamo quasi delle macchiette. Oggi, giorno triste per l'addio ad un amico di tutti che ha creato con altri ciò che chiamiamo La Gente, mi tocca leggere lettere come quella è ancora con aspro in bocca e metallo tra i denti che v'è tra noi chi non astiene al silenzio solo perchè ha voglia di "dire-la-sua". Attenti, se avete letto con la dovuta attenzione, non potrete di certo attribuirmi un partitismo verso cosa va fatto e cosa no. Non mi permetto. Ma visto spesso "chi-dice-la-sua" lo fa anche a sproposito, stavolta dico io. È lo dico sereno perchè a me la morale non me la fate. Ma io la faccio a voi eccome e ne ho diritti e doveri. Ho letto ogni cosa e tutte negative come se chi scrive sul web "alla redazione" la sua bella letterina lo faccia solo se in cor suo e in sua mente abbia sentimenti tali, poco propositivi e disfattivamente odorosi di catrame. Forse perchè chi scrive cose tendenti al negativo colloquio abbia livori suoi generali o chissà che altro ma la tendenza tafazzistica è tale. Quindi, una lettera positiva e aperta ci sta. Purtroppo solo una, questa ma chissà che non spinta altri a fare medesimo atto dovuto. A chi? A chi ha lavorato per darvi una squadra che è quarta seppur dopo un primo tempo da ritrovare. A un allenatore lui si Top Player che ha saputo coordinare gambe e soprattutto teste all'unisono, cosa che altri incravattatissimi o i pretonici in tute che fanno tanto trainer non hanno saputo fare. Ai giocatori che stanno facendo un lavoro, ben obolato è chiaro ma che sono scesi a compromessi con loro stessi pur di ingoiare la Maratona tutta d'un fiato, cosa questa da stomaco forti perchè la Maratona è un piatto bellissimo a ve
dersi, il più bello e il più pesante da digerire come è giusto sia per l'altissima cucina. Ecco, questa lettera è schiaffo in volto alla negatività imperante e ricco abbraccio al positivismo cosmico, molto più cosmico di quel di prima tafazzismo che ha stufato, è demodè, è antico e non aiuta più nessun "ambiente" che invece vuole stare tra le grandi che poi, ste grandi, un tempo ci guardarono dal basso a lungo. Siamo seri, facciamo gli adulti, quelli veri. Lasciamo la sciarpa a casa prima di venire allo stadio e proverete la sensazione di essere e non di apparire. Essere Granata è un concetto tridimensionale. Potessi ancora chiedere a Joe cosa vuol dire ve lo riporterei qui ma non posso più, maledizione. Tre dimensioni distinte e complementari, una al servizio dell'altra e tutte all'unisono come la tromba di Bolmida. Basta suonare ognuno la sua nota che poi spesso siete pure tristemente stonati e imbarazzanti. Tre dimensioni. Essere, esserci, diventare.
Ciao Fratelli.
Ciao Joe.
Benedetto