Lettere alla redazione, le perle di saggezza di De Luna...

Un tifoso granata chiede spiegazioni su certe frasi rilasciate dallo storico Giovanni De Luna (juventino) a La Stampa
23.10.2012 17:38 di  Marina Beccuti   vedi letture
Lettere alla redazione, le perle di saggezza di De Luna...
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gentile Redazione,

sono un vostro affezionato lettore che oggi si è soffermato un bel po’ a pagina 43 della Stampa sull’articolo che ha raccolto le opinioni del Professor De Luna intitolato “Un’integrazione mal fatta rende razzisti i figli degli immigrati”.

Lasciando perdere gli attimi di follia più o meno lucida che sono seguiti sulla bocca di tutti e su ogni giornale per il pezzo di Gian Piero Amandola, io ho letto e riletto mille volte l’articolo di De Luna senza trovare una spiegazione che mi piacesse.

Il Professore parla in modo logico seguendo il filo del suo discorso, ma alla domanda se l’essere bianconeri fa la differenza, De Luna nomina le curve granata dicendo che sono popolate da una piccola borghesia un po’ malinconica.
Qui iniziano a vorticare i miei pensieri (e non solo quelli se mi concedete): io vorrei chiedere al Professore se è mai stato in una curva del Toro. Sono abbonato in Maratona quest’anno e seguo il Toro da ormai una dozzina d’anni e proprio per questo non riesco a capire quell’aggettivo: piccola. Passi la malinconia, io non ho mai visto vincere nulla al Toro, in compenso ho pianto alcune volte e ho sopportato –e sopporto- tutti i momenti negativi della squadra, e anche se continuo a bearmi delle gioie dell’essere granata, sono un po’ malinconico anche io. Ma la borghesia granata perché deve essere piccola? Qual è la corretta interpretazione di questo aggettivo? Non mi trovo d’accordo sul fatto che i tifosi granata siano una borghesia, ma nel contesto dell’articolo non mi ha dato alcun problema, è il piccola che continua a stridermi nelle orecchie da quando ho letto l’articolo. Questa è la mia prima considerazione.

La seconda cosa che vorrei far notare è l’ultima risposta che il Professore dà alla giornalista che lo intervista: le tifoserie del Toro sono state l’anima torinese del “non si affitta ai meridionali”. Qui mi viene da pensare che la nostra piccola borghesia in effetti è sempre stata promotrice, e addirittura anima, del non si affitta ai meridionali; le famiglie Agnelli e Christallin invece erano a mangiare pasta e fagioli al Lingotto con gli operai, tutti di ovvia discendenza scandinava.

Ma poi la perla: dalla nostra tifoseria granata ci si aspetterebbe più slogan razzisti! Qui ho letto e riletto prima tutto l’articolo e poi la risposta incriminata perché davvero non riesco a capire.

Ricapitolando: dalla tifoseria del Toro, essendo fatta da una piccola borghesia un po’ (che gentilezza questo un po’) malinconica frequentante la Maratona e la Primavera, anima del non si affitta ai meridionali, ci si aspetterebbe più cori razzisti.

Questo è stato quel che ho capito.
I tifosi della squadra di Torino che non porta il nome della città hanno insultato e cantato cori razzisti contro i tifosi partenopei. Il professor De Luna dice che questi tifosi sono frutto di una cattiva qualità dell’integrazione.
Tira in mezzo i tifosi del Toro dicendo che da loro ci si aspetterebbe qualche coro razzista in più per ovvi motivi storici.

Prova infine a salvarsi in zona Cesarini chiudendo con un: In ogni caso la beceraggine degli slogan è difficile da definire in modo univoco.

Mi spiace ma non mi basta! I tifosi del Toro con tutto ciò non centravano proprio nulla, dovevano restarne fuori!

La curva granata che frequento io non è popolata solo da piemontesi, io mi diverto a urlare i cori di sfottò verso gli avversari e tante volte non sono proprio cori amichevoli. Ma è il bello del calcio, in più c’è la magia del Toro; siamo tutti uguali, felici e sì, un po’ malinconici.

Non credo che (non sapete quanto mi costi dirlo) i tifosi della squadra di Torino che non porta il nome della città siano peggiori di noi granata... ma credo siano semplicemente il riflesso della società che supportano.

Scusatemi lo sfogo, ma non sono riuscito a starmene zitto.

E probabilmente, avendo vissuto il mio quarto d’ora granata durante la stesura di questa mail, sono stato fazioso. Ma di questo non posso scusarmi.
Il Toro non è solo una squadra o una fede, è uno stile di vita.

FORZA TORO!

Luca Reano