La Grande Illusione

Di Walter Panero
28.10.2017 17:12 di  Redazione TG   vedi letture
La Grande Illusione
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“Questo Toro è uno dei più forti degli ultimi venti, trenta, quarant'anni anni” sentenziò il Presidentissimo una sera di inizio settembre, quando quello che era stato universalmente (o quasi) ritenuto il miglior mercato del suo “mandato” che aveva appena festeggiato dodici anni di vita si era da poco concluso.

“Questo Toro è uno dei più forti degli ultimi venti, trenta, quarant'anni anni” iniziarono a ripetere da quella sera le TV a reti unificate e la gran parte delle testate giornalistiche specializzate e non.

“Questo Toro è uno dei più forti degli ultimi venti, trenta, quarant'anni anni...quest'anno l'Europa non potrà sfuggirci” divenne in breve il tormentone di fine estate. Lo vedevi scritto nei gruppi di tifosi su facebook e sulle bacheche di migliaia di persone, tra lo scrosciare di applausi, le richieste ai critici ed agli scettici di scusarsi col Presidente, e l'entusiasmo generale crescente. Lo sentivi ripetere come un mantra allo stadio e nei bar, anche da persone che fino al giorno prima di Toro non si erano mai interessate gran che. Però lo aveva detto la Tv, lo aveva scritto il giornale, lo ribadivano TUTTI gli addetti ai lavori, quindi NON POTEVA non essere vero.

Dubbi? Pochissimi. Chi, sotto voce, quasi con vergogna, cercava di far notare che solo venticinque anni prima il Toro schierava gente come Martin Vazquez (strappato al Real Madrid, non all'Osasuna), Scifo e Lentini. E poi Francescoli (ex River, vincitore di tre Coppe America), Abedì Pelè e Angloma (campioni d'Europa con l'O.M.) veniva messo a tacere dagli strepiti vagamente isterici della stragrande maggioranza dei tifosi, arciconvinti che la rosa fosse fortissima. 

E pazienza se qualcuno qua e là (i soliti cercatori di peli nelle uova), mantenendo un minimo di senso critico, evidenziava alcune note dolenti (irrilevanti, per carità). Nonostante un corposo tesoretto a disposizione derivante dalle cessioni illustri dell'estate 2016, non si era preso un vero e proprio sostituto del Gallo. Molti di quelli che erano raccontati come dei grandi acquisti rappresentavano in realtà delle vere e proprie scommesse: a cominciare da una difesa rappresentata da N'Koulu, Lyanko e Bonifazi (zero minuti di A in tre), per passare ad un centrocampo con due soli giocatori affidabili (Baselli e Rincon) e per il resto composto da mezzi giocatori, sia nel senso di mezzi rotti sia nel senso di mezzi (o totalmente) scarsi, fino ad arrivare ad un attacco imperniato sul Gallo e per il resto formato da giocatori incostanti (Ljajic, Iago, Boye), da incognite (Berenguer) sempre fortissime per qualcuno che forse non le aveva mai viste giocare, e da presunti fenomeni (Niang). Il tutto condito dal solito colpo di fine mercato, ma in uscita però.

 “Berenguer e Lyanko sono due fenomeni e li abbiamo soffiati al Napoli e ai gobbi!”.

“Niang è fortissimo e può giocare anche da prima punta!”.

“Ansaldi si dimostrerà più forte di Zappacosta!”.

“Non siete mai contenti!”

“Bisogna aver fiducia nel presidente che stavolta ha fatto le cose in grande alla facciazza vostra (sottinteso: di maicuntent)! Ha tenuto il Gallo e tutti i migliori (beh proprio tutti no!). Ha venduto giocatori che non servivano, ha colmato tutte le lacune, e, magicamente, è pure riuscito a guadagnarci! (il famoso scudetto del bilancio!)”

Erano queste le frasi più gettonate.

Il tutto condito con i soliti ever green: “Siete gobbi”, “siete in malafede”, “non capite nulla di calcio”. Quest'ultima frase corredata dall'altrettanto classico: “tutti gli addetti ai lavori dicono che....” e via con l'esaltazione del mercato “sontuoso”.

Già. Peccato che poi il campo, dopo un inizio discreto, abbia cominciato a dire altro: al di là dell'infortunio del Gallo ci si è presto resi conto che le cose non andavano come tutti pensavano e speravano. E che nel Toro più forte degli ultimi venti, trenta, quarant'anni, a ben vedere, la coperta a centrocampo era un po' corta (a causa degli infortuni “imprevisti ed imprevedibili” di Obi e di Acquah), che Sadiq non solo non è un degno sostituto del centravanti della Nazionale ma che forse avrebbe qualche difficoltà persino in un club serie B, che Niang non è quello che si sperava, che la difesa....insomma che quello che era stato venduto come oro non somigliava neppure al ferro.  Pochi punti, sconfitte umilianti, pareggi raffazzonati, vittorie fortunose, e sempre o quasi prestazioni scellerate.

Ma per fortuna c'è un unico e solo colpevole: l'allenatore. Il Serbo (asino? Caprone? Usurpatore?) che si è rivelato capace solo a parlare bene (ma neppure troppo) in conferenza stampa e poco ad allenare questa squadra che tutti sapevano fortissima. Quello delle scelte tattiche scellerate. Quello dei cambi mai azzeccati. Il tremendo “gaffeur” seriale Sinisa Mihajlovic. Adesso sono tutti concordi (sempre a reti e testate unificate) nell'identificare nel Serbo l'unico colpevole di questo sfascio. D'altra parte il ragionamento è assai semplice e lineare, quasi elementare: se questa è la rosa più forte degli ultimi venti, trenta, quarant'anni (e senza dubbio lo è, lo hanno detto TUTTI) e le cose non funzionano a dovere la colpa non può che essere dell'allenatore non in grado di gestirla. Per taluni neppure di costruirla (ma non era fortissima? Boh, non poniamoci troppe domande). In ogni caso sono tutte questioni poco importanti: l'unico colpevole dello sfascio per gli addetti ai lavori, e quindi per la piazza, è lui. Sarà evidentemente sufficiente un suo allontanamento per vedere nuovamente il sole risplendere.

Il suo esonero sembra ormai imminente, e lo ritengo non solo giusto, ma scontato perché il calcio è così e perché i suoi errori sono stati in effetti clamorosi. Primo tra essi quello di avvallare in tutto e per tutto la campagna acquisti estiva e unirsi al coro di coloro che consideravano fortissima questa squadra.

Ma siamo sicuri che quella di allontanare Sinisa sia davvero la panacea di tutti i mali?

Siamo sicuri che, una volta cacciato il Serbo (che verrà sostituito, ovviamente, da un allenatore libero e dall'ingaggio non pretenzioso), Sirigu tornerà magicamente ad essere il portiere in odore di Nazionale di qualche anno fa (prima che il PSG lo mettesse fuori squadra)? Che De Silvestri ed Ansaldi si trasformeranno in fenomeni (per non parlare degli altri difensori)? Che potremmo finalmente cambiare modulo e schierare tre centrocampisti abbandonando lo scellerato centrocampo a due(quali centrocampisti? Non si capisce bene, ma in fondo che importa...)? Che Iago, Ljajic e Niang torneranno ad essere dei fenomeni di continuità? Che Sadiq capirà finalmente di essere un giocatore di calcio e non un mezzofondista?

Stando a quanto si sente e si legge in questi giorni, evidentemente sì.

Io mi tengo qualche dubbio, gli stessi che avevo in estate. Ma non preoccupatevi: sono i dubbi del solito maicuntent, disfattista, gufo e ignorante di calcio. E come tali lasciano il tempo che trovano. 

Sono certo peraltro che molti di voi hanno già gli occhi rivolti al futuro. Ammesso e non concesso che quella in corso sia l'ennesima stagione buttata via (i conti comunque si fanno alla fine, via il Serbo...) abbiamo la fortuna di poter pensare con largo anticipo (un po' tanto largo, ma va beh) alla prossima stagione. Potremo fin d'ora concentrarci sul prossimo mercato, che finalmente non sarà più gestito dallo sciagurato serbo ma da qualcuno che capisca veramente di calcio.

Ormai è certo: sarà quello il miglior mercato di sempre, altro che lo scorso! Il nostro Presidente ci racconterà di aver costruito il Toro più forte dai tempi dei dinosauri e noi gli andremo dietro.

E  saranno sorrisi. E saranno selfies a raffica con i nuovi fenomeni. E saranno applausi. E sarà entusiasmo alle stelle fin dal ritiro estivo.

Alla faccia dei criticoni e dei rosiconi, sempre più in minoranza.

Verso nuovi traguardi: rigorosamente economici, che altro? Vuoi mettere lo “scudetto del bilancio” con qualche banale soddisfazione sportiva?

E se le cose dal punto di vista sportivo dovessero andare male, pazienza. Si troverebbe comunque qualche nuovo capro espiatorio (magari gli stessi tifosi che invece di criticare dovrebbero pensare solo ad abbonarsi ed a tifare)

E poi scusate: noi siamo del Toro, mica possiamo pensare di vincere qualcosa (Gli Invincibili? Un dettaglio della storia, che appartiene comunque ad un lontano passato)? Chi vuol vincere è meglio che se ne vada a Venaria! O che se ne stia zitto per sempre.

Zitto. Di fronte ad un futuro luminoso e fatto di nuove stagioni dense di grandi soddisfazioni.

Stagioni iniziate tra squilli di tromba a settembre, e finite male già in inverno (o, come quest'anno, in autunno: per colpa del Serbo, naturalmente!).

Ma la prossima, la prossima sarà sempre e senza dubbio la stagione buona!

Che figo! Che soddisfazione! Che gioia (che fa rima ma nulla c'entra con la noia, non sia mai...)!

Evviva.

Applausi.

Per chi ancora vuole crederci.