Il mio quattro maggio
Ogni anno le stesse emozioni, quelle che si tramandano di padre in figlio, ciascuno con i suoi ricordi. Perchè chi visse quelle ore di tragedia non le ha mai più dimenticate. Pochi mesi mio padre ha raggiunto gli Invincibili, dei quali era un accanito tifoso, lui ragazzo giovane a quell'epoca che, ad ogni momento libero della sua giornata, non mancava di seguire, dagli allenamenti al Fila alle partite. Quest'anno me lo immagino in un campo virtuale a vederli ancora giocare, in una vita senza tempo e senza fine. I sogni aiutano ad attutire il dolore, perchè si pensa sempre a qualcosa di immaginario dopo la vita e così è successo per quei ragazzi giovani e fieri, che salutarono la loro esperienza terrena senza nemmeno accorgersene. Montanelli scrisse parole bellissime e d'effetto, non disturbarli perchè erano solo andati in trasferta. Così è bello pensare di tutti coloro che ci lasciano. Mio padre era un tipo di poche parole e piuttosto burbero, non ha mai scritto lettere, ma di lui conservo un biglietto con la formazione del Grande Torino, scritto di suo pugno. Per questo vorrei dedicare questo quattro maggio a tutti coloro che hanno un padre lassù che ha raggiunto i propri eroi, che oggi, in particolare, sono lì ad omaggiare i loro campioni, che sono rimasti giovani ed immortali.
M. B.