I belli del calcio. Le parate di Lido Vieri fecero impazzire le fanciulle dell'epoca
Chi è nato negli anni sessanta e ha avuto genitori tifosi del Toro, può ricordare sicuramente gli occhi languidi delle proprie madri quando vedevano parare un certo Lido Vieri. I padri invece facevano spesso delle battute, tipo che il bel Lido a volte si distraeva durante gli allenamenti al Filadelfia perchè richiamato da alcune giovani figliole mentre era nella sua mitica porta.
Vieri non ha nessuna parentela con Cristian, se non che anche lui è toscano di Piombino, dov'è nato il 16 luglio del 1939. Bello ancora da anziano, a ricordare il suo passato di atleta, bravo e bellissimo. Sì, perchè Vieri è rimasto nell'immaginario granata come uno dei più grandi portieri della sua storia, ma anche come uno dei più bei ragazzi passati in maglia granata.
Lido, perchè per lui parla solo il nome, che vive ancora a Torino, dov'è rimasto una vita, da che arrivò nelle giovanili granata nel lontano '54, per poi rimanere nel capoluogo piemontese anche dopo l'attività agonistica, per fare l'allenatore. Divorziato dalla prima moglie, con la quale ha avuto due figli, Vieri ha poi trovato una nuova compagna, una signora calabrese migrata nella città sabauda.
Dopo essersi fatto un anno al Vigevano, Vieri tornò in granata e vi rimase nel periodo 1958-1969, in cui collezionò 275 partite, subendo 282 gol.
Passò all'Inter nel periodo 1969-1976, 140 presenze e 111 gol presi, per poi chiudere la carriera calcistica alla Pistoiese nel periodo 1976-1980, 63 match e 32 reti subite.
Tornò al Torino come vice allenatore nel 1989, e vi rimase fino al 2004, lavorando in prevalenza come preparatore dei portieri, ma tornando in panchina a necessità, quando c'era da sostituire qualche tecnico esonerato.
Nel 2005, dopo il fallimento di Cimminelli, passò un breve periodo alla Fiorentina, per poi andare al Pontassieve dove chiuse la sua carriera da allenatore nel 2006.
Lido Vieri rimane uno dei più grandi giocatori della storia granata, un vero cuore Toro, con una vaga somiglianza con Raf Vallone (anch'egli giocatore granata prima di intraprendere la strada del cinema), che fece impazzire le donne della sua generazione, che ancora adesso lo sognano come uno dei più bei giocatori della storia di tutti i tempi del Torino.