Fusi al Museo del Toro: “Anche Buongiorno merita di alzare un trofeo”
Con una cerimonia al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata tenutasi ieri sera Luca Fusi, il capitano del Torino che nel 1994 vinse la Coppa Italia, l’ultimo trofeo conquistato dai granata, è entrato a pieno diritto nella Hall of Fame granata. Lui che nei quattro anni di militanza nel Toro, dal 1990 al ’94, è stato un giocatore che si è distinto per intelligenza ed eccezionale eclettismo tattico, uomo che sapeva apportare equilibrio all’interno dello spogliatoio, un allenatore in campo per Mondonico e un volto pulito e vincente per i tifosi. Mediano oppure libero a seconda delle esigenze, della partita o durante la gara stessa, come ricorda Tuttosport.
A Fusi il Museo del Toro ha dedicato anche una mostra temporanea amorevolmente curata come sempre dal direttore Muliari, mostra che sarà visibile fino al 17 marzo 2024. L’emozione più grande provata da Luca in maglia granata non è stata né la doppia finale con l’Ajax di Coppa Uefa e neppure la vittoria della Coppa Italia ma “Superga. Aver letto i nomi alla lapide da capitano, il 4 maggio. Questo è il Toro, per me, nel significato più alto, poetico, profondo. Lassù sul colle. Vincere una partita, per quanto importante, non trasmette la stessa emozione indimenticabile. Perché solo a Superga si respira l’essenza immortale del Toro”.
Ha anche ricordato: “Ai miei tempi gli allenamenti erano aperti a tutti – ha detto Fusi - e anche grazie all’incitamento quotidiano dei tifosi siamo riusciti a unirci di più come gruppo e a sentire dentro di noi il Toro, sino in fondo. Solo così puoi ottenere grandi risultati: se c’è questa partecipazione corale ed emozionale”. Ecco perché anche Fusi è un sostenitore del trasferimento al Filadelfia del museo, da anni ospitato a Villa Claretta Assandri in via G.B. La Salle 87 a Grugliasco, comune in provincia di Torino.
Sul Torino attuale Luca Fusi ha detto: “Ora serve continuità di risultati: così si può lottare per andare in Europa”. E su Alessandro Buongiorno: “Anche lui merita di alzare un trofeo. La sua scelta di restare nel Toro è idealmente degna dei nostri tempi Cairo non venda né lui né gli altri gioielli: questa squadra ha un futuro”.