Sorrentino promuove Sirigu e studia da direttore sportivo: "Non mi sento pronto per allenare"

13.05.2020 16:28 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Sorrentino promuove Sirigu e studia da direttore sportivo: "Non mi sento pronto per allenare"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Stefano Sorrentino, che ha lasciato il calcio da pochi mesi, adesso sta studiando da direttore sportivo, mentre prima della sosta si dilettava a fare l'attaccante nella squadra ligure del Cervo, allenata da suo padre.

"Ho iniziato il corso da direttore sportivo a Coverciano: questi mesi mi sono serviti per capire molte cose. Non mi sento pronto e non è nelle mie corde fare l’allenatore e quindi mi piace molto di più un ruolo dirigenziale. Il mio agente Federico Pastorello ha sempre detto che gli servirebbe un supporto, un collaboratore, e questi mesi mi sarebbero serviti per capire meglio cosa fare. Se una o l’altra cosa. Per il direttore sportivo è già complicato perché c’è bisogno di qualcuno che ti dia fiducia. Sono stato a contatto con miei ex ds per vedere come si muovono e anche con Pastorello ho lavorato per capire come si sta dall’altra parte", ha rivelato a www.fanpage.it.

Tra i portieri più forti che ci sono in Italia spetta di diritto una posizione al numero uno granata, la squadra che gli è rimasta nel cuore: "Troppo facile dire Handanovic e Szczesny che sono tra i migliori al mondo e ti portano una buona quantità d punti durante l’anno. Negli ultimi due anni il portiere con il rendimento migliore secondo me è stato Sirigu del Torino per distacco, Donnarumma sta facendo bene, Gollini dell’Atalanta è un ottimo portiere. Mi piacciono molto Silvestri del Verona e Sepe del Parma stanno venendo su bene e Musso è un prospetto che mi piace molto".

Sulla situazione attuale del calcio, Sorrentino vorrebbe vedere finire il campionato, ma con la massima sicurezza: "Sono dell’idea che i campionati vanno finiti per tanti motivi. In primis per il rispetto della gente, dei tifosi, degli appassionati e degli amanti di questo sport; chiaramente alla base di tutto la ripartenza deve essere fatta nel momento in cui non ci sono più contagi o non ci sono più problematiche perché sarebbe molto peggio fermarsi se qualche giocatore dovesse risultare positivo. Bisogna spostare tutto, dalla fine dei tornei alla chiusura dei bilanci. È vero che l’azienda calcio è la terza in Italia e come tale deve ripartire. È giusto ripartire, naturalmente in sicurezza”.