Nocerino: "Io doppio ex, ma mica tanto. Perché al Toro non ho inciso"
Intervistato dai colleghi di TMW, nell'ambito della rubrica "A tu per tu con...", guarda verso la gara di stasera Antonio Nocerino, centrocampista di sostanza che, a cavallo tra fine 2000 e primi 2010, ha vissuto le proprie migliori stagioni in carriera, tra Palermo e Milan, entrando anche nel giro della Nazionale, per poi incappare in un declino che lo ha visto passare, ancorché brevemente e senza incidere, anche dal Toro: “Con il Milan è stato amore a prima vista. Se ancora oggi, quando vado nella sede rossonera, con i dipendenti ci salutiamo con grande affetto, è perché ho lasciato un buon ricordo. Innnzitutto dal punto di vista umano. Io doppio ex? Sì, ma mica tanto...perché in granata non ho potuto lasciare il segno.
Amo Palermo, non sarei mai andato via. Amo la gente, la città. Se insieme alla mia famiglia avessimo scelto di vivere in Italia, sarei andato anche gratis, a giocare in Serie D. Al Milan sono stato benissimo dal primo giorno, ho incontrato gente di qualità sopra la media. Tutto top, davvero. Infatti ci siamo subito innamorati di quell'ambiente. Lì la gente ha visto che persona sono, e questo mi rende orgoglioso. Quando vado nella sede del Milan la gente mi abbraccia, è contenta di vedermi. Bello così, umanamente ho lasciato tanto.
A Torino, per varie vicissitudini, non ho potuto lasciare il segno. Ho avuto dei problemi con l’allenatore (prima metà del 2014/15, Ventura in carica, ndr). Mi è dispiaciuto, anche perché mi avevano voluto lui e il suo secondo. Sicuramente ho le mie colpe, come lui le sue. Però sulle persone difficilmente mi sbaglio, per me l’aspetto umano è fondamentale. Non ho mai guardato i soldi, il contratto. Ho sempre cercato di andare dove mi volevano. Quella volta ho sbagliato. Peccato, davvero. Perché io come carattere mi avvicino tanto al Toro. Lo sfogo social di Pellissier? Non è il primo, e non sarà l’ultimo. Pellissier ha avuto il coraggio di dire quello che ha vissuto.
I granata sono partiti meglio rispetto al Milan, ma in questo momento sono due squadre che vengono da un periodo di difficoltà. Sarà una partita combattuta. Il Milan è un cantiere aperto. L’allenatore ha bisogno di tempo come tutti i tecnici che propongono un’idea di gioco. Guardate la Juve, non gioca come giocava il Napoli. Ci vorrà un po’ di tempo, per Giampaolo come per Sarri, e per gli altri allenatori che insegnano calcio. Però ho visto il derby, e a volte dove non arrivi con la tecnica devi arrivare con cuore, testa e voglia. Nel derby non ho visto il Milan con il fuoco dentro.
Continuare a giocare? Intanto ho preso il patentino UEFA B. Spero di trovare qualcosa in America, vorrei giocare ancora un anno. In Italia? Non mi ci vedo più. Forse sarò fatto male io, ma non vedo più l’aspetto umano prima dell’interesse. Oggi vedo tanto interesse e poco aspetto umano. Spero di trovare qualcosa in giro per il mondo. Poi mi piacerebbe allenare i giovani, e aiutarli a crescere con i miei pregi e difetti”.