Manninger: "Tornare nel calcio? Non lo escludo, ma..."
Al Toro nella seconda metà dell'ormai lontano 2002/03, con un ruolino in granata che ammonta a tre presenze e cinque reti subite, l'ex-portiere austriaco Alex Manninger, oggi quarantaquattrenne, ha parlato ad ampio raggio ai microfoni di TMW:
"Faccio un po' di tutto, al contrario del mio periodo da calciatore. Durante la carriera, del resto, c'era poco tempo per fare quello che forse in una vita normale va fatto: per cui godersi i weekend con la famiglia, costruire la casa, e trovarsi un lavoro per i prossimi vent'anni, perché arriverai al momento in cui devi fare qualcosa dopo il calcio. In carriera hai la vita programmata, non puoi decidere nulla: né il weekend, né le vacanze. Ho avuto la fortuna di chiudere la mia a 40 anni: me ne sono rimasti altri 40 per fare qualcosa d'altro, e quindi cerco di fare qualcosa che dia un senso. Per ora, sono tornato al primo amore: sapeva che facevo il falegname, prima di diventare calciatore?
Ovviamente facciamo una cosa più in grande, perché a fare solo il falegname fai poca strada. Ma questa esperienza e le conoscenze acquisite mi hanno permesso di occuparmi di arredamenti, costruzioni. Ho creato un network con i professionisti, che sono falegnami, muratori, giardinieri. Mi consulto con gli architetti. In pratica se uno ha un terreno o una casa da ristrutturare, quindi con mobili nuovi e finestre nuove, ci sono io a occuparmene. È un lavoro che mi piace tanto.
Tornare nel mondo del calcio? Non dico di no, ma il calcio è cambiato. Magari tornerò, ma non in un ruolo di campo. Mi vedo più dietro, in ruolo magari organizzativo. Sono molto vicino ai ragazzi della Red Bull Salisburgo, e vedo come funziona. Ma ancora non c'è nulla che mi abbia stuzzicato al punto tale da tornare. Lascio comunque la porta aperta, perché in fondo il calcio è stato la mia vita.
Buffon ancora in attività? Non sono affatto sorpreso. Dava tutto nel calcio, tutta la sua vita e si vede. Gli auguro di poter continuare ancora a lungo, ma so che non è semplice perché il corpo soffre a quell'età. Gigi comunque sa gestirsi. Donnarumma sicuramente ha i mezzi per diventare il numero uno. È ancora giovane, ha tanto da fare. Non è ancora al livello di Buffon, ma può arrivarci.
Essere stato allenato da gente come Klopp, Conte, Wenger, Mancini? Sono stato fortunato, e questo mi ha aiutato nella carriera perché un calciatore e una squadra, hanno bisogno di un leader. Anche Mario Beretta mi ha dato tanto, senza dimenticare Alberto Zaccheroni, davvero molto bravo.
Non aver mai giocato in Francia? Non è un cruccio anche perché l'esperienza spagnola all'Espanyol, è da dimenticare. Non ho giocato, e non la considero nemmeno. E poi io appartengo a una generazione in cui era molto difficile andare all'estero. Sono orgoglioso di quel che ho fatto e non rimpiango di non aver fatto il grande slam dei campionati europei.
Ora tutti i principali giocatori austriaci sono all'estero, ed è un grande vantaggio. Giocano in grandi squadre, allenandosi pertanto con grandi giocatori e questo fa la differenza. La grande maggioranza gioca in Bundesliga tedesca, torneo di grande qualità. E poi l'austriaco dà il 100%, è un giocatore onesto, lavora per la squadra, e questo lo rende appetibile ai club stranieri".