I settant'anni di Antognoni, granata mancato

31.03.2024 16:54 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
I settant'anni di Antognoni, granata mancato
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© foto di Federico De Luca

Giancarlo Atognoni, uno degli storici numero dieci del calcio italiano, domani, primo aprile, compie settant'anni. Di lui si diceva che giocava guardando le stelle ed è stato un campione che ha fatto sognare il pubblico di Firenze, che ancora oggi lo ama all'infinito, perchè lui la Fiorentina non l'ha mai lasciata, se mai è stato lasciato. Un campione sfortunato, ha avuto tanti infortuni, tra cui uno alla testa dove rimase esanime al suolo (uscita dura di Martina del Genoa) e poi fu vittima di un infarto proprio per essere stato abbandonato dalla Fiorentina, causato dal crepacuore di aver lasciato il capoluogo fiorentino, quando era migrato in Svizzera. Senza dimenticare una frattura a tibia e perone.

Eppure Antognoni avrebbe potuto essere del Toro, giocò un anno nel settore giovanile granata (1969-1970), acquistato dall'allora presidente dell'Asti Macobi, Bruno Cavallo (che poi lo portò all'Asti 1970-1972), dirigente del Toro, che fece lo sgarro di venderlo alla Fiorentina e il Torino di Pianelli lo mise fuori dalla società per averli ingannati. Cavallo rischiava il linciaggio se si avvicinava alla sede di C. Vittorio. In realtà sia Cavallo che lo stesso Antognoni diedero una versione diversa della faccenda, il giocatore, nativo di Marsciano (Pg), voleva avvicinarsi alla famiglia e Firenze era più vicina.

Ma lo stesso Antognoni, nel corso degli anni, aveva avuto qualche rimorso nella scelta fatta, perchè nel Toro avrebbe potuto vincere l'unico scudetto dei granata, dopo l'epopea del Grande Torino. Un rimpianto venuto con gli anni perchè lui alla Fiorentina diede tutto il suo amore, ma non fu ricambiato dalle varie dirigenze che si erano succedute, se non grazie a Cecchi Gori che lo fece direttore generale. Ma si prese tutto l'amore del pubblico viola.

Antognoni è un uomo mite e tranquillo, uno che non alza la voce e soffre internamente, ma quando c'è da dire cosa pensa non le manda a dire.

Il suo dieci con il giglio a supporto è una delle leggende del calcio italiano ed internazionale, bello come una statua di Michelangelo, poeta in campo e amato follemente da chi ha apprezzato il grande calcio.

Auguri Antonio, granata mancato e viola nel cuore.

Da martedì prossimo, 2 aprile, e fino a giovedì 4 aprile, la città di Firenze dedica una mostra al suo campione presso la sala Libero Beghi in Villa Arrivabene. Saranno esposti i suoi cimeli, dalle figurine alle maglie storiche, dalle fotografie alle riviste, dai gadget ai giocattoli a lui dedicati.