Toro, passaggio a vuoto
Dopo le più che confortanti prestazioni contro Cagliari, Fiorentina e Copenaghen, i granata registrano un brutto passaggio a vuoto al San Paolo di Napoli. Una partita, quella contro gli azzurri di Benitez, dai due volti, dove si è visto per 15-20 minuti il Toro giocare da protagonista, e per il resto della partita in balia di un avversario che è cresciuto minuto dopo minuto.
Analizzare questa partita non è facile, anche perché le variabili sono veramente tante, non ultima l’arbitro Massa, che al di là del rigore negato al Toro, straordinariamente rigore sia chiaro, continua la sua personale serie d’errori clamorosi ai danni del Toro. Torino-Milan, per fare un esempio, dove l’errore fu addirittura tecnico. Che sia solo un caso, può anche darsi, l’espulsione finale di El Kaddouri e Glik, invece è poco giustificabile, un grande arbitro, anche in caso d’errori, ed i rigori per il Toro erano due, cosi recitano le varie moviole, secondo me, si sarebbe comportato in modo diverso. Tralascio invece il fallo da arancio, dopo pochi minuti, un tackle di Maggio su Darmian, punito, si fa per dire, con un calcio di punizione, ma anche una lunga serie di falli fischiati a favori dei partenopei, anche quando il fallo rivisto poi al replay, era inesistente o quasi.
Quanto poi al modulo, come ho già detto, è solo una questione aritmetica buona per riempire le pagine dei giornali. Si può essere offensivi, e anche di più, con, un solo attaccante, dipende molto da come i giocatori interpretano quel modulo. Si ha la perfezione quando il modulo esalta tutti i presenti in campo. È ovvio che a Napoli questo non è successo, ed il passaggio dal 3-4-2-1 al 3-5-2 è sembrato perlomeno piuttosto affrettato. In realtà, più che modulo sbagliato, hanno giocato male alcuni interpreti scelti da Ventura. Larrondo in pratica non si è visto per novanta minuti, Benassi è sembrato ancora troppo acerbo per dire la sua nella massima serie, El Kaddouri sembra lo stesso giocatore visto per gran parte del girone d’andata dello scorso campionato, cioè, abulico, narcisista, e fuori dal gioco per la maggior parte della partita, Maksimovic continua a non capire che i grandi difensori, prima pensano a non mettere in difficoltà la propria squadra, poi sono sul pezzo per tutti i novanta minuti, infine si permettono giocate tecniche di spessore, e Vives, purtroppo continua ad avere difficoltà, penso fisiche a questo punto, nell’amministrare un centrocampo che deve forzatamente giocare in modo diverso. Alla fine la scelta del tecnico di escludere dall’undici di partenza Gazzi, S. Mino, ma anche lo stesso R. Perez, che nelle poche partite finora disputate ha dimostrato di essere il più tecnico dei nostri centrocampisti, è stato un clamoroso errore.
Quanto alla partita, ed in questo ha ragione Ventura, è completamente girata dopo un disimpegno sbagliato da Maksimovic al 22’, e torniamo al punto di prima, con il Napoli che sbagliava in meno di 8 secondi per tre volte il gol. Da quel momento se non è stato un dominio, poco ci manca, con i padroni di casa che hanno creato almeno 7 palle gol, nitide, con due pali colpiti, due miracoli di Gillet, due gol, al altri sbagliati per un nulla. Anche i cambi hanno portato poco, Molinaro praticamente nella stessa azione, prima tenta un tiro assurdo, da posizione defilata, con le due punte davvero libere in area di rigore (vedere la reazione rabbiosa di Quagliarella per credere), poi si perde Callejon sul gol. Gazzi fa meglio di Benassi, ma incide poco sulla partita, anche perché entra nel miglior momento del Napoli, e Mino gioca veramente poco per essere giudicato. Tardivi gli ultimi due, Gazzi poteva sostituire Vives o Benassi all’inizio della ripresa, stessa cosa per Mino al posto di El Kaddouri. Su Larrondo non mi esprimo, scelta tecnica che va rispettata, sbagliata in questa occasione, e purtroppo non è la prima volta.
Di buono c’è la ritrovata vena di Fabio Quagliarella, che evidentemente comincia a sentirsi il vero leader di questa squadra, l’ottima prestazione di Gillet, ed il fatto, credo ormai assodato, che Quagliarella fa fatica a giocare con una prima punta di peso come compagno di reparto, che di fatto ne limita i movimenti offensivi.
Ora la palla torna a Ventura, contro l’Udinese che Toro vedremo?