Torino, c'è un po' aria di crisi?
Due punti in sei partite, sei gol fatti, dodici subiti, due pareggi, quattro sconfitte, numeri che inequivocabilmente vogliono dire che il Toro è in crisi, in crisi profonda per dirla tutta, di risultati, e questo è tangibile, ma anche di gioco per quanto mi riguarda.
Un’altra squadra, questo Toro, rispetto a quella vista nelle prime sei partite del campionato, quattro vittorie, un pareggio, una sconfitta, tredici punti, undici gol fatti, sei subiti, con la sensazione forte, che si poteva fare anche meglio. Invece la squadra di Ventura, è quella che in quest’ultimo mese e mezzo ha fatto meno punti di tutti, Verona compreso, che è il fanalino di coda del campionato, che di punti ne ha fatti tre. Se, a Verona qualcuno vuole sportivamente la testa di Mandorlini, ovviamente nessuna a Torino vuole quella di Ventura, ci mancherebbe altro, ma urge cambiare qualcosa, con gli applausi, se ci sono stati, non si va da nessuna parte, e preoccupano i quattro punti che ci separano dal Frosinone, anche perché le sconfitte del Toro sono tutte simili, e non si vede l’ombra di nessun cambiamento.
Può anche darsi che i granata abbiano lasciato punti per inesperienza, anche se tra i giocatori che hanno giocato di più troviamo Glik (27), Moretti (34), Bovo (32), Padelli (30), Molinaro (32), Vives (34), Maxi Lopez (31), Quagliarella (32), Peres (25), con Avelar (26) che era partito titolare, ma definire il Toro una squadra giovane, priva d’esperienza, mi sembra una forzatura.
I giovani ci sono, per carità, Baselli (23), Acquah (23), Zappacosta (23), quelli che hanno giocato di più, Benassi (21) e Belotti (21) hanno giocato meno, con il contagocce tutti gli altri, tra infortuni e problemi d’inserimento. Insomma, i giovani non sono il problema di questo Torino, piuttosto sono una risorsa, è bene tenerlo sempre in mente.
I problemi sono altri, evidenti e visibili in ogni partita.
Subire gol al primo tiro in porta, a volte anche l’unico, com’è successo con l’Inter, non è propriamente salutare. Padelli o non Padelli, di fatto il ruolo del portiere è quello più delicato, spesso è quello che pone rimedio agli errori dei difensori, anche perché non esiste una difesa al mondo che non faccia un errore durante i novanta minuti. La difesa dell’Inter, la migliore del campionato, giusto per restare al presente, contro il Toro d’errori ne ha commessi, quindi figurarsi quella del Toro. Come ho più volte detto, subire due o tre tiri pericolosi durante i novanta minuti, rientra nella normalità, e contro i nerazzurri il Toro ha subito un solo tiro in porta.
In questo momento Padelli non sta facendo la differenza, inutile girarci attorno.
Il fatto di passare spesso in svantaggio, mi sembra dieci volte su dodici partite, è un aggravante, che sta penalizzando oltre misura questa squadra. Non so se gli avversari preparano la partita meglio dei granata, si potrebbe pensare anche questo, ma certamente la squadra di Ventura sembra liberarsi dal peso, quello di non subire gol, una volta che lo ha subito, ed incomincia a giocare, mostrando sprazzi di vero Toro. C’è da chiedersi perché non si giochi dal primo minuto, in pratica, perché non si cerchi di trovare la vittoria con le proprie armi, che ci sono, piuttosto di avere sempre questo atteggiamento sparagnino, alla ricerca dell’errore altrui, tenendo sempre la coperta corta. Il Toro visto nel secondo tempo contro l’Inter, ma anche contro la Juventus, la Fiorentina, il Milan, e il Frosinone, non è neanche lontano parente di quello visto nel primo tempo.
Qualcuno si chieda il perché.
Mal di trasferta, Chievo, Carpi e Lazio, sono forse le più eclatanti, ma anche la partita contro il Verona, dimostrano che fuori dalle mura amiche si soffre più del dovuto. Se, contro il Chievo si pensava ad una partita storta, quella contro il Carpi, in assoluto la peggiore partita giocata quest’anno, e quella contro la Lazio, con il Toro che giocava un ottimo primo tempo per poi sciogliersi completamente nella ripresa, Lazio che dopo il Toro ha solo subito sconfitte, dimostrano che in trasferta non c’è l’atteggiamento giusto per portare punti a casa e per cercare la vittoria.
Non so a che cosa è dovuto questo, anche perché, ed è questo il paradosso, il Toro imposta quasi tutte le sue partite per giocare di rimessa, e quindi si dovrebbe trovare meglio in trasferta.
Manca un regista, un uomo capace di far girare la squadra. A questo centrocampo manca Gazzi, il Gazzi dello scorso campionato, che pur non essendo un regista classico, riusciva a far girare tutta la squadra, garantendo allo stesso tempo un grandissimo apporta alla fase difensiva. Vives regista non lo è mai stato, quindi la stragrande maggioranza dei suoi passaggi sono in orizzontale oppure all’indietro, con i difensori costretti ad impostare l’azione. Di fatto, questo rende la manovra lenta e piuttosto prevedibile, tanto è vero che Mancini ha sacrificato per tutta la partita due attaccanti più uno dei centrocampisti, a fare pressing sui nostri centrali. Cosa che ormai fanno tutti.
Ora l’Atalanta e poi il Bologna in casa.
Un’altra sconfitta, e la crisi da latente si paleserebbe in tutte le sue forme.
Non si può più sbagliare, basta applausi, meglio i tre punti.