Sensounico, a suon di Toro. San Siro: la scala del calcio e della musica
Due sogni adolescenziali diversi, stesso scenario: San Siro.
Scenario 1: tu con la tua bella maglia del Toro che giochi in serie A e sei titolare a Milano contro il Milan: lo stadio pieno di tifosi milanisti fischianti, prendi palla e ti involi verso la porta rossonera, gonfiando la rete e portando in vantaggio la tua squadra.
Scenario 2: San Siro in una notte d’estate: palco immenso, centomila persone, luci solo su di te che con la tua chitarra esegui un assolo lungo e straziante, bellissimo ed emozionante. E centomila accendini si accendono ed ondeggiano ritmicamente seguendo le tue note.
San Siro è questo nell’immaginario collettivo: se arrivi in quello stadio hai raggiunto un livello della tua carriera professionale decisamente alto; è uno stadio che ti mette soggezione e può tirare fuori il meglio di te oppure rovinarti per sempre.
Ovviamente chi scrive non ha mai provato purtroppo l’ebbrezza di segnare un gol al Meazza né tantomeno si è mai sparato un assolo in un mega concerto (per ora almeno…fatemi sognare ancora un po’!), mentre il buon Ciro da Torre Annunziata ha fatto entrambe le cose contemporaneamente contro il Milan sabato sera: “assolo” palla al piede, veloce e perfetto, finta e contro finta…gol e Toro in vantaggio!
Ora non so se lui ha mai suonato la chitarra, ma sono convinto che un gol a San Siro lo avrà certamente immaginato almeno un milione di volte fin da ragazzino.
Il Toro arriva alla partita contro il Milan con quattro punti in più dei rossoneri, un ruolino di marcia da Champion’s League nelle ultime 10 giornate, con una squadra ben collaudata senza farsi prendere dall’euforia di voler provare a tutti i costi i nuovi acquisti. Il Milan, senza Balotelli, vuol confermare il buon andamento avuto con Seedorf in panchina: ne nasce una partita teoricamente aperta a qualunque risultato. Primo tempo i granata decisamente più spigliati, fanno valere la loro velocità negli spazi aperti offerti loro da un Milan a trazione anteriore che si dimostra subito arrembante: il primo intervento di Padelli avviene già al secondo minuto. Padelli da 8 questa sera, forse pungolato dal possibile rientro di Gillet il prossimo anno? Ben venga la concorrenza dunque! Una delle cose comiche di questa partita è stato quello di vedere Honda marcato da giocatori sponsorizzati dalla Suzuki: un match giapponese degno del Motomondiale!
Poi Immobile porta in vantaggio meritatamente il Toro, che non concedeva nulla ai rossoneri. Incassato il gol, il Milan sfodera subito un assalto con pressing asfissiante e Padelli diventa subito l’uomo più impegnato. Successivamente vampata granata: Immobile lancia Cerci che brucia il suo marcatore e con l’esterno sinistro pesca tutto solo Farnerud (il giocatore con il nome di un mobile Ikea) tutto solo a un metro e mezzo dalla porta: stavolta però oltre al nome lo svedese sfodera anche una testa spigolosa degna di un’anta del soggiorno serie Orrberg e spara incredibilmente fuori. Zero a uno e tutti negli spogliatoi. Nel secondo tempo pareggiano subito i milanisti che tagliano fuori con due passaggi Farnerud a centrocampo (stavolta reattivo veloce come un mobile tv della serie Besta) con un tiro da fuori di “dolce Rami” che fa inghiottire amaro il bravo Padelli che si sarebbe anche trovato sulla traiettoria del fendente non fosse stata leggermente sporcata da Glik. Proprio il capitano nel secondo tempo prende per mano la difesa granata mettendoci “testa e palle” …e non in senso lato: una pallonata fortissima nelle parti basse (meno male che ha fatto in tempo a diventare papà) ed una rovesciata ciccata da Pazzini ( mentre la testa l’ha calciata benissimo) non bastano a metter K.O. il gigante polacco. Il Toro non riparte più per almeno mezz’ora, segno di poca personalità forse, mostrando il fianco ai rossoneri ma riuscendo a tenere botta fino al 95°. Pareggio “meriticchiato” se vogliamo, 5° posto agguantato in attesa delle partite di domani ed una certezza: basterebbe proprio poco a migliorare questa squadra se si riuscisse a non smembrarla a giugno. Un’ ultima osservazione sul mercato appena concluso: operazioni low cost di ringiovanimento soprattutto a centrocampo; addio a D’Ambrosio che ha dichiarato la sua “emozione” che probabilmente gli durava da un paio di mesi; arrivederci a Bellomo e buon tutto a Brighi professionista esemplare. Operazioni imbastitea gennaio per giugno come quella per l’attaccante Aguirre del Liverpool Montevideo già praticamente bloccato e definito il nuovo Cavani, che verrà liberato da Barusso acquistato a gennaio per esser ceduto all’estero a giugno, Vesovìc liberato da Zetuleyev acquistato a gennaio e che verrà ceduto ad agosto… trenta dì conta novembre con april giugno e settembre…. 1… 2 …3 liberi tutti…ehm...non capirò mai la regola ma va bene così! Un solo appello: Cairo, il Toro ha un terzino e due attaccanti da Nazionale: i prossimi acquisti devono essere le loro conferme immediate per gli anni a venire…mi raccomando: rinnoviamo quelli giusti però! Buona settimana a tutti!
Dave dei Sensounico