Marco Ferrante: "Toro stai sul pezzo altrimenti rischi"

Marco Ferrante: "Toro stai sul pezzo altrimenti rischi"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 1 aprile 2012, 08:15Esclusive
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com

Abbiamo intervistato in esclusiva Marco Ferrante, attaccante che ha vestito la maglia del Torino dal 1996 al 2004, con una parentesi di qualche mese nel 2001 all’Inter. Attualmente è un procuratore sportivo. Con l’ex bomber granata abbiamo parlato del Torino. Granata compassati e molli a Empoli. Un allenatore deve raggiungere l’obiettivo e per farlo ai singoli può essere chiesto un sacrificio per il bene del gruppo. Il Torino è primo e non ci devono essere polemiche. L’organico granata è superiore a quello delle altre squadre. La lotta per la A diretta e per i playoff è serrata e il Toro non deve più perdere terreno.

La sconfitta del Torino a Empoli non ha quasi compromesso il vantaggio dei granata sulle inseguitrici e la squadra di Ventura ancora una volta ha creato più di quello che ha raccolto. Come si spiega tanta difficoltà a segnare?
“Il Torino mi è sembrato abbastanza compassato, giocatori un po’ molli come si poteva anche “leggere” dal labiale di Ventura. Quando si arriva in questo momento della stagione subentra un po’ di appannamento, secondo me errori sottoporta ce ne sono stati parecchi durante il campionato, adesso, tra virgolette, possono anche essere giustificati gli attaccanti quando sbagliano. Si è perso molto cammino nonostante si sia primi e le altre concorrenti non stiano facendo cose eccelse, nella sfortuna è andata bene ieri perché il Pescara ha perso in casa con il Bari e il Sassuolo ha pareggiato a Grosseto; più che meriti del Torino ci sono i demeriti degli avversari. Io l’ho detto un miliardo di volte che il Torino è molto superiore alle altre squadre, se si toglie la sorpresa Pescara, che però ultimamente ha delle difficoltà oggettive - lasciando stare la sconfitta di ieri visto lo shok che poteva esserci per l’improvvisa e prematura scomparsa di Mancini - come il tre a zero ad Ascoli, questi sono segnali di una squadra che ha speso tanto e che ora ha delle défaillances; anche lo stesso Verona è una squadra importante, ma non è all’altezza del Torino; il Sassuolo è quadrato, ma a livello di organico e di qualità dei singoli il Torino è un’altra cosa. Per i granata andare in serie A sarà raggiungere un traguardo importante, ma dobbiamo dire che era un obiettivo sottointeso”.

Da ex bomber secondo lei i giocatori granata segnano poco perché hanno poca mira oppure dipende dal fatto che il gioco che viene sviluppato non li mette nella migliore condizione per andare in gol?
“Questa è una domanda che bisognerebbe fare a loro, ma non risponderebbero mai la verità perché se avessero delle difficoltà e lo dicessero si metterebbero contro tutto e tutti. Io posso dire, facendo un esempio, che Bianchi in serie B fa gol anche bendato e lo ha dimostrato negli anni scorsi, in questa stagione ha fatto finora otto gol e quando a nove giornate dalla fine si va a vedere la classifica marcatori e fra quelli in doppia cifra lui non c’è qualche domanda bisogna porsela. Non è giusto attribuire sempre le colpe agli altri, perché se si sbaglia un gol non è colpa dell’allenatore, però può darsi che questo tipo di gioco non sia congeniale a lui. Questo è un dato di fatto più che una considerazione, per quanto mi riguarda. Ma quando si è primi in classifica tutti devono stare zitti e va bene così, perché l’importante è raggiungere l’obiettivo e non valorizzare il singolo, come dicono un po’ tutti gli allenatori. Se io alleno la squadra Pinco Pallino e l’attaccante che alleno ha sempre fatto venticinque gol a stagione, ma non si è mai vinto niente, mentre se ne fa otto e si vince il campionato è comunque un patrimonio a livello aziendale. Oggi non si deve polemizzare su nulla perché, buon per noi, il Toro è primo”.

La lotta al vertice ogni giornata che passa diventa più serrata e la classifica si accorcia.
“Tre punti di vantaggio oggi il Torino li ha, però in caso di parità con il Verona si è in svantaggio e bisogna andare ancora a giocare a Pescara, mentre il Sassuolo lo si incontrerà in casa e per questo sulla carta si dovrebbe vincere; ma attenzione che venerdì con la Reggina sarà una brutta gatta da pelare perché se la Reggina vince il posticipo raggiunge il Brescia a quarantanove e si porta a soli tre punti dal Varese e quindi dai playoff, di conseguenza verrà a Torino agguerritissima. Vincere i playoff dipende più spesso dalla fortuna che dalla bravura. Se il Torino e il Verona vanno in A direttamente i playoff li giocheranno Sassuolo, Pescara, Padova e mettiamoci Sampdoria o Reggina, perciò ci può stare tutto e non è detto che vinca la più forte. In queste ultime giornate abbiamo assistito al ritorno di fiamma della Sampdoria; la terza classificata tra Torino, Sassuolo, Verona e Pescara che avrà fatto la volata per arrivare fra le prime due ed è arrivata invece terza o quarta dovrà incontrare nella finale playoff la Sampdoria, sarà dura”.

Lei rimane ottimista per la serie A diretta?
“Visto l’organico direi di sì, però vedendo la gara di ieri con l’Empoli qualche dubbio può anche sorgere, non a me ma in generale perché è una squadra fiacca, se si deve vincere il campionato si può anche perdere a Empoli, oltretutto il Torino ha pure avuto delle occasioni importanti per segnare, però bisogna avere il coltello fra i denti; la pelle te la lascio ma devi ammazzarmi per portarmela via, non te la lascio facilmente. Però la sconfitta di Empoli può anche essere solo un episodio, me lo auguro, la riprova ci sarà venerdì con la Reggina”.

Lei parla di un possibile episodio per quel che riguarda la sconfitta di Empoli, però il Torino in questa stagione tutte le volte che ha avuto la possibilità di allungare ha fallito.
“Il tifoso del Toro è un passionale, io ero a Torino in occasione della gara con il Gubbio e c’era il morale a mille per il sei a zero, lo so che si era vinto con il Gubbio e non con il Barcellona, con tutto il rispetto per gli umbri, ma il tifoso ha fame e ha voglia di riscatto e di vedere il grande palcoscenico e quindi di fronte a un sei a zero si pensa che è l’anno giusto, perché è da un tempo immemorabile che non si vinceva in questo modo; però fra l’organico del Torino e quello del Gubbio c’è un abisso, quindi da quel risultato non ci si doveva far ingannare, infatti la settimana dopo si è perso con l’Empoli contro una squadra che era ed è appena sopra la zona playout. Quindi il Torino deve stare sempre sul pezzo e non mollare mai, ma penso che Ventura questo lo abbia detto ai giocatori, però inconsciamente può darsi che ci siano dei limiti, ma questi limiti vanno superati altrimenti si rischia di arrivare corti. I limiti di tipo caratteriale devono essere valutati dall’allenatore che deve essere bravo, e Ventura lo è, a far capire che l’obiettivo è a tiro, ma non lo si è ancora raggiunto e le altre concorrenti, anche se qualche volta commettono un passo falso, sono sempre lì; il Torino non guadagna terreno e così non può permettersi il lusso di perdere tre partite di qui alla fine. Il Pescara è una squadra strana e le potrebbe vincere come perdere tutte, il Verona è una squadra quadrata, ricordiamoci che è venuta a Torino e ci ha dato quattro pappine, il Sassuolo, se il Grosseto ieri al novantesimo non avesse pareggiato, arrivava a un punto dal Torino. E’ un campionato strano, ma l’importante è che il Toro non perda più terreno altrimenti diventa dura”.