Leo Junior: "Quando a Moggi consigliai un giovane Kakà..."

Intervista esclusiva al mitico numero cinque del Brasile e del Torino
15.02.2012 09:12 di  Marina Beccuti   vedi letture
Leo Junior: "Quando a Moggi consigliai un giovane Kakà..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Leo Junior, basta questo nome per far venire la malinconia e, insieme, l'allegria ad ogni granata purosangue, perchè ha rappresentato uno dei momenti più belli della storia granata (1984/87, 86 presenze e 12 gol), quando ancora si poteva sognare e realizzare l'arrivo di un Campione, proprio con la C maiuscola. Addirittura un nazionale verde-oro. Ora Leo fa il commentatore di calcio per Rede Globo.

Leo Junior, il suo nome ancora oggi, solo a pronunciarlo, fa venire la pelle d'oca ai tifosi. A distanza di anni cosa ricorda del suo periodo granata?
Quando sono tornato per il Centenario del 2006 e l'anno scorso per il Derby contro la Sla, ho avuto la dimostrazione che sono ancora vivissimi quei tre anni al Toro. Abbiamo fatto tante cose buone in quel periodo che non ricordo cose brutte! Non posso dimenticare che ho avuto una figlia nata all'Ospedale Sant'Anna nel 1986! Torino, città e società, rimarranno per sempre nella mia vita!

E' ancora in contatto con qualche suo ex compagno del suo periodo in granata?
Certo, adesso con tutti questi social network il mondo è diventato più piccolo, così ogni tanto sento qualche compagno.


Come sta Walter Casagrande?

Lavoriamo assieme nella Tv Globo commentando partite di calcio. Si è ripreso alla grande dei problemi che ha avuto di salute.

Cosa si dice del Torino in Brasile?
Quest'anno parlano un po' di piu per il fatto che è sempre rimasto in alto nella classifica e con possibilità di ritornare in serie A.

Riesce a vedere qualche partita del Toro?
In Brasile fanno vedere la serie A, è complicato vedere la B, però per fortuna ho visto su RAI International qualche servizio sulla serie B.

Nessuno della dirigenza attuale l'ha mai interpellata per qualche consulenza sui giocatori brasiliani?
Questo è un discorso che da quando sono tornato a casa viene spesso fuori. Però l'unico che mi ha cercato qualche volta fu Moggi quando era alla Juve. Purtroppo per lui non ha mai seguito i miei consigli, tipo: Kakà, Gilberto Silva, giovanissimi che cominciavano la carriera negli anni 90.


Se dovesse consigliare qualche suo connazionale al Toro che nomi farebbe?
Questo è un problema per il mio amico Antonio Comi, sono loro che devono venire a vedere il campionato e fare le loro valutazioni. Però Oscar dell'Internacional di Porto Alegre è bravissimo.

Le piace il calcio attuale, fatto di tattica a volte esagerata a scapito della fantasia?
I soldi hanno fatto un danno assurdo al calcio mondiale. Oggi si pensa prima al denaro e dopo al piacere, senza sapere che cosa stanno perdendo con questo pensiero! Sicuramente sono piu ricchi, però con meno contenuto, soprattutto quello umano.

Quanto è ancora valido il gioco di Mondonico con le barricate in difesa e poi ripartire in contropiede?
Da quando l'Italia ha vinto il Mondiale '82, questo modulo è quello più visto. Poca responsabilità per gli allenatori, così mantengono il posto ed i giocatori sono robotizzati senza possibilità di invenzione in campo.

Cosa pensa della Seleçao, è pronta per andare a rivincere il mondiale tra due anni?
Il materiale umano a disposizione, come sempre, è validissimo, però mancano gli attaccanti. Parlo di gente come Careca, Romario, Bebeto, Ronaldo. Questi hanno vinto nel 1994, 2002 e hanno fatto buone cose nel '98, 2006 e 2010. Tutte le speranze sono riposte in Neymar, che è bravissimo, però da solo e dura.

Si può dire che una delle migliori nazionali sudamericane è l'Uruguay, che sta mettendo in difficoltà sia voi che l'Argentina?
L'Uruguay, dopo un po' di anni in ombra, è ritornato a giocare come una volta e poi ha ottimi giocatori.


Oggi ci sono forse più portieri che attaccanti brasiliani, evoluzione o involuzione del calcio verde-oro?
Prima i brasiliani volevano essere tutti come Pelè, Zico e così via. Dopo il successo di Taffarel i bambini vanno in porta volontieri.
Il calcio brasiliano necessita di sacrificarsi nella parte tattica, siamo molto indisciplinati, forse per la nostra qualità tecnica.


Come si spiega il fatto che il Torino da anni stenta a riprendersi?
Da lontano  si vede che la società ha dei problemi che alla fine si riflettono in campo. Forse, non lo so.

Intanto c'è anche il Pescara di Zeman, altra squadra italiana dove ha militato, che va alla grande. Cosa ne pensa?
Zeman fa un bel lavoro da molto tempo nel calcio italiano, la sua mentalità però è più adatta al nostro calcio che a quello italiano. Farebbe bene da noi.


Per finire un messaggio ai tifosi granata...
Sto tifando perchè le mie due squadra possano tornare in serie A, poi andrò prima a Torino e dopo a Pescara per festeggiare!

E ovviamente speriamo che succeda, sia per la festa che per rivedere il grande Leo Junior, quando la fantasia era ancora la luce del calcio.