ESCLUSIVA TG – R. Bianchi: “Il Torino con l’Atalanta dovrà saper gestire la partita e giocare da squadra”

25.01.2020 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Rolando Bianchi
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Rolando Bianchi
© foto di Federico De Luca

Rolando Bianchi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Bianchi con 77 gol all’attivo è nella top ten di sempre della classifica marcatori del Torino, dove ha giocato dal 2008 al 2013 divenendone anche capitano. In carriera ha militato tra le altre nell’Atalanta in prima squadra dal 2000 al 2004 e successivamente nella stagione 2014-‘15 dopo esserne cresciuto calcisticamente nel vivaio. Terminata la carriera agonistica ha conseguito presso il centro federale di Coverciano il diploma di direttore sportivo e ha ottenuto il patentino Uefa A da allenatore, attualmente è commentatore tecnico per Dazn. Con lui abbiamo parlato della partita di questa sera fra le sue ex squadre e del momento dei granata.

Che partita potrà essere fra Torino e Atalanta?
“Sono due squadre che vivono momenti diversi, l'Atalanta è vero che nello scorso turno di campionato è stata sconfitta dalla Spal, però, sta facendo cose straordinarie da anni, quindi, una battuta d'arresto ci può stare, mentre il Torino ha qualche difficoltà in più, anche se comunque vedo dei progressi, dei miglioramenti e speriamo che continui così in modo da poter ritornare in Europa, cosa che tutti ci auguriamo”.

Il Torino arriva a questa partita con gli uomini contati, soprattutto a centrocampo (Rincon e Aina squalificati, Baselli, Ansaldi e Zaza infortunati). Una difficoltà in più?

“Ci stanno nell'arco della stagione periodi di difficoltà a livello numerico e c'è anche un po' di sfortuna nell'avere tanti indisponibili fra i centrocampisti, ma questo può anche essere un aspetto positivo nel senso che potranno giocare altri calciatori e così si può dare loro maggiore importanza e loro possono fare bene. Secondo me, c'è tutto per fare un'ottima gara, poi, è ovvio che gli alti e bassi non piacciono, ma sono convinto che da qui alla fine il Torino possa dire la sua in campionato”.

L’ambiente granata è un po’ in subbuglio, contestati allenatore e società, mercato con la sola uscita di Bonifazi e nessuna entrata finora. In un clima così per il Torino è più complicato giocare in casa?

“I tifosi sono il valore aggiunto di questa maglia perché quando si parla di dodicesimo uomo in campo loro lo sono alla perfezione. Per questo dico ai tifosi del Toro, che sono sempre stati molto attenti e molto bravi, di dare una mano alla squadra da qui a fine campionato perché sono convinto che con l'aiuto dei tifosi i risultati arriveranno. Bisogna pensare positivo, anche se finora l'andamento è stato altalenante perché il Torino sta giocandosela comunque e facendo un campionato importante con un percorso di crescita che, secondo me, piano piano arriverà ad essere definitivo. Ci vuole pazienza, ma sono convinto che con un po’ di pazienza si possa raggiungere il livello che tutti i tifosi auspicano perché una piazza come Torino merita di essere ad alti livelli. Ci vuole equilibrio fondamentalmente. Per questo dico ai tifosi di stare tranquilli che alla fine tutto andrà come deve per una piazza e per dei tifosi così”.

Da ex attaccante, cosa pensa del Torino che ha realizzato poco più della metà dei gol dell’Atalanta, 26 a 50, e di Verdi?

“Ho visto giocare entrambe le squadre e Gasperini in questo momento ha trovato gli elementi giusti per sviluppare appieno il suo gioco e sta sfruttando al massimo le caratteristiche dei giocatori che ha, quindi, sta avendo risultati straordinari. io ho grande fiducia in Mazzarri e lo stimo molto e sono convinto che quando si vuole giocare in un determinato modo magari gli elementi non riescono a rendere al massimo perché hanno caratteristiche diverse rispetto al gioco che si vuole attuare e di conseguenza diventa più complicato, però, penso che anche davanti il Torino possa fare bene. Verdi è un grandissimo giocatore e ha grandissima qualità, è vero che sta facendo fatica, però, ritengo che collocato più esternamente possa sviluppare maggiormente il suo gioco perché ha la capacità di rientrare, mentre dietro la punta fa più fatica e poi dopo un'annata difficile a Napoli è arrivato a Torino con tanta pressione e ci sta che possa avere un po' di difficoltà, ma sono convinto che il giocatore abbia doti straordinarie e bisogna solo aspettarlo poiché poi uscirà alla grande”.

L’Atalanta ha qualche punto debole che il Torino potrebbe sfruttare per provare a vincere la partita?

“L'Atalanta è molto aggressiva in avanti e tendenzialmente cerca, anche con i tre difensori, di andare sempre in anticipo con gli attaccanti, quindi, lascia molto spazio alle sue spalle per cui l'unico modo per farle male è andare alle spalle dei difensori, anche se è difficile perché sono molto bravi a coprire il pallone e di conseguenza a non dare la possibilità ai giocatori avversari di essere lucidi nel fare la giocata in profondità. Però, se si trova il metodo giusto si può mettere in difficoltà l'Atalanta, che è squadra di grandissimo spessore, ma la coperta diventa corta se si va tanto in avanti e si lasciano spazi dietro che possono essere attaccati dai giocatori del Torino”.

La facilità dell’Atalanta ad attaccare costringerà Sirigu e i difensori a fare gli straordinari, forse, anche più del solito?

“L'Atalanta è pericolosa e ha degli elementi in una condizione strepitosa. Con la Spal ha avuto un calo nel secondo tempo probabilmente dovuto a una preparazione volta alla Champions League. E un calo fisiologico ci può stare, però, comunque ha tanti elementi di grandissimo spessore che di solito nel secondo tempo salgono ancora di livello. Ho visto tutte le partite dell'Atalanta e nel primo tempo gioca un'ottima gara e nel secondo "ammazza" gli avversari. Starà proprio in questo la bravura del Torino nel gestire il match. I difensori dovranno fare la loro partita, ma è il Torino in generale a dover fare la sua partita Nel senso che come squadra deve giocare in modo da riuscire a fare bene. Non è solo un reparto che fa la fase difensiva, ma è tutta la squadra, così come non è solo l'attacco a fare la fase offensiva bensì tutti devono agire in modo da permettere agli attaccanti di fare gol”.

Cambiando argomento e parlando di lei, ha fatto il corso da direttore sportivo e quello da allenatore e adesso sta facendo il commentatore per Dazn, ma che cosa farà in futuro?

“Mi piacerebbe molto lavorare a livello dirigenziale e sto osservando un po' di giocatori in modo da capire com'è il sistema a livello dirigenziale. Allenare mi piace in egual modo perché è bello insegnare ai calciatori a giocare, però, l'aspetto dirigenziale sta un può prendendo piede in questa parte del mio percorso. A me piacerebbe fare entrambe le cose per il semplice motivo che ho un'idea mia di gestione sia da allenatore sia da direttore e se si ha la capacità e si è avuta la possibilità di fare sia l'uno sia l'altro si riescono da direttore a capire i momenti di difficoltà dell'allenatore e intervenire nel miglior modo e da allenatore sapendo come la pensa il direttore sportivo in determinate situazioni si riesce a cambiare il proprio metodo per cercare di andare incontro al direttore. Secondo me, il fatto di conoscere tutti e due ruoli può essere fondamentale a dare un aiuto in più nel gestire alla perfezione tutto”.

In un certo senso è un po’ una gestione all’inglese e sarebbe un precorrere i tempi in Italia?

“Sì, anche se il manager all'inglese in Italia è difficile che te lo facciano fare, però, è un aspetto interessante e sto studiando molto per cercare di capire come poter operare nel miglior modo possibile e cercare anche di avere quel qualcosa in più perché ormai tutti si basano sulle stesse conoscenze e avere qualche cosina in più, come sapere le lingue e io so l'inglese e lo spagnolo, per riuscire a dare maggiore qualità alla propria figura professionale”.

Ha già iniziato a lavorare come allenatore o direttore sportivo, magari, in una piccola società per fare esperienza?

“Sono tesserato per una società e do loro qualche consiglio, ma si tratta di poca cosa. In questo momento sto facendo il commentatore per Dazn e in più vado molto ad osservare partite, anche all'estero e recentemente sono stato in Russia, vedendo così un po' di squadre e un po' di giocatori. ma più che altro mi sto preparando in modo che prima di iniziare avrò già un bagaglio di conoscenze. Mi manca solo il Master da allenatore e avendo praticamente fatto tutti i corsi a Coverciano potrei cominciare al massimo. Vorrei riuscire a diventare un buon profilo professionalmente, questo è sicuro”.