ESCLUSIVA TG – Pala: “Belotti è un istintivo mentre il Torino agisce in modo più coordinato”
Alessio Pala è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pala è l’allenatore della Pro Patria ed è colui che ha trasformato Andrea Belotti da centrocampista in attaccante, quando il ragazzo giocava nella Primavera dell’AlbinoLeffe. Con lui abbiamo parlato di Belotti e cercato di capire come mai non è ancora riuscito a segnare nel Torino.
L’impegno profuso in campo da Belotti non si discute e lo testimoniano anche i tre assist, ma con la maglia granata non ha ancora mai segnato. Secondo lei come mai?
“E’ un po’ che non vedo giocare Belotti, quest’anno l’ho visto solo nei minuti in cui è sceso in campo nella gara contro la Juventus. Mi sento di dire che lui è un ragazzo istintivo e invece il gioco del Torino e di Ventura è più coordinato e sincronizzato e forse lo frena un po’ questa cosa, ma come faceva i gol nel Palermo e in Under 21 appena acquisirà in tranquillità i sincronismi segnerà anche nel Torino. Deve avere il tempo d’imparare i meccanismi che vuole Ventura, che è bravo a far giocare le sue squadre e i suoi calciatori. Dicevo che Andrea è un istintivo perché non segna poiché la squadra si muove in una determinata maniera, ma per i suoi movimenti autonomi che lo portano a cercare lui il gol”.
Il fatto che nel Torino Belotti non sia la prima punta lo penalizza un po’?
“Sì, ma più che essere penalizzato deve imparare anche questo in modo da completarsi sempre più nel tempo ed essendo giovane questa per lui è un’opportunità. Le sue doti migliori sono la corsa, la resistenza, il gesto acrobatico e il fare gol in tutte le maniere perché lui va sempre a pressare e può tirare da tutte le posizioni e anche di testa. Vedendolo giocare lo scorso anno nell’Under 21 ho notato che corre in allontanamento ed effettua tagli perciò vuol dire che è stato aiutato da Iachini a fare anche questo oltre ad essere istintivo. Se Andrea è maggiormente inglobato nella manovra perde un po’ del suo istinto e, secondo me, è per questo che nel Torino non ha ancora segnato”.
Nel momento in cui si sbloccherà acquisirà più forza e sarà più sicuro dei suoi mezzi e forse patirà un po’ meno l’essere al secondo anno in serie A?
“Sì se si sblocca va poi liscio, forse la giovane età lo sta ancora un po’ frenando, anche perché giocare nel Torino non è facile, ma l’essere arrivato al Toro per lui è perfetto perché è la squadra che incarna bene il suo spirito: il temperamento, la volontà, la voglia e la sua grande generosità. Sono sicuro che appena si sbloccherà poi segnerà un certo numero di gol. E’ un ragazzo umile e spero, perché è un po’ che non lo sento, che abbia ancora quella voglia di allenarsi bene e tanto, più degli altri come aveva ai tempi della Primavera, mi auguro che non si sia imborghesito, ma non credo proprio”.
I tifosi del Toro lo hanno eletto già a loro beniamino perché hanno riconosciuto la sua generosità in campo.
“Non ho dubbi, e le dico una cosa: quattro anni fa dissi ad Antonio Comi, un mio caro amico, che c’era un ragazzo che sarebbe stato adatto per il Torino e parlavo di Andrea Belotti e lo disse ad Antonio anche Ezio Panero, che era stato mio compagno di squadra e che aveva giocato nelle giovanili del Torino”.
Per il carattere di Belotti fa bene Ventura a gestirlo facendolo giocare un po’ titolare e un po’ come subentrante?
“Nessuno meglio del suo attuale allenatore, che lo vede tutti i giorni, sa qual è la cosa migliore per Andrea. Sinceramente per me è un ragazzo che dovrebbe giocare sempre, ma se a Ventura dovesse avanzare lo mandi sei mesi in prestito alla Pro Patria, io lo accoglierei a braccia aperte. Battute a parte, nel Torino ci sono altri attaccanti che conosco di fama, ma non avendoli mai allenati non so se sono più bravi di Belotti. Chi far giocare e quando spetta a Ventura deciderlo”.
In più di un’occasione si è visto Belotti giocare un po’ lontano dall’area di rigore anche questo non finisce per penalizzarlo?
“La sua generosità sta anche nel dare una mano in fase difensiva quando rientra per andare a recuperare palloni. Se sta in centro area è più facile che segni perché può sfruttare i cross dei compagni, ma è bravo anche se agisce per vie esterne, infatti, poi rientra e se trova spazio va al tiro, forse sta un po’ lontano dall’area anche per questo. Dal punto di vista tecnico probabilmente non è fine, anche se è migliorato, e malgrado abbia grandi qualità fisico-atletiche e acrobatiche e di generosità, ma forse per diventare importante in serie A deve misurarsi dal punto di vista tecnico”.
Lo si può allora definire un diamante grezzo?
“Non lo so, ma posso dire che è migliorato da quando lo allenavo io perché ha giocato con calciatori bravi però, come dicevo, fine non lo è mai stato e forse non lo sarà mai, però migliorerà sempre”.