ESCLUSIVA TG - Fortunato: "Il Toro deve aumentare la qualità a centrocampo"
Daniele Fortunato è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fortunato ha militato nel Torino dal 1992 al ‘94 e nella stagione 1999-2000 ha ricoperto per la società granata il ruolo di osservatore, attualmente è un allenatore. Con lui abbiamo parlato delle strategie, soprattutto riguardanti il centrocampo, della sua ex squadra per la prossima stagione.
Il Torino quasi sempre ha giocato con il 4-2-4, ma nelle ultime gare di questa stagione è passato al 5-3-2 in fase difensiva che diventava un 3-5-2 in quella offensiva. Da ex centrocampista e da allenatore quali differenti caratteristiche devono avere i mediani schierati in un centrocampo a due o a tre barra cinque?
“Per come ha giocato per quasi tutto il campionato Ventura con l’impiego costante di Gazzi affiancato o da Brighi o da Vives o da Basha non c’è bisogno che uno dei due giocatori sia quello che viene definito un regista classico, ma servono due calciatori, come ha avuto il Torino, ordinati che sanno far girare la palla senza che abbiano spiccata inventiva. Se invece il centrocampo diventa a tre allora serve che uno dei tre abbia qualità importanti, come hanno Montolivo nel Milan o Pirlo nella Juventus, e, secondo me, il tasso tecnico dei giocatori deve innalzarsi un pochino e gli interpreti devono avere fra le caratteristiche un po’ più di corsa, magari essere meno ordinati di Gazzi e Brighi. Dal punto di vista della qualità il Torino deve migliorare perché avere la possibilità di giocare con due o tre centrocampisti è utile, ma comporta scelte differenti. Chiaramente se si vuole giocare con un centrocampo a tre anche il numero di quei giocatori deve aumentare, i due più avanzati devono correre molto e quello più basso deve iniziare il gioco partendo da una posizione un po’ più arretrata e avere buone doti di impostazione e un’ottima visione del gioco e questo cambia tutta la fisionomia della manovra. Per questo dico che se il Torino vuole giocare a tre deve aumentare il tasso tecnico in mezzo al campo”.
Trovare centrocampisti che passino dal 4-2-4 al 5-3-2 non è facile, concorda?
“Assolutamente, proprio perché si passa da un tipo di gioco a un altro e anche gli esterni devono avere caratteristiche differenti se si utilizza il 3-5-2, infatti Cerci e Santana in un modulo così non trovano la loro collocazione naturale perché non possono coprire tutta la fascia e non sono adatti, per caratteristiche, ad essere in linea con i difensori in fase di non possesso palla. Nel Napoli, ad esempio, c’è Maggio che ha il compito di andare su e giù sulla fascia e non ha problemi a farlo con facilità di corsa mille volte a partita, nella Juventus ci sono Lichtsteiner e Asamoah, mentre il Torino ha giocatori di qualità, come Cerci e Santana, che possono essere utilizzati piuttosto nel 4-3-3. Per questo, a mio parere, il Torino potrebbe passare più agevolmente al 4-3-3 con due esterni veloci che tagliano e una punta con alle spalle tre centrocampisti. Il 3-5-2 ha bisogno di tre difensori bravi e dei due laterali uno deve essere mancino e l’altro destro, i due esterni di centrocampo oltre ad avere grande corsa, come dicevo, devono essere capaci d’interpretare sia la fase difensiva sia quella offensiva e i due centrocampisti avanzati devono avere le caratteristiche di Vidal e Marchisio, capaci di buttarsi dentro e di correre anche loro molto, mentre il terzo deve dare qualità alla squadra e infine le due punte possono essere messe come si vuole, per tutti questi motivi è più facile allestire una squadra che giochi con il 4-3-3. Oltretutto Ventura ha sempre giocato con la difesa a quattro, qualche volta si è adattato a quella a tre, ma non è la sua caratteristica, anche se si può sempre cambiare nella vita così come ha fatto Conte che passando al 3-5-2 ha vinto due campionati”.
Tra l’altro quando il Torino è passato al centrocampo a cinque Gazzi non ha giocato, solo con il Catania è subentrato a Bakic che aveva i crampi e non riusciva a stare in campo. Con il 3-5-2 bisognerebbe quindi sacrificare Gazzi che è uno dei perni della squadra?
“Direi di sì, perché con un centrocampo di questo tipo uno fra Gazzi e Brighi dovrebbe stare fuori, per carità si può anche giocare con entrambi, però le caratteristiche di questi due validi giocatori non sono le più idonee a un impianto di gioco di questo tipo che prevede gli inserimenti dei centrocampisti in area alla ricerca del gol, mentre loro sono calciatori d’ordine che tengono la posizione, come hanno fatto ottimamente a San Siro contro l’Inter. Con il 3-5-2 sarebbero penalizzati e uno dei due dovrebbe stare fuori e invece servirebbero altri due centrocampisti con caratteristiche differenti, come dicevo prima”.
Il Torino per la prossima stagione ha l’obiettivo di posizionarsi, diciamo, al decimo posto. Per come ha visto i granata in questa stagione appena conclusa il salto di qualità è possibile?
“Potenzialmente anche quest’anno avrebbe potuto ottenere di più e per un certo periodo di mesi la squadra è stata più vicina alla metà classifica che alle posizioni finali e solo verso la fine del campionato ha avuto delle difficoltà. Bisogna tenere conto che il Torino arrivava dalla serie B e quindi disputare tutto un campionato senza affanni non è facile visto da dove partiva, infatti in questi casi prima di tutto si pensa alla salvezza e poi come viene non è la preoccupazione principale. E’ chiaro che dal prossimo campionato si può pensare a fare un po’ meglio e questa squadra può riuscirci poiché ha un ottimo allenatore, un buon impianto di gioco e buoni calciatori. Se quest’estate la società riuscirà a migliorare il tasso tecnico dell’organico è possibile che la squadra riesca ad avvicinarsi ai risultati che quest’anno hanno ottenuto, ad esempio, il Parma e le altre squadre che stazionano a metà classifica”.
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