ESCLUSIVA TG – Caniato: “Il ruolo del portiere è cambiato ed è molto più complicato. Vanja Milinkovic-Savic ha ancora margini di miglioramento. Il Toro deve continuare a credere nell’Europa”

28.02.2024 11:07 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Massimiliano Caniato
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Massimiliano Caniato
© foto di Federico De Luca

Massimiliano Giovanni Caniato è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Caniato è un tecnico che si occupa delle Academy del Milan in Italia, da calciatore è stato un portiere e aveva militato nel Torino nella stagione 1995-1996. Con lui abbiamo parlato di Vanja Milinkovic-Savic e del Torino.

Il Torino ha avuto e tuttora ha ancora molti infortunati fra i difensori titolari, ma a livello difensivo ha una delle migliori difese del campionato fino a prima della gara con la Roma aveva incassato solo 22 reti però nelle ultime due partite ha subito 5 gol. Questo dipende più dai tanti difensori infortunati o da qualche errore commesso da Milinkovic-Savic?
“L’aver subito solo 25 gol in 26 partite e avere la 5ª difesa della Serie A dimostra che ha una buona struttura difensiva, ma questo è dato dall’interpretazione del gioco che Juric è riuscito a trasmettere alla squadra. Infatti è difficile segnare gol al Torino se ci sono tutti gli elementi a disposizione nelle condizioni fisiche adatte. Quando si perde un giocatore per un determinato periodo prima che ritrovi la condizione valida  ci vuole del tempo e con ogni probabilità il Torino in quest’ultimo periodo sta pagando le defezioni di Schuurs, Buongiorno e Rodriguez.
Mentre per quanto riguarda Milinkovic-Savic è uno dei portieri che è cresciuto maggiormente negli ultimi anni grazie al Toro e, secondo me, ha caratteristiche da portiere di livello importante ed è ancora relativamente giovane (ha compiuto 27 anni lo scorso 20 febbraio, ndr) e quindi per il suo ruolo ha ancora margini di crescita. Durante l’arco della stagione è normale che ci siano dei momenti in cui ci sono picchi di rendimento e anche i portieri subiscono dei periodi di difficoltà. Con la Roma sul calcio di rigore non ha responsabilità perché Dybala lo ha tirato bene. il secondo gol è stato un tiro da distante, ma calciato con una proprietà tecnica a giro e Vanja probabilmente era coperto da una serie di compagni di squadra e avversari che aveva davanti e quindi c’era poco da fare e sul terzo, il tiro in diagonale, era abbastanza ravvicinato e quindi non rilevo grosse responsabilità da parte sua. Ho giocato in quel ruolo e quando si subisce gol c’è sempre un appunto da fare all’ultimo uomo che deve difendere la porta. Ripeto, negli ultimi anni credo che Savic sia uno dei portieri più performanti e quando c’era a disposizione tutta la difesa titolare ha dimostrato questo. E’ uno dei portieri che è seguito anche dall’estero da club di Premier e dal mio punto di vista non indicherei in lui la causa delle problematiche del Toro nell’ultimo periodo, anche perché i granata sono stati parecchio sfortunati nelle ultime gare: con la Roma la prevalenza delle conclusioni è stata del Torino, 14 a 6, conto la Lazio, nonostante l’espulsione del difensore biancoceleste, anche, 24 a 7, come ha ribadito Juric, contro il Lecce, vincendo due a zero, pure, 12 a 8, e anche nel pareggio con il Sassuolo, 13 a 11, quindi sono momenti.
Il Bologna arriva da cinque vittorie consecutive (Sassuolo, Lecce, Fiorentina, Lazio e Verona, ndr) e ha 48 punti ed è al 4° posto, ma pur producendo un buon calcio è molto più fortunato nella finalizzazione nel tramutare il tiro a rete in gol, cosa che fa sempre la differenza, mentre il Torino non ha queste abilità e non è accompagnato dalla fortuna”.

Alcuni sostengono che Vanja essendo molto alto, 202 centimetri, è lento. Ma c’è una correlazione fra l’altezza dei portieri, che tutti preferiscono che siano decisamente alti, e la velocità con la quale riescono a essere reattivi nel scendere?
“Se pensiamo a Usain Bolt che era l’uomo più veloce del mondo è alto 195 centimetri e rispetto a Ben Johnson che è 177 cm i tempi di reazione di Bolt sono superiori e questo dipende da tanti aspetti, ma un portiere più alto arriva dove uno più basso non arriva per cui c’è sempre una compensazione fra i vari aspetti. La tendenza nel calcio moderno, on solo in Italia ma anche all’estero, va verso la direzione di avere portieri abbondantemente sopra i 190 cm, poi ci sono le eccezioni come Sommer dell’Inter 183 cm, ma gli altri portieri del panorama calcistico italiano e internazionale sono quasi tutti sopra i 190. Sicuramente un portiere con le caratteristiche di Savic copre meglio la figura, nel senso nelle parate sulla figura è molto più agevolato visto la stazza, i centimetri che ha. Potrebbe magari pagare n alcuni aspetti sulla reattività, ma, come dicevo, c’è sempre una compensazione, una media e dagli studi effettuati legati al ruolo risulta che maggiori centimetri favoriscano. Non mi sentirei di dire che Savic sia penalizzato dall’altezza, anzi per alcuni aspetti grazie  questo copre tutta la porta”.

La lettura delle situazioni, l’intuizione e il tempismo nelle uscite, soprattutto nell’area piccola, quanto sono fondamentali per un portiere?
“Recentemente parlavo di questo, delle uscite sia basse sia alte, con Petrelli che lavora per la Nazionale italiana e c’è una tendenza a limitare questo gesto tecnico-tattico perché molti portieri rinuncino a farlo perché adesso nello scontro di gioco con l’avversario penalizza perché viene dato il calcio di rigore. Ad esempio, Vicario al Tottenham sta pagando tantissimo questa sua capacità di lettura nelle palle alte perché in Inghilterra lo scontro con un avversario penalizza il portiere perché non fischiano il fallo. Quindi come si vede, in Italia e in Europa, molti portieri preferiscono magari coprire lo specchio della porta piuttosto che effettuare un’uscita e rischiare di prendere gol. Sicuramente un portiere con meno centimetri può essere agevolato, però ricordo Buffon e Zoff, anche se sono juventini non me ne voglia nessuno, erano portieri che avevano la caratteristica dell’anticipazione motoria che era data in primo luogo dall’esperienza in campo, e Savic in questo migliorerà con il passare degli anni, e in secondo dalle caratteristiche fisiche che avevano loro sulla lettura e quindi anticipavano. Ogni portiere ha delle caratteristiche e probabilmente riesce ad esaltare meglio quelle che ha. Savic è bravo con palla a terra nella chiusura uno contro uno perché essendo alto 202 centimetri copre molta porta”.

Vanja con i piedi effettua lanci lunghi, alle volte precisi altre meno, ma una volta si diceva che il portiere prima di tutto doveva saper parare e il resto semmai era un di più mentre adesso invece certi allenatori prediligono i portieri che sanno usare bene i piedi. Quanto incide questo?
“Il Brighton di De Zerbi, che è uno delle squadre che in Europa gioca il miglior calcio, ha due interpreti Steele e Verbruggen che sono abilissimi nell’iniziare la manovra dal basso con i piedi e sembrano più due centrocampisti e non due portieri. La tendenza nel calcio è questa: il portiere compie sette gestualità podaliche su dieci e le altre tre sono quelle tecniche specifiche del ruolo. Per cui la tendenza è quella di allenare il portiere nello specifico, a riconoscere le varie superiorità numeriche in alcune zone di campo, a giocare corto, intermedio e lungo. In questo Savic probabilmente nella giocata nella profondità è molto abile. Poi è logico che maggiore è la distanza del lancio e minore è la precisione del gesto tecnico. Il tutto però dipende molto dalla necessità o dall’idea dello sviluppo del gioco da parte dell’allenatore. Guardiola che fino a un anno e mezzo fa giocava tantissimo dal basso con il corto ha Ederson che è capace di calciare a 60-70 metri le palle nella profondità per l’uno contro uno. E’ il ruolo che è cambiato ed è molto più complicato, io già ero scarso ai miei tempi e adesso probabilmente non giocherei nemmeno”.

Il Torino ha nel suo organico dei portieri oltre a Vanja tre giovani Gemello, Popa e Passador. Ma un ragazzo come Gemello che da tempo fa il secondo in Serie A e non gioca quasi mai pur allenandosi sempre è meglio che continui così o per il suo percorso di crescita è preferibile che vada via, magari anche in categorie inferiori, e giochi con continuità?
“Io ho fatto tutto il percorso partendo dalle giovanili dell’Inter e poi C1, C2, Serie B, Serie A e sono tornato in B. Il giocare con scadenza abbastanza ravvicinata è il percorso necessario perché è l’unico modo per capire le distanze, sviluppare l’attenzione e avere la preparazione per la partita. Va da sé che il Torino è un club importante, un top club e quindi, mi si passi il termine, la vanità di poterci giocare è un fattore importante, ma allo stesso tempo la crescita avviene giocando e sperimentando magari anche in categorie inferiori. Serve mettersi in gioco. Adesso si va su portieri di 20,19 e anche 18 anni, ma un portiere matura veramente intorno ai 26-27-28 anni. Sommer ha 35 anni e vuole continuare a giocare perché dice che ha in questo momento una maturità che gli consente di vivere la gara nella modalità giusta. Quello del portiere è un ruolo completamente diverso dagli altri quindi pretende più tempo e più esperienza. Poi i fenomeni a 18-19 anni sono già pronti, ma lo stesso Vicario prima di arrivare al Tottenham ha dovuto fare esperienze nelle varie categorie. Lo stesso Provedel. Un ragazzo di 21-22 anni è giovanissimo. Io preferirei per un ragazzo di 21-22 anni che si mettesse in gioco, certo restare al Torino in un top club è, per certi aspetti, una situazione di confort perché si hanno delle certezze e invece magari in Serie C si rischia di non prendere lo stipendio oppure di prenderlo ogni tre mesi, però lì ci si fanno le ossa. Lo stesso Savic più passerà il tempo e più migliorerà, è relativamente ancora giovane.
La differenza che c’è fra i nostri portieri e quelli che provengono da altre scuole è evidente: nei fondamentali tecnici i portieri preparati in Italia sono veramente più bravi. Meret per due anni ha fatto panchina a Napoli e giocava Ospina, ma Meret è molto più forte di Ospina che però era più abile nel gioco con i piedi e proprio nell’interazione con il gioco. Comunque in Italia ci sono parecchi giovani validi. Carnesecchi, che fino a qualche settimana fa era seduto in panchina perché giocava Musso, ha un potenziale incredibile. Per Meret il Napoli ha investito 40 milioni e lo ha tenuto in panchina due anni a fare il dodicesimo ha ancora un potenziale incredibile. Sui portieri giovani va fatta una valutazione sulla specificità del ruolo”.

Ampliando il discorso, il Torino è a metà classifica, al 10° posto insieme al Monza, e guardando la classifica è ancora in grado di poter lottare per un posto in Europa oppure non più?
“L’ultimo posto disponibile, lasciando stare il discorso di quante squadre italiane andranno o meno in Champions, è il 7° che è occupato dalla Fiorentina che ha 41 punti, 5 in più del Torino. La Lazio ha 40 punti e il Napoli 37 quindi le speranze per il Toro ci sono. Peccato che i granata nelle ultime due gare abbiano perso punti perché, dal mio punto di vista, sia con la Lazio sia con la Roma il Torino meritava di più. Ma c’è molta altalenanza di risultati e basta pensare al Monza che ha gli stessi punti del Torino e nelle ultime cinque gare ne ha vinte tre però in precedenza ha avuto difficoltà perché era un po’ stato risucchiato nella zona più bassa della classifica. Con i tre punti un filottino di tre vittorie ti proietta verso una zona di classifica che lascia ben sperare”.

Le prossime due partite del Torino saranno contro Fiorentina e Napoli per cui ci sono ancora due scontri diretti.
“Ma certo. La Fiorentina ha battuto la Lazio, ma ha qualche difficoltà: propone gioco però subisce le ripartenze e quant’altro. Il Napoli non mi sembra che sia ancora “guarito” nonostante la cura Calzona e poi quattro giorni dopo la partita con il Torino dovrà affrontare il ritorno degli ottavi di Champions con il Barcellona e se passa il turno ci sarà anche entusiasmo per il campionato, ma se dovesse essere eliminato tutto diverrà più difficile. La Lazio il 5 marzo dovrà affrontare il Bayern Monaco anche lei nel ritorno degli ottavi di Champions. Anche la Fiorentina il 7 e il 14 marzo in Conference League deve vedersela con il Maccabi Haifa negli ottavi. Quindi perché no? Perché il Torino non dovrebbe continuare a sperare? Vista la classifica e ciò che produce, ricordiamoci che con  la Lazio ha fatto 24 tiri e con la Roma 14 anche se non tutti nello specchio, e per il Torino in termini di occasioni arriverà il momento in cui farà due tiri e saranno due gol e poi le partite se le giocherà con una modalità diversa perché la squadra mi sembra in salute. E poi recupererà Buongiorno. Se ci basiamo solo sul risultato delle ultime partite è vero che sono state due sconfitte, ma i dati dicono che il Torino arriva vicino a finalizzare e lo ha fatto anche nel pareggio con il Sassuolo quindi, mi auguro, che questa tendenza alla lunga pagherà.
Recuperare cinque punti alla Fiorentina non sarà facile, ma perché non crederci. La società ha lavorato con una modalità giusta e a gennaio è stata puntellata la squadra dove serviva. Zapata, arrivato in estate, non è un attaccante che tutti possono permettersi. C’è da essere fiduciosi e la rosa è abbastanza ampia e speriamo che i giocatori che sono fuori vengano recuperati il prima possibile perché potrebbero dare maggiore struttura. Del resto il Torino ha perso con la Roma e con la Lazio e ci può stare. E’ vero che ha pareggiato con la Salernitana, ma i punti che i campani hanno fatto a qualcuno li hanno sottratti. Io nelle valutazioni sul Torino considererei non solo il risultato, che non sempre dipende del tutto dal gioco, ma anche quello che la squadra granata fa in termini di arrivare a creare occasioni, che è importante rispetto alle avversarie che ha affrontato nelle ultime gare”.