ESCLUSIVA TG – Bucchioni: “La Fiorentina patisce gli spazi chiusi e l’aggressività dell’avversario, il Toro può approfittarne”
Enzo Bucchioni è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Bucchioni è editorialista di QS Quotidiano Sportivo e opinionista in trasmissioni sportive televisive e radiofoniche. Con lui abbiamo parlato di Torino e Fiorentina che si affronteranno lunedì sera all’Artemio Franchi.
Torino e Fiorentina si sono un po’ complicate la vita durante il campionato e stanno a metà classifica, più avanti i viola, ma entrambe con ambizioni ridimensionate. Che partita si può prevedere?
“Una partita fra deluse, di più la Fiorentina perché aveva come obiettivo dichiarato dal presidente qualificarsi per l’Europa League, e, invece, in questo momento è ottava e non vedo la squadra, almeno in campionato, in grado di reagire a questa situazione. I primi a non crederci mi pare che siano i calciatori che sono legati a un gioco che si può definire buono, ma interpretato in maniera moscia, ci vuole altra grinta per giocare a certi livelli e, soprattutto nel campionato italiano, non basta la tecnica perché ci vogliono anche grinta, aggressività e determinazione, caratteristiche che la Fiorentina ha avuto solo a fasi alterne.
Anche dal Torino mi aspettavo qualche cosa in più perché è stata costruita un’ottima squadra, non sono d’accordo con chi dice che il gruppo è stato costruito male, certo se ci fosse un difensore centrale più importante sarebbe meglio, ma ci sono giovani interessanti che hanno grandissime prospettive. Indubbiamente il Torino è un po’ calato rispetto a inizio stagione e per questo chiamo in causa anche l’allenatore, da Mihajlovic mi aspettavo di più. Non so esattamente che cosa sia successo, ma sicuramente qualche cosa è capitato, forse ha metodi troppo bruschi per un gruppo di ragazzi che invece di essere scossi, a volte, hanno bisogno di altro e così facendo si rischia di perderli. Anche dal punto di vista tattico mi sarei aspettato qualche varante in alcune situazioni. E poi bisogna anche fare i conti con i giovani che hanno un andamento alterno, non hanno grande continuità durante l’arco del campionato perché la continuità si acquista maturando e a molti giovani, soprattutto a centrocampo, bisogna dar loro tempo. Il progetto Toro, secondo me, resta comunque molto intrigante perché ha le basi, con qualche intervento nel prossimo mercato estivo, per andare avanti e costruire una squadra molto importante.
Ho fatto tutte queste considerazioni per dire che nella gara di lunedì potrà succedere di tutto, ma molto dipenderà dalla partita di questa sera in Europa League tra la Fiorentina e il Borussia Mönchengladbach. Se la Fiorentina dovesse essere eliminata dall’Europa League, lunedì con il Torino mi aspetterei una gara di grande importanza dal punto di vista dell’orgoglio, altrimenti a Firenze la delusione sarebbe totale. Sarà una partita particolare perché i viola sono già fuori dalla Coppa Italia e fuori dai giochi in campionato e di conseguenza se con il Torino non disputeranno una partita importante ci sarà contestazione. Parallelamente mi aspetto anche una reazione da parte del Toro, il carattere dei granata ultimamente si è un po’ perso, anche se forse in parte sta un po’ tornando e il periodo di crisi potrebbe essere in via di superamento, quindi la squadra di Mihajlovic potrebbe fare risultato a Firenze, proprio per le caratteristiche che ha, infatti, gioca in rapidità ed è abbastanza aggressiva e la Fiorentina soffre chi l’affronta in questo modo”.
All’andata il Torino batté la Fiorentina, ma era in un periodo molto positivo. Rispetto ad allora i viola sono più, meno o forti uguali?
“Direi uguale, però, dipenderà molto, come ho detto, dalla partita di questa sera. Dico uguale perché è una squadra che è sempre uguale a se stessa ed è questo che imputo a Sousa poiché in un anno e mezzo di lavoro non ha capito o ha trascurato un aspetto fondamentale del campionato italiano: le squadre si costruiscono dando un gioco e un carattere. Lui ha sempre cercato di lavorare sui movimenti, sul possesso palla e su tutto quello che è più teorico che pratico, ma poi quando la squadra è in campo quelle nozioni che sono necessarie a una squadra organizzata e che vanno bene, mancano di un’interpretazione diversa dal punto di vista caratteriale, si devono fare pressing intenso e raddoppi di marcature e nella fase difensiva va posta grande attenzione. La Fiorentina sotto questi aspetti non è mai cresciuta e non ha mai trovato stabilità di rendimento, magari tutto questo ce l’ha in una partita importante com’è stata quella con la Juventus, gara vinta e dove si erano preparati mentalmente perché si trattava della partita dell’anno, ma in altre dove l’interesse è minore queste caratteristiche vengono meno, la squadra deve sforzarsi per giocare a certi livelli non le viene spontaneo. Questo è il limite che aveva allora e che ha tuttora la Fiorentina, anzi in casa fa ancora più fatica perché in genere gli avversari si difendono perché conoscono le caratteristiche dei viola, e con gli spazi chiusi la Fiorentina va ancora più in difficoltà. Questo dovrà fare il Torino, se verrà a giocarsi la partita lasciando spazi aperti farà un favore ai viola, se, invece, Mihajlovic sarà intelligente e terrà la squadra coperta, chiusa e poi la farà ripartire in contropiede, sperando che Belotti torni a essere il solito “ira di Dio”, allora metterà in difficoltà la Fiorentina”.
Il Torino in trasferta fatica tanto a conquistare punti e comunque di solito gioca a viso aperto lasciando spazi di manovra agli avversari, quindi, o cambierà registro oppure farà così anche con la Fiorentina.
“Infatti, ho visto la partita con la Roma e quasi tutte quelle giocate dal Torino ed è proprio a questo che mi riferivo quando parlavo di Mihajlovic. Io sono un po’ contro gli allenatori che sono monocordi e integralisti. C’è una categoria di allenatori che avendo la loro personalità contro qualsiasi avversario se la giocano. Questo discorso va bene fino a un certo punto perché si deve avere la capacità tecnica o i giocatori per fare quel tipo di gioco, ma quando ci si accorge o si sa che l’avversario è più forte - parlo della Roma perché con la Fiorentina ce la si può anche giocare - ma si sa anche che va in crisi se non trova spazi, allora bisogna dire ai giocatori che si deve mutare strategia, pur andando la personalità e andando sempre in campo per vincere, che è la mentalità giusta. Non si può, pronti via, sempre attaccare se si hanno giocatori in calo dal punto di vista della condizione fisica o se sono tecnicamente inferiori all’avversario, insomma, un po’ di pragmatismo unito alla personalità e al gioco di squadra servono alle formazioni organizzate, ma al giorno d’oggi non si può giocare a calcio se non si è organizzati e non si ha personalità. Deve essere l’allenatore a colmare e a capire le lacune e a far giocare in modo più pragmatico la squadra in certe gare. Se fossi Mihajlovic lunedì saprei benissimo come giocare, a Firenze ha fatto punti anche il Crotone perché ha giocato nel modo che ho detto mettendo in difficoltà la Fiorentina, che ha limiti enormi quando non trova spazi. Se il Torino si presenterà al Franchi per giocare a viso aperto andrà di sicuro incontro a problemi, perché tecnicamente la Fiorentina è più forte”.
Belotti deve tornare a segnare, però non passano mai molte giornate senza che lo faccia, ma dovrà ottenere maggiore supporto da Falque e soprattutto da Ljajic, che sta deludendo nel Torino.
“Belotti tornerà al gol, ma in certe occasioni l’ho visto più uomo squadra, però, non si può pretendere che giochi per l’intero campionato a certi ritmi e livelli, anche lui ha margini di miglioramento. Ljajic lo conosciamo bene, con il Torino non dico che poteva essere l’ultima occasione per consacrarsi perché è ancora abbastanza giovane, ma è un giocatore che certe volte s’accende e molto spesso si spegne. L’ho visto arrivare a Firenze, era un ragazzino, e aveva già grandi qualità, era già un potenziale campione, e si pensava che con gli anni e la maturità sarebbe cresciuto, che avrebbe trovato continuità di rendimento e sarebbe riuscito a collegare la testa agli straordinari piedi che ha, invece, magari gli capita la partita in cui gli riesce tutto e periodi i cui non riesce a concentrarsi, gli è successo alla Roma e all’Inter e sta accadendo anche al Torino. E’ uno di quei giocatori che non sono definiti, gli manca la continuità. Ha i piedi del campione e se fosse anche continuo nel rendimento lo sarebbe diventato. Un po’ come Jovetic che ha giocato nella Fiorentina con Ljajic e si è anche lui un po’ perso, non lo so se si ritroverà adesso in Spagna e anche Ljajic rischia di fare la sua fine: un campione inespresso o potenzialmente un campione che diventa un giocatore inespresso. Credo che il problema di questi calciatori sia caratteriale, bisogna soffrire, rimboccarsi le maniche, lavorare duro durante la settimana, non basta avere la fortuna di essere capace a giocare, c’è tutto un contorno che questi giocatori faticano ad assimilare. Quando era qui Mihajlovic diceva che era colpa della Nutella se Ljajic rendeva meno di quello che poteva e molte volte l’ha scosso dicendo che mangiava troppa Nutella e per questo aveva qualche chilo in più, immagino che adesso la Nutella non la mangi più, sono passati cinque-sei anni e, purtroppo, non è risuscito a diventare uomo, calcisticamente parlando, è ancora un ragazzo che si diverte a giocare e gode della giocata che gli riesce, ma il calcio è altra roba e bisogna sempre essere presenti con la testa, con la rabbia e la determinazione”.
A parte quello che succederà alla Fiorentina in Europa League, lunedì si può supporre che sarà una partita dal risultato aperto?
“Sì, assolutamente. Lo dicevo prima, se il Torino interpreterà la gara nel modo giusto potrà fare risultato, la Fiorentina oltre a soffrire se ha pochi spazi patisce l’aggressività dell’avversario, e, alle volte, si specchia avendo un gioco per vie orizzontali e un po’ spagnoleggiante, per capirci. La morale, non si tratta di una frase fatta, è che la Fiorentina può vincere con tutti, l’ha fatto con la Juventus in una serata dove non ha sbagliato nulla, però, ha anche rischiato di perdere con il Crotone e venti giorni fa di perdere a Pescara, che all’epoca era sicuramente a pezzi, e per settanta minuti è stata messa sotto dagli abruzzesi, che non vincevano in serie A da quarantun partite. Questa è a Fiorentina: può vincere o perdere con chiunque e questo dà speranze agli avversari. Come dicevo prima, il risultato con il Torino è assolutamente aperto, anche se è vero che in casa non perde da tanto tempo, però, può incorrere in una giornata no. Molto dipenderà da Torino, se farà quello che dicevo prima ovvero chiudere gli spazi, giocare con aggressività e ripartire con i giocatori di grande qualità che ha, non dico fare le barricate perché chiudere gli spazi è altra roba, se farà attenzione, raddoppierà le marcature e sarà aggressivo nel recupero palla farà soffrire la Fiorentina. Essere veloce nelle ripartenze potrà essere l’arma in più del Torino perché la fase difensiva della Fiorentina è il maggiore punto debole che ha, basta vedere il numero di gol che ha subito, è una delle squadre della zona in mezzo alla classifica che ha incassato più gol, numeri da retrocessione, anche il Torino da questo punto di vista non è da meno, anzi persino peggio. Sono squadre che non hanno la mentalità di difendersi, il Torino ha aggressività, ma forse in mezzo alla difesa un errore Cairo l’ha fatto non prendendo un difensore centrale importante, ripeto, il presidente granata ha costruito una buona squadra, anche se vedo che alcuni giornali, senza fare nomi, lo attaccano pesantemente. Forse nel Torino si sono fidati nel recupero di Castan, non lo so, ma questa è la lacuna. La fase difensiva non la fa bene neanche il Torino, quindi, mi posso immaginare per lunedì una partita con tanti gol perché sono squadre che amano attaccare e molto meno difendersi, ma se la squadra di Mihajlovic vorrà fare risultato lunedì sera dovrà un po’ snaturarsi”.