ESCLUSIVA TG – Bruno: “Giocare per contenere la Juve? No, non è da Toro! Attaccare”

30.11.2014 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Bruno: “Giocare per contenere la Juve? No, non è da Toro! Attaccare”
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© foto di Federico De Luca

~~Pasquale Bruno è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Bruno, conosciuto per la sua proverbiale grinta, è un ex calciatore che ha militato nel Torino dal 1990 al ‘93 e in precedenza dal 1987 al ‘90 nella Juventus. Attualmente è socio con Jason Ferguson, figlio di Alex, della Elite Sport Group, società di procure sportive a Manchester ed essendo appassionato di mountain bike pratica questo sport effettuando gare. Con lui abbiamo parlato del derby di questa sera.

Il Torino giovedì con il Club Brugge ha giocato decisamente meglio che nelle partite precedenti, un segnale incoraggiante per il derby di questa sera?
“E’ vero, ha dato segni di Toro. Ha giocato con maggiore intensità, ha corso e ha dimostrato carattere, quindi speriamo per il derby, anche se mai come quest’anno la differenza di livello fra noi e la Juventus è abbastanza netta, ma confidiamo nell’orgoglio di questi baldi giovani”.

Che cosa dovrebbe fare il Torino, oltre a giocare con grande grinta e determinazione, per provare a sovvertire il pronostico che è a favore dei bianconeri?
“Il Toro per contrastare la Juve deve scendere in campo per “fare la guerra” nel senso che deve attaccare perché se farà come negli ultimi anni che ha aspettato la Juve chiudendosi in difesa i bianconeri un gol ce lo fanno. Allora preferisco una squadra da battaglia con due punte. Amauri deve giocare perché fisicamente può dare fastidio ai difensori bianconeri, quindi togliere un difensore e schierare un centrocampo folto, poi palla lunga su Amauri e andare a fare la guerra là davanti. Me la gioco, poi magari perdo, ma do l’impressione alla gente e ho la consapevolezza di essermela giocata fino in fondo, non come negli ultimi derby che siamo stati molto rinunciatari”.

Quindi lei schiererebbe Amauri in coppia con Quagliarella?
“Certo in attacco la coppia formata da Amauri e Quagliarella e dietro due difensori puri come si faceva ai miei tempi, non come oggi che si eccede schierando cinque difensori e quindi me la gioco. Ci vuole coraggio! Io punterei su una squadra coraggiosa che attacca la Juve, altrimenti si finisce per subirla e con il centrocampo che hanno i bianconeri si finisce per patire le pene dell’inferno. Mi auguro che sia un Toro vero, un Toro con le corna e che abbia voglia di fare “male” alla Juve. Lo so che abbiamo più possibilità di perdere che di vincere, siamo tutti consapevoli di questo, però, lo ripeto, spero di vedere un Toro che attacca e che ha rabbia, voglia, che corra e lotti su ogni pallone. Un Toro vero”.

Quindi anche a costo di esporsi al contropiede bianconero il Torino deve comunque attaccare?
“Preferisco attaccare e perdere tre a zero per averci provato piuttosto che essere rinunciatario sperando di contenere la Juve. Se devo vedere la scena dell’anno scorso quando la Juve ha fatto un quarto d’ora di melina all’inizio del secondo tempo e il mio Toro rintanato dietro allora me lo dicano subito così non guardo nemmeno la partita. Voglio vedere un Toro che va all’arrembaggio, pazienza se si perde perché comunque finire per perdere rinunciando a giocare non è da Toro”.

Con il Club Brugge e non solo, il Torino a volte ha lasciato un po’ isolati davanti Amauri e Martinez per tanto tutta la squadra deve supportare meglio le punte?
“Sì, è proprio quello che dicevo. Giocando con cinque difensori è logico che si perda qualche cosa a centrocampo, quindi togliere un difensore e mettere un uomo in più in mezzo in modo da supportare meglio le due punte. Palla lunga su Amauri senza tutti questi passaggini fra Gillet, Glik, Darmian e ancora indietro a Glik e a Gillet. Pochi ricami, tanta corsa e gomiti alti, come suole dirsi”.

E per quel che riguarda il resto della stagione, finora c’è stata molta alternanza fra alti e bassi, come vede il futuro a prescindere dal derby?
“Finora il più delle volte abbiamo visto un torello, passatemi l’espressione, senza palle, però c’è da tenere in conto che non ci sono più Immobile e Cerci che l’anno scoro avevano fatto più che bene, non era facile sostituirli e per tanti motivi non abbiamo visto un Toro vero, un Toro d’assalto. Soprattutto l’ultimo periodo, prima della gara con il Brugge è stato molto deprimente”.

El Kaddouri al termine della partita con il Brugge ha detto che la squadra ha dimostrato di non essere formata da brocchi, ma allora viene da chiedersi se non sono brocchi perché hanno disputato più di una gara non positiva? Oppure la squadra ha delle fragilità tali che alternerà sempre partite discrete ad altre negative?
“Alla fine la classifica difficilmente mente, non per nulla pesano i tre rigori sbagliati che se realizzati avrebbero voluto dire punti in più. Però se questi calciatori capiscono che giocare nel Toro significa avere soprattutto voglia, passione, orgoglio e odiare la sconfitta la gente gli perdonerà tutto perché il tifoso vuole vedere che chi va in campo lotta. Ho sentito che qualcuno si è lamentato dei fischi dei tifosi, ma anche il Toro in cui giocavo io è stato fischiato e di partite ne abbiamo perse poche, in tre anni abbiamo vinto la Coppa Italia, disputato la finale della Coppa Uefa eliminando prima il Real Madrid, siamo arrivati terzi in campionato e avevamo la migliore difesa. Mi ricordo che in casa abbiamo perso con il Cagliari cinque a zero e ci fischiarono e la gente ci contestò, con questo voglio dire che i fischi in una grande piazza ci stanno e anche in una piccola se i tifosi non sono contenti del rendimento della squadra contestano, quindi lasciamo stare le scuse perché se si gioca in una grande piazza e s’indossa una maglia gloriosa se si vince si è bravi e se si perde bisogna aspettarsi i fischi. Non è l’ambiente che ti fa perdere le partite, è normale che il pubblico sia critico. Quando s’indossa una maglia gloriosa, importante, storica e che è leggenda che cosa si pretende che quando si gioca male i tifosi applaudano pure? In tutte le città del mondo quando la squadra va male il pubblico mugugna. Non sbagliando tre rigori avremmo qualche punto in più, ma penso che quest’anno disputeremo un campionato tranquillo. Mi dispiace perché con il livello del calcio così scarso che c’è in Italia basterebbe poco per lottare per traguardi importanti. Se guardo la Sampdoria e il Genoa che sono quarta e quinto in classifica mi fa pensare perché non credo che abbiano speso più del Torino quest’estate per rinforzare la squadra. Per questo dico che basterebbe veramente poco per essere competitivi in questa valle di lacrime che è il calcio italiano, che è ormai ai minimi come qualità del gioco e non solo. Nonostante basti poco per essere competitivi noi tifosi granata ci accontentiamo di avere una squadra battagliera”.

Quindi a gennaio ci vuole qualche innesto mirato o serve di più?
“A gennaio la società qualche cosa farà, ma gli innesti vanno indovinati perché prendere qualcuno tanto per farlo non serve a nulla e tanto vale tenersi i giocatori che già ci sono. Ci terrei a dire una cosa”.

Ma certo dica pure.
“Mi auguro di non rivedere mai più la scena di un giocatore del Toro che dopo aver perso il derby andò sorridente in mezzo al campo a scambiare la maglia con un bianconero. Successe due anni fa quando Ogbonna diede la sua maglia a Marchisio e si fece dare quella del bianconero che aveva segnato due gol e il Torino aveva appena perso il derby tre a zero. Quando l’ho visto volevo morire, ero seduto sul divano di casa davanti alla televisione e avevo le budella che mi si attorcigliavano e il sangue mi ribolliva. Mai certi scambi, non dico solo da parte dei giocatori del Toro, ma pure viceversa, ci sono delle rivalità storiche che vanno rispettate, non si è mai visto un giocatore del Boca Junior scambiare la maglia con quello del River Plate, mai uno dell’Everton con uno del Liverpool. La maglia del Toro la si può scambiare con il Real Madrid o con altre squadre, ma non con quelle che sono rivali. Io non do la mia maglia a un rivale storico, la maglia va onorata e rispettata anche a partita finita. Un’ultima cosa, voglio vedere questa sera un Toro che attacca: corna basse e pedalare”.