ESCLUSIVA TG – Asta: “Torino-Napoli una gara che può essere decisa dagli esterni”
Antonino Asta è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Asta è un allenatore e ha militato nel Torino dal 1997 al 2000 e, dopo una breve parentesi di qualche mese al Napoli, ha continuato a giocarci fino al 2002. In seguito ha allenato gli Allievi regionali e nazionali, la Primavera granata dal 2005 al 2012 e poi ha fatto parte dello staff di Moreno Longo nel 2020. Con lui abbiamo parlato della partita di domani fra Torino e Napoli.
Il Torino dopo il pareggio con il Bologna è tre punti sopra il Cagliari terzultimo, il Napoli a seguito della vittoria sulla Lazio è a due lunghezze da Juventus e Atalanta e a tre dal Milan che è secondo. Gara importante e delicata, lei come la vede?
“Il Toro è da parecchie partite che ha cambiato aspetto e a Bologna, secondo me, meritava qualche cosa in più perché aveva fatto una buona gara venendo dall’entusiasmo della vittoria contro la Roma e ha proseguito facendo un’altra buona partita e se avesse osato un po’ di più forse avrebbe portato a casa il risultato pieno. Però è un altro Toro rispetto a qualche mese fa, ha un’altra marcia, ha un’altra convinzione, ha un’autostima diversa e sicuramente Nicola è stato bravo insieme ai giocatori a creare un’empatia fra tutti quanti. Ma questo non è bastato e ci è voluto anche quello che questa squadra ha nelle sue corde: qualità, anche se alle volte in certe partite si perde per strada ed è per questo che si ritrova al quartultimo posto. Vedo un Toro che sta bene mentalmente e fisicamente e anche i giocatori sono convinti nelle loro dichiarazioni. Ma, purtroppo e pur con una partita in meno giocata, le altre che lottano per la salvezza non demordono e per cui seppur il Toro stia facendo bene il Cagliari resta vicino, il Benevento ha gli stessi punti e la Fiorentina due in più. Non si può abbassare la guardia e occorre fare punti su punti. Il Torino e il Napoli, per me, sono le squadre che stanno meglio, infatti, vengono da buoni risultati e ottime prestazioni per cui sarà una partita veramente difficilissima per entrambe e il risultato è da tripla, ma è logico che il Toro abbia motivazioni importanti, però le ha anche il Napoli. Sarà una bella partita con giocatori importanti da una parte e dall’altra. Magari fino a qualche mese fa questo match sarebbe potuto essere svuotato di contenuti, ma ora non lo più perché il Toro è un’altra squadra e sta dimostrando veramente di poter scalare la classifica partita dopo partita”.
Quale può essere la chiave di questa gara per il Torino?
“Il Torino adesso dà la sensazione di essere una squadra equilibrata, compatta, che non si sfilaccia e che fa la partita cosa che prima faceva a tratti e questo mi piace. Magari durante la gara può avere dei momenti no, però, è una squadra che ha delle idee e potrà essere una partita importante sugli esterni. Il Napoli ha Insigne, Lozano o chi giocherà e dovranno essere bravi i tre difensori del Torino ad aprirsi e ad andarli a marcare se i quinti granata sono alti. Singo e Ansaldi o Vojvoda, Rodriguez oppure Murru se avranno alle spalle Insigne e l’altro attaccante dovranno, come dicevo, essere molto bravi i difensori del Toro ad andare a marcarli. Questa è la difficoltà che può avere il Toro e anche quella di andare a fare l’uno contro uno sugli esterni del Napoli con i quinti. La partita può essere decisa dagli esterni sia in fase offensiva sia in quella difensiva”.
Probabilmente al fianco di Belotti ci sarà Sanabria dal primo minuto, questo può aumentare le chance del Torino di rendersi offensivo?
“Anche Zaza nell’ultima partita si è sacrificato e con la Roma ha fatto un gol entrando nel corso della ripresa. Diciamo che adesso, indipendentemente da Sanabria che sta facendo bene, c’è nel Torino una convinzione diversa e, a parte Belotti che è unico, mi piace pensare che gli altri giocatori, chi ha giocato dall’inizio o chi è subentrato, hanno sempre fatto bene per cui non mi soffermerei a pensare se gioca Sanabria oppure un altro. Nicola ha delle alternative in più e deve sfruttarle al massimo come ha fatto finora”.
Verdi con la Roma ha disputato una buona partita, ma poi con il Bologna meno e ha sempre quest’andamento altalenante. Che impressione le sta facendo?
“Anche con l’Udinese Verdi ha fatto bene e Nicola gli sta trovando questa soluzione di fare la mezzala. Verdi ha indole offensiva, infatti, calcisticamente nasce esterno offensivo, seconda punta e, come ho sempre detto, fa fatica nella fase difensiva: pensiamo al gol del Bologna che è nato da una palla che ha perso a centrocampo. Lui non ha ancora la completa idea di difendere palla, ma credo che possa diventare un giocatore importante in quella zona del campo perché può dare fantasia; parte leggermente dietro e può saltare l’uomo creando superiorità numerica. Con il Bologna è stato così così, ma aveva fatto bene con Roma e Udinese portandosi avanti e questa può essere una soluzione. Deve però essere bravo Verdi a immedesimarsi in questo ruolo e ci vuol tempo perché non si passa dall’oggi al domani dall’essere eterno offensivo a diventare mezzala. Nicola ha avuto per lui una buona idea e può diventare un’arma importante in questa parte finale del campionato”.
Mandragora dal suo arrivo al Torino ha sempre giocato e non è mai stato sostituito, è il giocatore che mancava e che dà spessore al centrocampo?
“Assolutamente sì, per quello che ha fatto vedere è proprio il giocatore che mancava in precedenza. Ha ricoperto quel ruolo Rincon, ma non è il suo. Lo può fare Baselli, che però preferisce giocare più mezzala. Mandragora è proprio il play che mancava al Toro, l’elemento che detta i tempi e al quale piace avanzare e andare al tiro che, come si è visto, è ottimo. Ha un buon temperamento ed è un giocatore che è stato più che mai azzeccato a gennaio, come lo è stato Sanabria. Mandragora dà equilibrio a una squadra che aveva bisogno veramente di poco per essere migliorata. E Nicola, come dicevo prima, ha trovato non solo l’alchimia, ma anche l’empatia con tutti dando il giusto equilibrio in campo e mettendo i giocatori nel proprio ruolo. Mandragora in questo momento per il Toro è il valore aggiunto in mezzo al campo”.
Guardando la classifica e il calendario delle squadre che lottano per la salvezza, che percentuale dà al Torino di restare in Serie A?
“Ho sempre detto, anche nei momenti no e quando c’erano gli alti e bassi con Giampaolo, visto che conosco i ragazzi, sono praticamente gli stessi che avevamo con Longo lo scorso anno, che si tratta di una squadra che riesce a mettersi dietro tre o quattro avversarie e di conseguenza per me il Toro ha una percentuale altissima di salvarsi. I giocatori hanno dei valori per questo che anche in un’annata no si riesce a tirare fuori da loro qualche cosa. Ne abbiamo citati molti, ma ci sono altri giocatori importanti da Bremer a Sirigu che potranno aver trovato delle difficoltà a inizio campionato, come era accaduto anche l’anno scorso, ma poi alla fine la qualità del singolo viene fuori: in questa squadra ho sempre creduto. Mi auguro e spero che il Toro arrivi ad essere in una posizione tranquilla prima delle ultime giornate. Non c’è purtroppo ancora l’aritmetica certezza della salvezza, ma con una partita in meno giocata e con tre punti in più del Cagliari la percentuale di raggiungere l’obiettivo è alta. Come si diceva la partita con il Napoli sarà difficile, ma poi il Toro avrà gli scontri diretti con Benevento e Spezia, che ieri ha perso con il Genoa, che sono partite importanti. Il Torino che stiamo vedendo adesso mi piace, peccato non aver vinto a Bologna perché qualche punto in più sarebbe stato meglio, ma non mi è mai passato per la testa, neppure nei momenti no, che il Toro non si possa salvare e anche abbastanza bene”.
Per concludere parliamo un po’ di lei, è in attesa di tornare ad allenare?
“Sì, i campionati volgono alla fine per cui se ne riparla per la prossima stagione e sto cercando di trovare qualche progetto adatto a me. Qualche colloquio c’è stato, ma niente che potesse fare al mio caso per cui aspetto di ricominciare”.