Cicotello, il sogno di un giocatore argentino dal cuore Toro

08.11.2009 08:12 di  Marina Beccuti   vedi letture
Cicotello, il sogno di un giocatore argentino dal cuore Toro
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Alcuni anni fa mi scrissero dei giovani tifosi granata argentini. Facevano parte di un liceo dove avevano creato una squadra di calcio all'interno della scuola, battezzata "Torino Argentina". L'allora consigliere del Torino, Beppe Aghemo, si prodigò a mandare ai ragazzi delle tute griffate Torino, così che il nome della società granata fosse ben visibile in Argentina. Tra quei ragazzi ce n'era uno che faceva il calciatore quasi professionista, che spedì anche un video all'allora Torino di Cimminelli, per capire se poteva fare un provino. Non ebbe successo, ma Martin Cicotello, di origina italiana (laziale), riuscì a venire ugualmente in Italia, dove adesso abbiamo ritrovato alla Fermana. Il presidente della società marchigiana, Stefano Chiodini, tra l'altro è molto amico del tecnico granata Colantuono. TorinoGranata ha sentito Martin, un tifoso speciale. 

Martin in Argentina eri tifoso del Torino, com’è nata questa tua passione per una squadra lontana e in difficoltà ormai da parecchi anni?
"Da piccolo ho sempre guardato molto il calcio Italiano, è sempre stata per me una passione. In questo paese il calcio è una parte della vita quotidiana importante tanto come in Argentina. Abbiamo cominciato a seguire il Toro con un paio di amici e ci siamo interesantti anche della storia della squadra. Quando è succesa la tragedia dell'aereo, c'e stata una squadra che ha aiutato il Toro, il River Plate, per cui faccio il tifo fin da piccolo, quindi è tutto un insieme di cose che ci hanno fatto seguire il Toro al punto tale da creare una squadra con il nome TORINO ARGENTINA".

Com’è iniziata la tua passione per il calcio?
"Gioco a calcio da quando mi ricordo, credo che il primo regalo di miei genitori sia stato un pallone, ma ho cominciato a giocare a calcio quando avevo 14 anni, nella squadra della scuola, e non ho potuto piu farne a meno".


In Argentina in quale squadre hai giocato?
"Ho cominciato in una squadra di campionato regionale Ateneo Inmaculada, che era la squadra della mia scuola. Dopo sono stato scelto per fare il settore giovanile nell'UNION de SANTA FE, dove sono stato più di 6 anni, fino a che non sono venuto in Italia. Dopo sono ritornato e ho fatto un anno di serie C con il Centra Gallardo, vicino Santa Fe, mentre aspettavo i documenti per poter tornare in Italia".


Com’è andata questa tua avventura nel nostro paese e da quanto tempo sei qui?
"Sono venuto in Italia con un progetto di un procuratore argentino. Ha creato una squadra di tutti argentini, lo Sporting Genzano, che militava nell campionato di eccellenza in Basilicata. L'avventura è cominciata bene perchè siamo arrivati alla finale dei play off nazionali. Dopo ho giocato due anni in Puglia col Fasano e l' Altamura. In seguito sono andato in Abruzzo dove ho vinto il campionato con L'Aquila Calcio. Purtroppo ho sofferto di una cosa terribilie come il terremoto. Adesso gioco nella Fermana dove stiamo cercando di salire di categoria. Devo dire che mi vita "calcistica" in Italia e stata sempre positiva, ho vinto due Coppa Italia regionale, due campionati di eccellenza, tutto somato nelle squadre in cui ho giocato siamo riusciti a fare belle cose".


Qual è il tuo ruolo preferito?
"Sono una punta, però faccio anche l'esterno d'attacco, ruolo che occupo alla Fermana".


Speravi di fare una carriera diversa, cosa non ha funzionato?
"Quando fai il settore giovanile in una squadra di serie A speri sempre di poter esordire in prima squadra. Ma questo non è avvenuto. Ho trovato la chance di giocare qui in categorie minori, ma non mi pento di nulla. Credo che il calcio dà e toglie tante cose, ma sono contento di quello che ho fatto, tuttavia cerco sempre di migliorarmi".

L’anno scorso giocavi a L’Aquila, come si è mosso lo sport nella zona per aiutare la gente sfollata?
"Il terremoto e stata un'esperienza molto brutta. In particolare io ho avuto un finale non felice con la società di calcio, dopo che sono stato il capocannoniere della squadra e abbiamo vinto il campionato. Il presidente non ha tenuto un buon comportamento nei miei confronti. Ma al di là di questo noi, come giocatori, abbiamo fatto parecchie partite amichevoli per beneficenza, ad esempio con il Rosignano, con la Fermana e altre manifestazioni atte a raccogliere fondi. So che molti giocatori importanti hanno dato un grosso contributo alla città. Penso che la solidarietà degli italiani non ha limiti, sono sempre pronti ad aiutare, questa è una caratteristica molto bella, non solo degli sportivi ma di tutti i cittadini".


Ora sei alla Fermana, cosa ti aspetti da questa stagione?
"Spero di portare la Fermana nelle categorie che contano, è una piazza che lo merita sia per la societa che per i tifosi, che sono favolosi".

Qual è il giocatore argentino più forte che c’è in Italia?
"Ce ne sono tanti, ma credo che adesso Milito sia quello che riesce a stare uno scalino sopra gli altri, sia per la capacità di fare gol che per il lavoro che svolge per la squadra, è molto completo.


Cosa pensi del Torino?
"Il Torino adesso attraversa un momento particolare. Ma ha dei giocatori che sono sicuramente di categoria superiore. Bianchi, Di Michele, ecc. possono far fare il salto di qualita che avrà bisogno la squadra per andare in serie A. Il mister penso sia quello giusto per raggiungere il traguardo. I risultati arriverano presto".


"Un giorno hai sperato che ti prendesse il Torino, ci pensi ancora?
"Ho sognato da piccolo di giocare in una squadra importante, sarebbe stato qualcosa di incredibile per me. Non posso dire che ci penso ancora, ma qualcosa mi spinge sempre a fare meglio ogni anno, per cercare di migliorare la mia modesta carriera in Italia. Se arriva qualcosa del genere sarebbe come vivere un film!".