Beccaria: "Quando Bianchi spense il cellulare..."

04.05.2011 14:58 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: In collaborazione con Radio Beckwith
Beccaria: "Quando Bianchi spense il cellulare..."
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© foto di Federico De Luca

Mecu Beccaria è impegnato ogni giorno a gestire il Museo del Grande Torino e della Leggenda granata e l'Associazione Memoria storica granata, della quale ne è il presidente. Beccaria è effettivamente la memoria storica vivente perchè ha lottato per anni per ottenere quello che adesso è una realtà. Lui si schernisce: "Non voglio prendermi tutti i meriti perchè con me ha collaborato tanta gente, sempre a titolo gratuito, per cui i meriti vanno suddivisi tra tutti, soprattutto ci tengo a sottolineare l'importanza di Giampaolo Muliari, che è ormai un fratello per me, direttore del Museo e anche grande artista. Devo anche sottolineare che le difficoltà per mantenere viva la memoria non l'abbiamo solo trovata noi a Torino, ma è generale per tutte le squadre. E' il calcio moderno che ha preferito puntare più sulla spettacolarizzazione piuttosto che esaltare lo sport". Il 4 maggio è sempre un evento speciale ogni anno. "Non è solo un giorno, ma c'è una partecipazione collettiva che dura per settimane, è una grande partecipazione collettiva che serve anche ad unire le forze. E' bene ricordare che il Grande Torino ha un ruolo importante nel 150esimo anniversario della nascita dell'Italia, perchè, subito dopo la guerra, ha portato allegria e speranza in questo paese, grazie alle loro vittorie irripetibili".

Però a volte questo diventa un fardello per i giocatori attuali: "E' vero, qualcuno può sentirlo come un peso non indifferente, invece bisogna vederlo sotto un'altra ottica: deve essere da traino per il futuro, anche se la grandezza di quel Torino rimane ineguagliabile. Ma bisogna attingere a quei valori per trovare le energie per fare bene oggi".

Inizialmente si aveva l'impressione che il Torino Fc snobbasse un po' il Museo, poi le cose sono cambiate. "Credo che la visita fatta da Mondonico il 9 novembre, quanto portò tutto l'Albinoleffe a Villa Claretta, abbia dato una scossa. Poi il Torino ha deciso di venire in visita tutti assieme e da qui ogni volta che arriva un nuovo giocatore compie sempre il suo giro al Museo. Devo ringraziare Barile e Bernardi che ci stanno molto vicini".

Però, senza far torti a nessuno, è nato un rapporto speciale con Bianchi: "Chiaramente lui è il capitano ed è da più tempo al Toro, per cui si è instaurato un certo feeling. Conta anche il fatto che è un ragazzo molto sensibile. La prima visita l'ha fatta circa un anno fa. Voleva prepararsi al meglio per andare a leggere tutti i nomi stampati sulla lapide di Superga. E' rimasto con noi almeno un paio d'ore, dove ha fatto anche parecchie domande, tutte pertinenti. Questo ci ha colpito positivamente, soprattutto l'educazione che ha avuto quando, varcando la soglia del museo, ha spento il cellulare, un gesto sicuramente importante, ci teneva davvero a questa visita". Adesso Bianchi ha partecipato anche ad un DVD che uscirà proprio oggi: "Sì, ha dato il suo contributo, gratuito, per 'Gli eroi del capitano', i cui proventi andranno al Museo aiutandolo a migliorarsi". C'è qualche altro giocatore che ti ha colpito? "Sì, Biagio Pagano. Quando è venuto a trovarci ha dimostrato di conoscere molto bene la storia del Toro. Ma devo dire che anche Bassi ed Obodo hanno dimostrato una buona sensibilità".

Venendo all'attualità, ce la farà il Torino a venire in A? "Io sono un po' scettico, non tanto per la promozione in sè, quanto al fatto che non so quanto sia preparata la squadra a salire in A. Non riguarda tanto l'organico, che è di qualità, quanto la parte psicologica nell'affrontare un campionato difficile come quello della massima serie".

E sul futuro di Cairo cosa ne pensa Beccaria? "Secondo mie sensazioni, ci tengo a sottolineare che sono solo idee mie, Cairo ha già venduto. Poi magari non è così. Comunque vada, in A come in B, deve ritrovare un filo importante di unione con l'ambiente, quello che ha goduto nei suoi primi due anni di dirigenza".