Salernitana, il miracolo salvezza passa dall'Arechi. Nicola non ha più alibi

23.03.2022 11:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tmw
Davide Nicola
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Davide Nicola
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Il miracolo salvezza passa dall'Arechi. Guardando il calendario e considerando le due partite in più rispetto alla concorrenza, la Salernitana può ancora sperare di mantenere la categoria pur dovendo vincere almeno sei gare su dieci. Sembra impresa impossibile per una squadra che, su 28 incontri, ne ha vinti appena tre e tutti con quell'organico incomprensibilmente snobbato dall'ambiente ma che, tra mille problematiche, ha comunque tenuto a galla una nave senza condottiero, con pochi soldi a disposizione e che, alla mezzanotte del primo gennaio, rischiava seriamente di annegare. Anche per questo il tecnico Davide Nicola non ha più alibi. E' vero che, in un mese, ha affrontato Milan, Inter, Sassuolo e Juventus ed è vero che le statistiche certificano una crescita collettiva dei granata, ma rispetto ai suoi predecessori sta lavorando in condizioni più agevoli e, ora, non ci sono più alibi.

Contro il suo ex Torino, dopo la sosta, non c'è alternativa: la Salernitana deve vincere per non abbandonare anzitempo ogni speranza e proiettarsi alla prossima stagione. La sua media punti è inferiore a quella di Castori e Colantuono. Il primo, tra trust, trustee e ritardi estivi, ha battuto il Genoa, fermato il Verona e disputato partite eccellenti contro Bologna, Atalanta e Sassuolo senza dimenticare che, a La Spezia, giocò senza nove giocatori e perse dopo aver giocato un grande primo tempo. Il secondo ha avuto un calendario tremendo, ha convissuto con covid e infortuni (basti pensare che, contro la Lazio, in marcatura su Immobile c'era un ragazzino della Primavera), si è ritrovato dalla sera alla mattina con undici elementi nuovi (fuori forma o provenienti dall'estero) e, Sampdoria ha parte, ha comunque retto il confronto con Venezia (vittoria), Cagliari (pareggio), Spezia (pareggio) e Genoa (pareggio), senza dimenticare il colpaccio esterno con un Verona che, in quel momento, in casa dava quattro gol anche a chi ora lotta per l'Europa.

Nicola sapeva perfettamente che tipo di sfida stesse per affrontare e, ad ora, i problemi di prima non sono stati risolti pur con un organico numericamente più completo. La media gol subiti è tra le peggiori di sempre, le vittorie dopo un mese sono zero e il distacco dalla zona salvezza (-4 con due gare in meno dopo Verona) è ora di 9 punti. E solo le prestazioni ottime della vecchia guardia (Bonazzoli, Djuric, Gyomber, Kastanos, Coulibaly) consentono ancora di restare aggrappati a quel famoso 7% che è diventato tormentone in città. A proposito di città, il pubblico sta rispondendo con grandissima maturità dando spettacolo in tutti gli stadi d'Italia. Erano in 3000 anche allo Stadium, al punto che anche tanti tifosi di casa hanno applaudito la curva ospite. Quasi nessuno, in Italia, può contare su un seguito del genere in campo esterno. Ora sarà fondamentale la bolgia dell'Arechi e già contro il Torino si attendono ben oltre 12mila spettatori. Numeri che potrebbero essere nettamente superiori se il presidente Iervolino mantenesse la promessa originaria proponendo iniziative concrete per giovani, famiglie, scuole calcio e studenti e abbassasse il costo dei biglietti che è decisamente alto anche nei settori popolari. Sotto questo punto di vista, così come sul piano della comunicazione, c'è davvero molto da lavorare e migliorare. Ad ogni modo il tempo dei bilanci e delle sentenze è rimandato a maggio: la salvezza, calendario alla mano, è ancora possibile e la squadra al completo è allo stesso livello di Cagliari, Genoa, Venezia, Spezia e Sampdoria. Ma sia chiaro un concetto: comunque vada a finire meriti e demeriti sarebbero equamente divisi. Non sarebbe colpa dei "vecchi" la malaugurata retrocessione, non sarebbe un miracolo targato esclusivamente Sabatini-Iervolino la permanenza in A.