LIVE Stankovic: "Io il primo in discussione: con il Lecce è la gara della vita. Deve esserci pressione. Sorpreso dall'espulsione e non merito la squalifica"

09.11.2022 23:25 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin
Dejan Stankovic
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Dejan Stankovic
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L’allenatore della Sampdoria, Dejan Stankovic, fra poco in conferenza stampa commenterà la partita con il Torino.

La prestazione non è stata brutta, ma siete usciti sconfitti. Come potete riparte?
"La partita era stata preparata bene. Sapevamo qual’era la forza del Torino e abbiamo risposto e, come ha detto lei, non è stata una brutta Samp, ma di nuovo non è bastato, è arrivata un'altra sconfitta con zero gol fatti e due subiti che potevano essere evitati: sono stati mezzi errori che sono stati pagati cari. Anche il primo tempo contro la Fiorentina non era stato male, a parte il gol e l’errore di Amione, che ci poteva stare, ma non ho visto niente di che. Anche oggi nel primo tempo e fino al secondo gol abbiamo spostato un po’ l’equilibrio in avanti, ma non è bastato.  Questa sera non posso rimproverare ai ragazzi mancanza di impegno o le cose tattiche che io ho chiesto. Ci doveva andare bene un episodio, un minimo episodio a favore per darci la carica. Non è facile giocare perché sembra che tutti abbiamo una tonnellata sulle spalle e per certe decisioni che devono essere prese in campo si va in confusione: troppa per fretta, frenesia, voglia di strafare e di non sbagliare. Invece quando ci arriveranno uno o due risultati positivi questo ci darà più tranquillità. E questi ragazzi se lo meritano. Stiamo passando un periodo non felice. E siamo tutti in discussione: io per primo. Lo ripeto, l’avevo detto dopo la Fiorentina e lo dico anche questa sera. Dopo sabato, che per me sarà la partita della vita, dopo un mese che sono alla Sampdoria già posso classificarla la partita della vita. Dopo quella partita vedremo cosa succederà: siamo tutti in discussione, io per primo"

Quando subite gol, spesso alla prima occasione per gli avversari, non riuscite a reagire. Come mai?
"Scusa se ti interrompo, sono d’accordo con te. Non è facile, credimi. Adesso parlo come un uomo che sta vivendo con i ragazzi questa situazione e non come allenatore: sono qui da un mese e soffro insieme a loro tanto e non è facile. Fai le cose giuste, lotti, rispondi e cechi di creare e sulla prima mezza disattenzione subisci gol. Non è una scusa, e ti crolla una tonnellata addosso con tutti i problemi, con i giocatori che mancano, con questo momento nel quale non riusciamo a segnare. Se non sbaglio l’unica palla a tu per tu con il portiere facile, quella con Gabbiadini, l’abbiamo avuta a Cremona e dopo tutte le azioni sarebbero potute andare meglio. Ci arriviamo, anche questa sera una decina di volte, sulle fasce, facciamo cross, ma o è corto o è troppo lungo o lo prende il portiere. Forse uno o due sono rimasti lì e potevamo chiuderli meglio, ma non è facile credimi. Capisco i ragazzi questa sera hanno dato il 120%  e non è bastato, è frustrante anche per loro. Abbiamo parlato nello spogliatoio e ho chiesto il favore di preparare la gara contro il Lecce come se fosse l'ultima partita per tutti noi. Ok abbiamo perso, è il momento e mi dispiace tantissimo, soprattutto per i tifosi che hanno ragione a criticare perché non facciamo punti e gol. Capisco la loro frustrazione e la contestazione. Nella conferenza dopo la gara con la Fiorentina dicevo che ci prendiamo i fischi e anche gli schiaffi: tutto va nell’insieme di una situazione del genere. Sabato sarà una bella prova, da uomini e per tutti noi che facciamo questo mestiere"

Recupererà qualcuno per sabato?
"Léris di sicuro. Dopo la partita di sabato dirò tutto, ok? Ho anch’io qualche cosa da puntualizzare, ma aspetto quel giorno e dirò sui recuperi e su altro. Perché dobbiamo capire tutti in che momento siamo: mi serve ogni uomo, a parte i giocatori ci servono uomini e ci sono, ma da qualcuno mi aspettavo di più. Ma i nomi li faccio sabato"

Dicendo che con il Lecce è la partita della vita, non pensa di mettere troppa pressione alla squadra?
"Se non vogliamo la pressione e non viviamo con la pressione, secondo me, dobbiamo cambiare mestiere. Perché tutti i giorni, anche nella vita normale, viviamo sotto pressione. Ci sono altri tipi di pressione nella vita quotidiana e nella vita di tutti i giorni, ma levare la pressione nel calcio non esiste, ci sono quelli che lottano per i titolo, quelli per la Champions, noi per la salvezza. Ognuno di noi ha pressione. Penso che non esistano quelli che vogliono il successo e che arrivino ad ottenerlo senza pressioni addosso. Parlo di partita della vita e carico i ragazzi con maggiore pressione? Sì, questa volta sì. Nascondersi e dire come diciamo in Serbia “mettiamo i guanti”? No. Ci andiamo diretti: è la partita della vita. Voglio vincere in casa con il Lecce, sono qui da un mese e farò di tutto per vincere questa partita. So che non basterà, ma muoverà la classifica. Poi vediamo cosa succede. In questo momento è facile sparare sulla Croce Rossa, come diciamo in Serbia. Accetto tutto, ma dopo sabato vediamo dove siamo. Io per primo"

Ci chiarisce l'episodio della sua espulsione, che rischia di costarle la partita della vita?
"Questo dicevo prima quando parlavo della Croce Rossa, è anche questo sparare sulla Croce Rossa. Facile, a parte gli scherzi. Ho chiarito con i vostri colleghi in diretta televisiva su Sky e Dazn: i miei collaboratori hanno chiesto al quarto uomo perché sono stato espulso. Io pensavo perché ero entrato in campo, cosa che non si può fare. Tornando con la mente indietro ho visto tanti miei colleghi che protestando e urlando sono entrati in campo. Quando ho visto il cartellino rosso sono rimasto sorpreso. Noi contro la Fiorentina abbiamo preso un gol perché uno dei nostri era per terra, giusto non l’hanno visto e hanno proseguito l’azione e dopo poco abbiamo preso gol. Una partita dove noi pensavamo di cambiare un po’ la storia di quest’anno e invece dopo quel gol è andato tutto storto. La partita di oggi l’abbiamo preparata bene ed è successo lo stesso con Rincon: dopo un contrasto l’ho visto cadere male e si teneva il ginocchio. La mia prima reazione è stata che il Torino avrebbe buttato fuori la palla, invece Radonjic si è solo fermato un attimo e poi ha proseguito l’azione. Io allora sono partito di corsa e in serbo gli dicevo, senza fare tanti complimenti, di buttare fuori la palla. Gli ho detto con un po’ di frasi in serbo “buttarla fuori, buttala fuori”, ma il Torino ha continuato l’azione e abbiamo subito un altro gol dopo 30 secondi, ma se la palla fosse stata buttata fuori …, non sarebbe stata né la prima né l’ultima volta che una squadra lo fa. Non giudico il Torino, non c’entra niente il Torino. In quel momento era la mia frustrazione, poi sono tornato in panchina e dopo 30 secondi abbiamo preso gol, ma non pensavo al cartellino perché non mi stavo assolutamente rivolgendo all’arbitro e non l’ho insultato. Tornato in panchina e visto il rosso tra di me mi sono detto di non essermi reso conto che ero entrato un metro in campo. Non credo di aver commesso una cosa gravissima, magari il giallo. Dopo il rosso Juric mi ha abbracciato e mi ha detto “vai dentro”, ma io non sapevo il perché dell’espulsione. Lì i complimenti … quando si tappa la vena, ma non ho insultato l'arbitro neanche in quel momento. Assolutamente no. C'era dietro di me il bordocampista di Dazn che ha visto tutta la scena: chiedevo solo di buttare fuori la palla. Non ce l’avevo con l’arbitro, non c’entrava nulla. Se il quarto uomo dice che sono stato espulso perché ho insultato l'arbitro dico assolutamente no perché ce l’avevo con il giocatore che non buttava la palla fuori. Questa è l’unica spiegazione. Mi dispiace se mi squalificano perché non potrò essere a bordo campo e a entrare in campo di nuovo se servisse per aiutare i miei ragazzi. Sarebbe ingiusto squalificarmi. Non piango qui, era una mia fobia, una ma frustrazione perché tre giorni prima avevo perso la partita per un episodio simile. E qui metto il punto. Grazie".