Gallipoli, storia di una Serie B senza precedenti
Si può vivere nel calcio senza soldi? Difficile, molto difficile. Squadre obbligate a mantenersi, dirigenti e presidenti che si dimettono con la rapidità con cui si sceglie una maglietta: questa è la Serie B. Sono solo 5 le squadre che pagano regolarmente ogni mese i propri giocatori e tra queste non risulta purtroppo il Torino. La punta dell'iceberg? Il Gallipoli dell'ex granata Ezio Rossi, atteso sabato a Torino. L'ultima trasferta a Modena è stata fatta in treno grazie all'aiuto di Claudio, fratello dell'attuale allenatore e titolare della Movincar, azienda che si occupa della vendita di veicoli industriali con sede a Leinì. Anche la "gita" sotto la Mole sarà sponsorizzata dalla famiglia Rossi, così come il ritiro fatto dai giocatori salentini la scorsa settimana in un noto hotel-benessere alle porte di Lecce: tutto categoricamente pagato dall'allenatore più magnanimo che possa esistere.
"La situazione è molto difficile" spiega Rossi. "Abbiamo 18 palloni per l'allenamento, l’acqua la portano i tifosi, c’è gente che non viene pagata da mesi. Quando ho accettato, sapevo che non avrei visto un quattrino. E’ una realtà che se non la vivi, non ci credi. Ma io sono fatto così. Grazie anche ai miei ragazzi: sono stupefacenti". L'ultimo stipendio risale infatti ad ottobre. Sembra fantascienza, invece è la realtà almeno fino a quando qualcuno non potrà scrivere..."e vissero tutti felici e contenti".