Gabbiadini "Le candidate alla pronta risalita Atalanta e Siena"
Un mese e mezzo fa dopo il debutto a Fermo con l'under 21 ci avevi detto che era un periodo che non te ne andava bene una. Qualcosa è cambiato a quanto pare.
"Si nell'ultima settimana. Magari la fortuna è girata un po'. Solo un pochino però, dato che adesso sono infortunato (leggera contrattura, ndr). Forse proprio il fatto di avere avuto l'opportunità di vestire la maglia della nazionale mi ha dato la spinta giusta. Poi una volta arrivato il primo gol a Modena, ne sono arrivati immediatamente altri due. Forse bastava solo sbloccarsi...".
Raccontaci le sensazioni di questa settimana in cui hai messo a segno tre gol in meno di sei giorni e se adesso hai una maggiore considerazione nel tuo ambiente?
"Belle. Talmente belle che non so nemmeno come descriverle. Da parte dei compagni e del mister assolutamente nulla di nuovo, visto che ero già molto considerato e sullo stesso piano di tutti gli altri. Sono tutte persone eccezionali e ti assicuro che l'armonia è sempre ai massimi livelli tra noi".
Che ci dici di questa Serie B? Come hai trovato il livello e chi pensi possano essere le candidate a promozione e playoff?
"Io vengo dal campionato Primavera che è totalmente diverso. Cambia come il giorno e la notte. E' molto duro, devi confrontarti con gente che ha un bagaglio di esperienza sconfinato e quindi è molto impegnativo anche a livello mentale, oltre che fisico. Però la B è bellissima perché è soggetta a continui colpi di scena e fino alla fine tutto è in bilico. Le mie candidate per salire dirette sono Atalanta e Siena, che non dovrebbero faticare più di tanto. Le altre possono giocarsela tutte fino a metà classifica per entrare nei playoff".
E il Cittadella? Salvezza tranquilla o qualcosa in più?
"Prima conquistiamo la salvezza, poi quello che viene viene. Certo che se continuiamo a giocare così potremmo pensare a qualcosa di più, ma guai a perdere di vista l'obiettivo salvezza che per noi resta primario".
Tu e l'Atalanta: speri in una richiamo l'anno prossimo, magari in Serie A, o ritieni opportuno un altro anno d'esperienza in cadetteria?
"Non saprei risponderti, anche perché mancano oltre sei mesi al prossimo campionato e possono intervenire molte varianti. So per certo che dipende da me e da quanto di buono saprò dimostrare. Sicuramente ritornare in A con la Dea e con un presidente bergamasco (Percassi, ndr) come me, non sarebbe male. Vedremo quando sarà il momento".
Che cosa ne pensi del numero spropositato di extracomunitari del nostro campionato Primavera, del quale sei stato protagonista fino all'anno scorso con l'Atalanta.
"Difficile da dire con certezza, ma secondo me non è per quello che le nazionali non vanno bene. Cioè, non credo che se uno gioca bene e si fa valere, l'allenatore lo fa giocare. Se giocano gli extracomunitari si vede che sono più forti. Quindi io ne faccio una questione di merito".
L'under 21 di Ciro Ferrara ha dimostrato fin dalla sua prima uscita a Fermo di essere già un gruppo coeso. Pensi possa nascere, come dice qualcuno, un ciclo capace di rinverdire i fasti di un tempo della seconda squadra nazionale? Magari con Gabbiadini in attacco.
"Sicuramente avendo un allenatore come Ciro Ferrara, che è stato giocatore e lo è stato fino a poco tempo fa, sa bene come gestire certe logiche di gruppo. Magari si potrebbe pensare che la bella partita di Fermo è frutto della voglia di emergere di molti che come me erano alla prima chiamata e di altri che volevano far bella figura al cospetto del nuovo allenatore. Secondo me non è così semplice, è stato bravo Ferrara a trovare da subito la chiave per unirci tutti così tanto. Poi se da qui nascerà un ciclo vincente è prematuro dirlo. Speriamo. E casomai speriamo di farne parte".
Chi ti senti di dover ringraziare per essere arrivato a poterti giocare questa importante opportunità?
"I miei genitori sono stati importantissimi, facendo molti sacrifici per me. Oltre a loro devo dire grazie a Silvio Pagliari, il mio agente, che mi ha aiutato moltissimo a compiere tante scelte, anche difficili, e quindi devo ringraziare anche lui. Poi le altre persone sono state tutte importanti, a partire da tutti gli allenatori che ho avuto nel settore giovanile dell'Atalanta, che mi hanno insegnato molto".
Chi è Manolo Gabbiadini fuori dal campo? Cosa ti piace, e la cosa che proprio non mandi giù. Insomma raccontati un po' a chi non ti conosce.
"Direi un ragazzo estremamente tranquillo, che vive la sua vita umilmente. Mi piace uscire con gli amici, ma se devo stare a casa non mi pesa, dato che amo il cinema e mi diletto a guardare molti film. Il mio attore preferito è Willy Smith e il mio film preferito è "La ricerca della felicità" di Muccino con Willy Smith protagonista. Oltre al calcio sono appassionato di rally! Ma mi piacciono le macchine, il motocross e tutto quello che ha a che fare coi motori, ma non ho un pilota preferito. A tavola ho un debole per le lasagne".