Esclusiva Srweb: come Moggi influenzava la curva

02.03.2009 17:56 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: www.srweb.eu
Esclusiva Srweb: come Moggi influenzava la curva
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La curva. Il rettangolo verde è vicino, una bandiera viene spiegata e si cominciano a montare i primi tamburi. Con me ho sempre la mia vecchia sciarpa, sempre lei da anni. Arriva lo striscione ed i ragazzi cominciano a cantare. Manca poco, l'odore degli snack e del liquore al caffè si fa sempre più intenso. Ora lo stadio è quasi pieno e la curva scalpita. Un colpo del tamburo ed un battito di mani ad unisono scandiscono il tempo nell'arena calcistica. Un solo grido, un solo coro tutti insieme per cantare a squarcia gola . La mia squadra segna, il mio cuore batte forte, un boato sale in cielo e la gioia prende forma. Sorrido, abbraccio chi mi sta vicino, urlo, canto ed alzo al cielo la mia sciarpa, sempre lei da anni. Sono euforico e carico di adrenalina. La partita è finita, cantiamo ancora ed i nostri campioni vengono a batterci le mani. Di sicuro oggi ho vinto anch'io..! M.S.

 

Intervista realizzata da Marco Spadavecchia

 

Il mondo ultras: passione, orgoglio e dedizione. La recente storia delle curve bianconere è stata senza dubbio gloriosa e ricca di soddisfazioni.
TuttoJuve ha intervistato Massimo Lazzarini, volto storico della curva bianconera e grande personaggio pubblico.
Un lungo racconto quello di Massimo, dalle origini, la VECCHIA GUARDIA, gli IRRIDUCIBILI, ai BRAVI ragazzi, passando per la guerra tra gruppi ed il litigio con Luciano Moggi.
Un'avvincente storia ricca di passione e colpi di scena raccontata dalla voce del protagonista stesso, Massimo Lazzarini.

 


LE ORIGINI
''La mia storia di tifoso bianconero ha origini lontane. La prima partita della Juve vista allo stadio è stata proprio un Derby. Quando ero poco più che un bimbo, mio padre ha cominciato a portarmi
al Comunale per vedere le gesta della Signora ed è stato amore a prima vista. Da lì in avanti ho cominciato a vivere la vita del tifoso ed ammirare chi, con tanta dedizione e metodo, organizzava e dirigeva il
tifo della curva Filadelfia''.

 

QUANDO SEI ENTRATO A FAR PARTE DEL TIFO ORGANIZZATO?
''Alla vita degli ultras mi sono avvicinato in età adulta: dopo tanti anni passati ad osservare, nel 1989, alla fine dell'ultimo anno del Comunale, ho deciso di entrare a far parte di questo mondo e con mio fratello ho
fondato un gruppo chiamato gli HIGHLANDER. La stagione successiva, l'approccio con il Delle Alpi è stato positivo: insieme ad altri ragazzi, e grazie alle nostre pregresse conoscenze, ci siamo subito piazzati nel
secondo anello della Sud con il nostro striscione, in compagnia dei preesistenti gruppi quali FOSSA DEI CAMPIONI, CAOS e DRUGHI. Nei nostri primi mesi di attività abbiamo subito innovato la curva: le prime
docce di carta igienica e i primi fumogeni sono nati proprio da me e mio fratello''.

 

DAGLI HIGHLANDER AGLI IRRIDUCIBILI..
''Dopo pochi mesi di militanza con i miei ragazzi, è arrivata una proposta dal gruppo della VECCHIA GUARDIA, nella persona di Luca Dardo, che mi invitava ad entrare a fare parte del suo gruppo per coordinare e
condurre insieme tutti i ragazzi''.

 

IL TUO BUON LAVORO QUINDI E' STATO SUBITO PREMIATO?
''Evidentemente si, e lo dico con orgoglio. Felice dell'offerta, ho cominciato il mio lavoro in VECCHIA GUARDIA. Nonostante la tifoseria avesse origini datate (era l'evoluzione degli INDIANS, tifoseria che ai tempi del Comunale ammiravo in Filadelfia), e fosse già discretamente numeroso, con il nostro ingresso il gruppo è diventato davvero imponente.
Sono stati anni d'oro. Nel corso delle stagioni successive e fino al 1994 (anno della disunione dei gruppi), VECCHIA GUARDIA è diventata una delle più grandi realtà, riuscendo a farsi rispettare sia in casa che fuori. Nelle coreografie dell'epoca traspariva il nostro modo di tifare innovativo e colorato. E' stata l'era dei primi stendardi, dei grandi teloni con i quali coloravamo i settori e delle gigantesche fiaccolate di torce. La curva vista come una grande festa a cui tutti potevano partecipare, ma alla quale nessuno era obbligato a farlo. Un modo di tifare senza dubbio nuovo per quell'epoca. Eravamo un bel gruppo, potente e numeroso''.

 

IL RITORNO DEI FIGHTERS, LA FINALE DI ROMA NEL 1996 E LA FINE DELLA VECCHIA GUARDIA.
''I FIGHTERS, storica tifoseria di sinistra degli anni '70 scioltasi dopo la tragedia dell'Heysel, nel 1994 è ritornata con altri personaggi ed altre ideologie politiche a far parte della curva bianconera. Nei primi anni la
coabitazione in curva è stata pacifica, ma in occasione della finale di Roma del 1996 i FIGHTERS hanno deciso di appropriarsi di tutta la curva con la forza. All'Olimpico di Roma il gruppo condotto da Claudio Toia ha tolto tutti gli striscioni e, nonostante la mia forte opposizione (sdraiatomi al suolo avvinghiato allo striscione sono riuscito a non farmelo portare via) i FIGHTERS hanno preso il potere nella curva bianconera''.

 

DALLE CENERI DELLA -VECCHIA GUARDIA- E DAL ''MALCONTENTO'' NASCONO GLI -IRRIDUCIBILI-.
''Esattamente. Un vero ultras, che segue ed ama la propria squadra del cuore, non può mollare nonostante i poteri all'interno della curva cambino. Sono stato sei mesi a guardare con i miei uomini ciò che accadeva
dal terzo anello, e francamente non vedevo nulla di buono. Scarse coreografie e scarso tifo.
Al che, stufo di queste guerre intestine tra gruppi, nel 1997 decido di aprire lo JUVENTUS CLUB PEGASO in via Pianezza. Scopo del locale era quello di riunire tutti i supporter bianconeri, nessuno escluso.
Il Club riusciva a raccogliere gran parte dei tifosi della curva, potendo contare sul malcontento di tutti quei gruppi che non facevano più parte ufficialmente del tifo bianconero, i vecchi IRRIDUCUBILI, I CAOS, I
DRUGHI e Tony Acanfora in primis. Proprio il PEGASO, un club conosciuto da tutti i giocatori dell'epoca e che poteva contare su un'affluenza di più di 100 persone a sera, è stato il trampolino di lancio per
rifondare un gruppo nel quale noi tutti avremmo potuto tifare con i nostri vessilli, staccandoci dal monopolio dei FIGHTERS.
Dopo una serie di riunioni abbiamo deciso di riportare in vita il gruppo ''IRRIDUCIBILI'' .
E così, a Juve Parma, ci siamo trasferiti in curva Nord con il nostro nome apponendo uno striscione ''IRRIDUCIBILI CURVA NORD''.
Striscioni nuovi e colori diametralmente opposti rispetto ai FIGHTERS (nero su bianco invece di bianco su nero), volutamente e strategicamente affissi per sancire il distaccamento dal monopolio della Curva Sud.
Un' esperienza che è durata ben quattro anni, nei quali gli IRRIDUCIBILI sono stati una tifoseria incontrastata sia a livello di scontri che a livello coreografico. Siamo andati in molte città di Italia ''a spaccare
tutto..''. A Venezia abbiamo letteralmente fatto fare un bagno ai supporter veneziani, obbligandoli a gettarsi dall'imbarco...eravamo davvero incarogniti! ''.

 

COSA INTENDI CON PER ''INNOVAZIONE'' E ''NUOVO MODO DI VIVERE LA CURVA''?
''Prima di noi un solo tamburo cadenzava i cori dei tifosi e qualche megafono intonava le melodie da cantare.
Sotto questo punto di vista il nostro avvento ha rivoluzionato il palcoscenico ultras.
Nella nostra curva 50 tamburi davano la carica alla voce degli IRRIDUCIBILI e un impianto stereo con microfoni senza filo veniva utilizzato per guidare i cori dei tifosi.
Abbiamo anche vinto il trofeo ''TELECOM'' e siamo addirittura finiti sulle schede telefoniche, con una coreografia bellissima che raffigurava un cuore rosso in mezzo alla curva. Eravamo su tutti i giornali,
specializzati e non. Le televisioni, sia italiane che straniere, sceglievano puntualmente di riprendere le nostre coreografie in occasione di grandi eventi.
La nostra era una curva libera e dove non si faceva della politica ma del sano tifo ultras. La gente veniva invogliata a cantare, non obbligata''.

 

COME E' ARRIVATA A SCIOGLIERSI LA LA VECCHIA GUARDIA?
''In due parole? Luciano Moggi.
All'epoca avevamo ancora i contatti con la società: si poteva parlare, discutere ed avere i biglietti per i cosiddetti ''striscionisti'', coloro che entrano allo stadio 3/4 ore prima per allestire la curva. Vuoi, per invidia, vuoi per un complotto, ad un certo punto crolla la fiducia tra la società e gli IRRIDUCIBILI e vengono a mancare tutte le garanzie per gestire al meglio il tifo, nella fattispecie i biglietti per gli striscionisti. Da lì è nata una guerra con la società a base di contestazioni, cori e manifestazioni davanti alla sede e ai campi di allenamento''.

 

QUESTO TRATTAMENTO ERA RISERVATO ALL'ALTRA CURVA.
''Assolutamente no. Prima con la triade c'era un rapporto di fiducia: ricordo che a natale spesso ci incontravamo davanti ad un panettone io ed i miei stretti collaboratori insieme a Moggi, Giraudo e Bettega per discutere e pianificare il lavoro in curva. Da quando è venuta a mancare questa fiducia è crollato tutto. Siamo stati bersagliati dalle forze dell'ordine e abbiamo avuto una diffida, striscione compreso. Direttive specifiche della società per farci fuori una volta per tutte. In questo modo il gruppo si è disintegrato. La guerra con la società mi è costata molto. Oltre al fattore dei biglietti, noi contestavamo Moggi anche perché sapevamo che qualcosa non andava, e proprio per avergli dato del ''ladro'' sono anche stato denunciato. A causa dei danni scaturiti dalle proteste ai campi di allenamento del Comunale, essendo io capogruppo e quindi responsabile, ho ricevuto una multa di 850.000.000 di Lire dalla UEFA. Stavo finendo sul lastrico. Stavo bene, avevo due macchine ed ero responsabile di un supermercato. Dopo ho perso quasi tutto. Gli accesi diverbi avuti con Luciano mi sono costati ben sette processi e molte condanne. Mi sono stati sequestrati tutti i miei beni, la mia casa, e sono andato a vivere in una roulotte''.