DE LAURENTIIS: «Napoli, non mollo»
A volte uno sguardo vale più di mille parole: e l’espressione truce con la quale De Laurentiis s’infila nell’ascensore del terzo piano di Palazzo San Giacomo, è un poster dell’ira e dell’insoddisfazione del Napoli e della Napoli post-Tosel e post-Corte di Giustizia Federale: «Non mollo, anzi combatto» . L’ora di colloquio informale ( «un caffè e uno scambio di opinioni» ) che De Laurentiis si concede con Alfredo Ponticelli - l’assessore allo sport d’una città ferita dalle quattro giornate di squalifiche alle curve e poi beffata dalla riduzione a tre - è uno sfogatoio tra valutazioni sullle sentenze e idee da rinforzare per il futuro; ma, alla fine della rabbia accumulata dal presidente d’una società insofferente alle decisioni della giustizia sportiva, resta il volto e quel che filtra dalle pareti