Conte: "Vivo l'Inter h24 per riportarla tra i top club. Sono un martello, ma solo così si cresce"
L’Inter sarà il prossimo avversario del Torino fra sette giorni e per capire che tipo di sfida dovranno affrontare i granata è illuminante leggere che cosa ha dichiarato l’allenatore nei nerazzurri. "Sono un martello, lo so, ma solo così si cresce. Molto abbiamo fatto, molto ancora dobbiamo fare. Ho accettato l’incarico all’Inter sapendo di dover colmare i gap accumulati. Lavoro con questo mantra ogni santo giorno". Pensieri e parole di Antonio Conte, allenatore dell'Inter che si racconta a 360°, con focus specifico sul suo modus operandi in nerazzurro e nelle sue altre esperienza, ai taccuini de La Gazzetta dello Sport.
L'allenatore salentino spiega il suo lavoro da quando è giunto nel club di Suning, svelando chiaramente obiettivi personali e di squadra: "Vivo l’Inter 24 ore al giorno, senza sosta, con un unico obiettivo: aiutare la società a tornare stabilmente tra i top club, dove la storia vuole che stia. La vittoria finale non è mai scontata o garantita, si crea attraverso un lungo percorso fatto di passione, lavoro, fatica, sacrificio, cura dei particolari. Ho sempre lavorato nella mia carriera in questo modo, e quando un giorno, spero lontano, andrò via, di una cosa sono certo: l’Inter che lascerò sarà, sotto tutti i punti di vista, migliore di quella che ho trovato. Come è sempre successo in ogni società dove sono stato. Fedele a un monito caro agli All Blacks nel rugby: quando arrivi trovi una maglia, quando vai via lasciala meglio di come l’hai trovata".
Il mantra di Conte spiegato dal diretto interessato, nulla di meglio per capire il suo modo di ragionare da big: "Molti parlano solo della vittoria come se fosse lì, facile da raggiungere, a portata di mano. Io invece parlo della mentalità vincente. Della preparazione alla vittoria. Perché, vede, si può vincere un anno anche solo per demeriti altrui o perché ti gira tutto bene, ma essere una società vincente nel tempo è un’altra cosa. E il mio obiettivo insieme al club, è riuscire a riportare l’Inter a quel livello. Però bisogna essere chiari e non vendere fumo: non ci si arriva grazie a un acquisto e neanche solo per le capacità di un tecnico, perché dieci anni senza successi come quelli passati dall’Inter non sono casuali".