Cagliari, Padoin: "Toro? Tanta qualità, ma è discontinuo"
Ex-jolly e uomo spogliatoio di casa Juventus, il 34enne Simone Padoin, al Cagliari dal 2016/17, ha parlato dalle frequenze della trasmissione radiofonica Il Cagliari in Diretta: "Indossare la maglia del Cagliari ha un grande significato. Si sente che è una maglia pesante, importante per tutto un popolo. Maran? Ci ha fatto subito capire il suo credo calcistico. La sua fama lo aveva preceduto, ma si può dire che è stato una lieta sorpresa: è una persona diretta, con noi parla tanto, scherza. Inoltre, è seguito da uno staff capace formato da professionisti di grandissimo livello che lavorano in totale sinergia".
Barella? Nicolò negli ultimi due anni e mezzo ha avuto una crescita continua e mi ha sorpreso. Si vedeva subito, comunque, che avrebbe avuto un grande futuro, per me oggi è tra i primi due-tre migliori centrocampisti italiani. Pavoletti l'anno scorso ha fatto molti gol, ma in questa stagione basta lanciargli la palla, fa la lotta con i difensori, sa tenerla: ci sta dando una grossa mano.
Ho sempre sentito il calore dei tifosi, qui a Cagliari: sono stato accolto benissimo, poi sapevo che stava a me dimostrare qualcosa per poter entrare nel loro cuore. I tifosi apprezzano quando vedono che stai dando tutto te stesso, mettendoci grinta e determinazione. Sono regole di comportamento valide nella vita di tutti i giorni, che cerco di trasmettere anche ai miei figli.
La classifica è corta, con una vittoria sui granata ci avvicineremmo a posizioni di classifica interessanti, fermo restando che il campionato è lunghissimo e possono cambiare tante cose. Affrontiamo una squadra che finora non ha avuto molta continuità di rendimento, ma che dispone di tanti giocatori di qualità. Questa partita è uno step per dirci a che punto siamo: ci siamo allenati bene durante questa sosta, ricaricando le pile per prepararci alla maratona di otto partite, Coppa compresa, che ci aspetta da qui alla fine dell'anno".
A fine carriera mi piacerebbe diventare allenatore, partendo magari dai ragazzi, chissà, potrei anche specializzarmi come tecnico delle giovanili. La cosa più importante è entrare in sintonia con i propri giocatori, il resto viene da sé".