Zaza gioia e dolore, ma soprattutto rimpianto per quello che è solo a tratti

23.07.2020 12:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Simone Zaza
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Simone Zaza
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Verrebbe da dire a Simone Zaza: ma quando ti decidi a crescere? Peccato che abbia 29 anni, compiuti lo scorso 25 giugno, e che professionalmente parlando per un calciatore non sono pochi. Le sue prestazioni sono sempre costellate da luci e ombre e queste ultime spesso prevalgono. Anche ieri sera con il Verona prima che segnasse il gol (67’), che è valso al Torino il pareggio e un punto importante verso l’aritmetica salvezza, aveva fatto una partita negativa a iniziare dall’essere incespicato sul pallone mentre s’involava verso la porta avversaria su lancio lungo di Verdi (3’) e ha proseguito per lo più perdendo palloni e non riuscendo a dialogare con Belotti e neppure a interagire doverosamente con gli altri compagni. Poi la luce del gol che finalmente lo ha destato e così ha iniziato a lottare su ogni pallone, insomma a giocare come dovrebbe fare sempre.

La morale, quindi, è che non si tratta di un calciatore scarso, come ha già dimostrato in altre occasioni, ma allora perché troppo spesso non mette in campo ciò che sa fare? A essere gentili ci si chiede che cosa lo freni, anche se verrebbe piuttosto da andargli a urlare a muso duro in faccia che cavolo ti dice il cervello? Possibile mai che non si renda conto che così facendo si rovina la carriera da solo? Eppure è il primo ad ammettere i propri errori, infatti, nel post partita ai microfoni di Sky ha dichiarato: “Potevo fare meglio” ed ha anche aggiunto: “Sono il primo ad essere consapevole di aver fatto due anni al di sotto delle aspettative. Per fare gol bisogna giocare e io non ho mai giocato molto, ma mi prendo le mie responsabilità. Ho fatto tante partite al di sotto del mio livello”. E allora, visto che lo sai perfettamente e hai i mezzi e le capacità, quando ti decidi a crescere e anche a volerti più bene?