Vives: "Abbiamo meritato di vincere il campionato"

20.05.2012 19:48 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Vives: "Abbiamo meritato di vincere il campionato"
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

In questa stagione c’è anche il suo segno, soprattutto nella seconda parte.
“Un campionato che meritavamo di vincere perché era dall’inizio che stavamo in vetta, la serie B è lunghissima e questa è stata la dimostrazione che eravamo un gruppo eccezionale, infatti sono contentissimo per il gol di De Feudis che è un ragazzo che ha meritato di segnare in quanto è sempre stato al posto suo, è un ottimo giocatore e un grandissimo uomo”.

Ventura a inizio stagione diceva di aspettare che si sarebbe visto il vero Vives.
“Ogni giocatore da solo non vince mai niente, bisogna che tutti diano una mano. La vittoria è del gruppo e devo ringraziare i miei compagni che mi hanno aiutato a superare i momenti di difficoltà che ho avuto quando sono arrivato. Sono contento e in particolare per quelli che c’erano gli anni scorsi e hanno sofferto tantissimo e adesso si sono tolti una bella soddisfazione”.

Il suo ricordo più bello.
“Il ricordo più bello è sempre l’ultima partita perché quando si vince e si sa di aver raggiunto l’obiettivo che ci si era prefissati all’inizio del campionato e dopo tanti mesi esserci riusciti e vedere la gente felice, i compagni e la società è la cosa più bella”.

Lei è un tassello tecnico-tattico importante di questa squadra. Ventura potrà contare su di lei anche in serie A?
“Grazie, ora godiamoci la vittoria e poi ci riposeremo un mese, un mese e mezzo e riprenderemo con il lavoro per affrontare questa nuova avventura i serie A con il Toro e toglierci altre soddisfazioni”.

Lei ha una dedica da fare?
“A mia moglie, ai miei figli, ai miei genitori e a tutta la mia famiglia che in tutti i momenti di difficoltà che ho avuto mi sono stati vicino e mi hanno dato una grandissima mano, sono contento che oggi siano qui a festeggiare perché è una cosa molto bella per loro”.

C’è differenza fra la festa che lei ha vissuto due anni fa e questa?
“Tra me e me lo dicevo prima che quando siamo arrivati oggi allo stadio era pieno di tifosi e mi sono venuti i brividi in tutto il corpo, questa per me è stata la quarta promozione, una l’avevo vissuta fra la serie D e la C e tre dalla B alla A, ma è sempre come se fosse la prima. Questa è stata sofferta dall’inizio perché sapevamo che qui a Torino tutti si aspettano che la squadra vinca e gli avversari quando ci incontrano fanno la partita della vita e lasciano pochi spazi, ma penso che sul campo abbiamo meritato questa promozione”.

Lei è arrivato a Torino con il titolo di essere il miglior centrocampista della serie B, quanto le è pesata questa etichetta?
“Dico la verità non mi è pesato tanto, perché ho trovato un grandissimo gruppo che mi ha messo subito a mio agio, però appena arrivato ho avuto dei problemi fisici e personali che mi hanno condizionato all’inizio e quando non gioco tanto e non ho continuità perdo  un po’ di stima in me stesso. Pian piano ho avuto la fortuna di iniziare a giocare, grazie anche ai miei compagni che mi hanno dato la possibilità di mettermi in mostra, tutti insieme siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo”.

Dopo la gara con il Sassuolo come avete fatto a resettare la mente e presentarvi in campo oggi quando i tifosi avevano già iniziato a festeggiare?
“Noi sapevamo che non avevamo fatto ancora niente e io mi ricordavo che due anni fa si giocava in casa con il Cesena, avevamo il pullmann scoperto nel parcheggio, lo stadio era pieno, da una settimana c’erano festeggiamenti e ci bastava un punto per la serie A, stavamo vincendo di un gol a dieci minuti dalla fine e poi abbiamo perso due a uno e così abbiamo dovuto aspettare l’ultima giornata per avere certezze. Quindi dopo la partita con il Sassuolo sapevamo che ci mancavano due punti e che con il Modena era una partita importante, perché nessuno ti regala niente e infatti siamo andati in campo concentrati e abbiamo disputato, credo, un’ottima gara meritando la vittoria e la serie A”.

Oggi è il giorno dei festeggiamenti, ma guardando al futuro suo e del gruppo cosa si può intravedere?
“Io spero che ci sia la riconferma di tutti perché sono ragazzi eccezionali. Noi abbiamo dato tutto per raggiungere questo obiettivo e ora possiamo riposarci, poi starà alla società fare delle scelte, noi siamo a disposizione”.

Che importanza ha per lei ritrovare la serie A?
“Io potevo rimanere a Lecce in serie A, però ho voluto fare quest’esperienza al Torino e tutti mi dicevano di non farlo perché qui è difficile giocare, non si vince mai e l’ambiente è un po’ particolare, ma dentro di me mi sono detto di andare a giocarmi questa possibilità cercando di dare il massimo per vincere dove tutti dicevano che non si può vincere”.

Quindi non è vero che a Torino non si può vincere e che l’ambiente è così particolare.
“No, bisogna avere un po’ di equilibrio in più tutti quanti perché noi siamo umani e ci sta che sbagliamo una o due partite, però se un giorno siamo fenomeni e quello dopo non siamo nessuno non è facile. Quindi se c’è un po’ di equilibrio in tutto l’ambiente è una cosa molto importante perché è con l’equilibrio che si va avanti e nei momenti più complessi bisogna aiutare le persone che sono in difficoltà per cercare di metterle a loro agio in modo che possano dare il meglio”.

Però i tifosi sono sempre stati dalla parte della squadra.
“Sì, i tifosi sono stati eccezionali dall’inizio e infatti la cosa più bella è vedere lo stadio pieno e loro che festeggiano”.

La serie A è arrivata con un gol di Oduamadi e De Feudis, la rivincita di chi ha giocato meno?
“Sì, come ho detto prima per me è stata la cosa più bella vedere Odu e De Feudis segnare, Beppe è stato oltre che un ottimo calciatore anche un uomo eccezionale perché è sempre stato al suo posto e si è sempre allenato al massimo. Questo dimostra che ci siamo sempre allenati bene e chi veniva chiamato in causa  cercava di dare il massimo per contribuire a far sì che la squadra facesse bene e infatti il Signore ci ha messo del suo per far segnare chi ha giocato di meno”.