Vives: "Abbiamo meritato di vincere il campionato"
In questa stagione c’è anche il suo segno, soprattutto nella seconda parte.
“Un campionato che meritavamo di vincere perché era dall’inizio che stavamo in vetta, la serie B è lunghissima e questa è stata la dimostrazione che eravamo un gruppo eccezionale, infatti sono contentissimo per il gol di De Feudis che è un ragazzo che ha meritato di segnare in quanto è sempre stato al posto suo, è un ottimo giocatore e un grandissimo uomo”.
Ventura a inizio stagione diceva di aspettare che si sarebbe visto il vero Vives.
“Ogni giocatore da solo non vince mai niente, bisogna che tutti diano una mano. La vittoria è del gruppo e devo ringraziare i miei compagni che mi hanno aiutato a superare i momenti di difficoltà che ho avuto quando sono arrivato. Sono contento e in particolare per quelli che c’erano gli anni scorsi e hanno sofferto tantissimo e adesso si sono tolti una bella soddisfazione”.
Il suo ricordo più bello.
“Il ricordo più bello è sempre l’ultima partita perché quando si vince e si sa di aver raggiunto l’obiettivo che ci si era prefissati all’inizio del campionato e dopo tanti mesi esserci riusciti e vedere la gente felice, i compagni e la società è la cosa più bella”.
Lei è un tassello tecnico-tattico importante di questa squadra. Ventura potrà contare su di lei anche in serie A?
“Grazie, ora godiamoci la vittoria e poi ci riposeremo un mese, un mese e mezzo e riprenderemo con il lavoro per affrontare questa nuova avventura i serie A con il Toro e toglierci altre soddisfazioni”.
Lei ha una dedica da fare?
“A mia moglie, ai miei figli, ai miei genitori e a tutta la mia famiglia che in tutti i momenti di difficoltà che ho avuto mi sono stati vicino e mi hanno dato una grandissima mano, sono contento che oggi siano qui a festeggiare perché è una cosa molto bella per loro”.
C’è differenza fra la festa che lei ha vissuto due anni fa e questa?
“Tra me e me lo dicevo prima che quando siamo arrivati oggi allo stadio era pieno di tifosi e mi sono venuti i brividi in tutto il corpo, questa per me è stata la quarta promozione, una l’avevo vissuta fra la serie D e la C e tre dalla B alla A, ma è sempre come se fosse la prima. Questa è stata sofferta dall’inizio perché sapevamo che qui a Torino tutti si aspettano che la squadra vinca e gli avversari quando ci incontrano fanno la partita della vita e lasciano pochi spazi, ma penso che sul campo abbiamo meritato questa promozione”.
Lei è arrivato a Torino con il titolo di essere il miglior centrocampista della serie B, quanto le è pesata questa etichetta?
“Dico la verità non mi è pesato tanto, perché ho trovato un grandissimo gruppo che mi ha messo subito a mio agio, però appena arrivato ho avuto dei problemi fisici e personali che mi hanno condizionato all’inizio e quando non gioco tanto e non ho continuità perdo un po’ di stima in me stesso. Pian piano ho avuto la fortuna di iniziare a giocare, grazie anche ai miei compagni che mi hanno dato la possibilità di mettermi in mostra, tutti insieme siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo”.
Dopo la gara con il Sassuolo come avete fatto a resettare la mente e presentarvi in campo oggi quando i tifosi avevano già iniziato a festeggiare?
“Noi sapevamo che non avevamo fatto ancora niente e io mi ricordavo che due anni fa si giocava in casa con il Cesena, avevamo il pullmann scoperto nel parcheggio, lo stadio era pieno, da una settimana c’erano festeggiamenti e ci bastava un punto per la serie A, stavamo vincendo di un gol a dieci minuti dalla fine e poi abbiamo perso due a uno e così abbiamo dovuto aspettare l’ultima giornata per avere certezze. Quindi dopo la partita con il Sassuolo sapevamo che ci mancavano due punti e che con il Modena era una partita importante, perché nessuno ti regala niente e infatti siamo andati in campo concentrati e abbiamo disputato, credo, un’ottima gara meritando la vittoria e la serie A”.
Oggi è il giorno dei festeggiamenti, ma guardando al futuro suo e del gruppo cosa si può intravedere?
“Io spero che ci sia la riconferma di tutti perché sono ragazzi eccezionali. Noi abbiamo dato tutto per raggiungere questo obiettivo e ora possiamo riposarci, poi starà alla società fare delle scelte, noi siamo a disposizione”.
Che importanza ha per lei ritrovare la serie A?
“Io potevo rimanere a Lecce in serie A, però ho voluto fare quest’esperienza al Torino e tutti mi dicevano di non farlo perché qui è difficile giocare, non si vince mai e l’ambiente è un po’ particolare, ma dentro di me mi sono detto di andare a giocarmi questa possibilità cercando di dare il massimo per vincere dove tutti dicevano che non si può vincere”.
Quindi non è vero che a Torino non si può vincere e che l’ambiente è così particolare.
“No, bisogna avere un po’ di equilibrio in più tutti quanti perché noi siamo umani e ci sta che sbagliamo una o due partite, però se un giorno siamo fenomeni e quello dopo non siamo nessuno non è facile. Quindi se c’è un po’ di equilibrio in tutto l’ambiente è una cosa molto importante perché è con l’equilibrio che si va avanti e nei momenti più complessi bisogna aiutare le persone che sono in difficoltà per cercare di metterle a loro agio in modo che possano dare il meglio”.
Però i tifosi sono sempre stati dalla parte della squadra.
“Sì, i tifosi sono stati eccezionali dall’inizio e infatti la cosa più bella è vedere lo stadio pieno e loro che festeggiano”.
La serie A è arrivata con un gol di Oduamadi e De Feudis, la rivincita di chi ha giocato meno?
“Sì, come ho detto prima per me è stata la cosa più bella vedere Odu e De Feudis segnare, Beppe è stato oltre che un ottimo calciatore anche un uomo eccezionale perché è sempre stato al suo posto e si è sempre allenato al massimo. Questo dimostra che ci siamo sempre allenati bene e chi veniva chiamato in causa cercava di dare il massimo per contribuire a far sì che la squadra facesse bene e infatti il Signore ci ha messo del suo per far segnare chi ha giocato di meno”.