Ventura: "Di fronte al bivio si è giocato da squadra con anima e spirito"
Facendo una battuta lei aveva detto che se si andava in svantaggio con l’Empoli si poteva smettere la partita e andare a casa. Al gol di Lazzari qualcuno avrà temuto che lei lo facesse.
“Non è una battuta, alla fine del primo tempo ho detto ai giocatori che potevo andare dall’arbitro, visto che lo conosco, e dirgli di sospendere la partita e che ce ne andavamo oppure si tornava in campo e si giocava la partita. Eravamo di fronte a un bivio e i giocatori hanno optato per questa seconda opzione e quindi complimenti perché hanno giocato da squadra, hanno giocato con un’anima e uno spirito e voglio fare i complimenti in assoluto al pubblico perché quando è entrato Coppola l’ha applaudito e questo è un gesto di grande intelligenza, voglio ringraziare il pubblico perché quando nel primo tempo eravamo sotto di un gol ha applaudito, voglio ringraziare soprattutto il pubblico perché a inizio ripresa ci ha preso per mano. Io credo che questa squadra non possa fare a meno del pubblico, che piano piano sta capendo che questo gruppo merita questo pubblico e quindi sta nascendo qualche cosa di importante e il chiacchiericcio da bar non ci può intaccare e noi dobbiamo essere più forti del chiacchiericcio da bar”.
Forse all’inizio vi aspettavate un Empoli un po’ più chiuso nella sua metà campo?
“L’Empoli nel primo tempo è stato un po’ meno chiuso perché noi pensavamo al chiacchiericcio da bar, però se poi si vanno ad analizzare i numeri si nota che l’Empoli ha fatto un tiro nel primo tempo e un mezzo tiro da lontano nella ripresa e ha battuto due calci d’angolo. Noi abbiamo avuto una serie notevole di palle gol sia nel primo sia nel secondo tempo e alcune sono state clamorose. Quindi noi abbiamo vinto meritatamente, ma il problema non era se vincevamo o meno questa partita come dicono alcuni. Qui o creiamo le basi per qualche cosa d’importante o se si deve vivere alla giornata non vale neanche la pena starne a parlare. Se viviamo alla giornata allora se vinciamo siamo alti, belli e biondi e invece se perdiamo siamo piccoli, brutti e ciechi. Non funziona così. Se bisogna costruire qualche cosa prima di vincere una partita bisogna vincere altre partite: bisogna vincere la partita dell’ambiguità, dello scetticismo, delle conoscenze, di sentirsi protagonisti personalmente, di lavorare per diventare protagonisti all’interno di un gruppo. Tutto questo per dare qualche cosa alla città perché la tifoseria merita, tutto il resto, ripeto, è chiacchiericcio da bar”.
Sono servite più le sue parole nell’intervallo o l’ingresso in campo di Antenucci?
“Cosa si vuole che servano le mie parole, io non parlo mai nell’intervallo (lo dice senza guardare dritto negli occhi i suoi interlocutori, cosa che il mister non fa mai, ndr), non c’è bisogno di parlare, i giocatori sanno perfettamente che se vogliono possono. Mai come in questa partita ce n’è stata la dimostrazione. Devono solo avere, ripeto, serenità e consapevolezza”.
Il gol dell’Empoli è stata la scossa per cambiare atteggiamento dal primo al secondo tempo?
“Non è stata tanto una scossa, ma ci ha messo, come dicevo, di fronte al bivio al quale dovevamo dare una risposta, questo si. Perché se non ci avessero fatto gol continuavamo pensando di andare avanti con quel tran tran e non avremmo ottenuto molto. Il bivio era: o siamo quelli del passato o possiamo diventare quelli del futuro”.
Sta cercando di trasformare D’Ambrosio da terzino a esterno visto che lo ha mandato in campo posizionandolo davanti a Darmian?
“No no, non diciamo queste cose altrimenti si monta la testa (ride, ndr). Obiettivamente è che siamo anche un po’ stanchi: Iori ha sbagliato due o tre palloni, ma è dall’undici luglio che non salta una partita o un allenamento, Stevanovic anche lui è un po’ stanco e purtroppo Surraco si è fatto male. Abbiamo alcuno problemi e quindi dobbiamo gestire gli sforzi, anche perché in otto giorni giochiamo tre partite e in più un doppio viaggio aereo. La Reggina ha già vinto alcune partite tre a zero e allora ho detto al presidente che è meglio non andare così risparmiamo i soldi del viaggio (usa l’ironia il mister per far sottolineare e ribadire che i chiacchiericci da bar che possono destabilizzare devono essere banditi e chi li fa non vuole bene al Toro, ndr) poi se abbiamo voglia di andare ci andiamo lo stesso e perdiamo la partita. Lo dico prima che perderemo così c’è tranquillità”.
Oggi la Reggina infatti ha vinto tre a zero a Brescia, farà ruotare i giocatori?
“Speriamo che facciano loro il turnover. E’ indubbio che ci sarà qualche rotazione perché, come dicevo prima, c’è stanchezza e qualcuno non ha neanche più l’età”.
Farà riposare Iori?
“Iori lo stiamo portando noi a braccia a letto, lo andiamo a prendere, si sta consumando: gli sono rimasti i capelli e il naso (ride, ndr)”.
Ma da come Iori si muove in campo sembra che si stia divertendo molto?
“Io credo che, a parte un po’ di stress che in una piazza come questa c’è, ma è normale che sia così, e dove un po’ più di equilibrio, come ho già detto, non guasterebbe, secondo me, tutti si stanno divertendo in quanto stanno cominciando a capire. Oggi nel secondo tempo, sotto di un gol al Comunale, il famoso Comunale che mette pressione e ansia (ancora un po’ d’ironia da parte del mister, ndr), sono entrati senza pressione e stress che c’era nella prima parte della gara, e hanno creato quattro-cinque palle gol giocando da squadra con, come ho detto all’inizio, un’anima e uno spirito che ho apprezzato”.
Ebagua quando gli si è stato chiesto della bella classifica alla vigilia di due partite importanti ha detto che bisogna guardare solo a se stessi e che l’unico rivale siamo noi e bisogna andare a giocarsela ovunque. E’ la mentalità che vuole?
“Spero che abbia detto quello che pensava. E’ vero ed è quello che penso anch’io. Se si spera di fare risultato non si va da nessuna parte, se si è consapevoli che se si vuole si può i risultati arrivano. Poi nel calcio si può anche perdere e si può fare una partita sottotono, ma questo va accettato, anche il Barcellona, che è una squadra straordinaria, ha perso uno a zero in casa. Il problema non è questo, ma se si vince una partita casualmente senza un senso, senza un’anima si è ottenuto poco, però se anche solo si pareggiava la gara di oggi giocando come si è fatto nel secondo tempo questo diventa un segnale forte”.
Chi segue il Toro si stupisce di vedere la squadra che sa gestire i risultati perché era abituato a vedere finali da cuore in gola, è una dimostrazione di maturità del gruppo?
“Credo che un po’ di merito vada ai tredicimila tifosi che oggi erano allo stadio, il pubblico ha dato chiaramente la sensazione di aver capito che siamo agli inizi, ma che c’è serietà, c’è professionalità, c’è voglia di fare e c’è voglia di costruire. Quando dico costruire, come ho già detto in altre occasioni, significa non vivere alla giornata, non sperare di vincere una partita di campionato che lascia il tempo che trova, costruire significa gettare delle basi in modo tale che quello che è successo negli ultimi anni non accada più in una piazza come Torino”.