Ventura: “Derby? Partita a sé, abbiamo la presunzione di giocarcela”
Il Torino in confronto allo scorso anno ha un po’ più di consapevolezza e di maturità. Rispetto, ma non timore nei confronti della Juventus. Se vuole il Torino può disputare una partita importante. Immobile se non succede nulla giocherà.
Dopo più di diciotto anni è giunta l’ora di provare a vincere un derby?
“(Sorride, ndr) Speriamo che la maggiore età porti bene, era stato detto che a Bologna era trentatre anni che non si vinceva e lo abbiamo fatto”.
Cade un microfono, e Ventura commenta: i segnali sono abbastanza inquietanti, appena ho detto questo è crollato tutto, sono un po’ spaventato da questo.
“Per usare frasi che non sono mai state dette: il derby è una partita particolare e a sé”.
Ricade un microfono, e Ventura dice: non so se interpretarlo come un segnale inquietante o positivo.
“Certo sarebbe bello vincere un derby, io sono convinto che sia arrivato il momento di sfatare la tradizione e avevo detto che il terzo anno uno degli obiettivi era quello di provare a battere la Juventus, in questo derby o nel successivo, dando per scontato che questa volta sono sicuramente alla guida del Torino, mentre nella prossima non lo so se ci sarò, ma c’è la voglia di provare. Rispetto allo scorso anno c’è un po’ più di consapevolezza e di maturità, anche se ci sono stati tanti cambiamenti, però, devo essere sincero, c’è grande rispetto, non timore per una squadra che ha vinto due scudetti in due anni. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma altrettanto siamo consapevoli che se vogliamo possiamo fare una partita importante”.
Quest’anno la Juventus è più tecnica e forse meno feroce, la sfida è quindi un po’ più alla portata del Torino?
“Sembra, ma basta una partita per cambiare il giudizio. La Juventus finora ha vinto tutte le gare tranne con l’Inter e quindi non mi sembra che abbia avuto una brutta partenza, non so se è più o meno feroce che in passato, ma se a una squadra che in due anni ha vinto sue scudetti si aggiungono giocatori come Tevez, Ogbonna e Llorente e la consapevolezza della sempre maggiore forza credo che sia destinata a essere competitiva sia in campionato sia in Champions, vincere non è mai facile, ma se la giocherà fino in fondo su entrambi i fronti. Per utilizzare una frase mai detta: il derby è una partita a sé e per questo motivo noi abbiamo la presunzione di potercela giocare”.
In più occasioni la sua squadra anche l’anno scorso è andata vicina a ottenere un risultato importante, forse non ha avuto la “ferocia” per riuscirci?
“Mah, può anche essere, però, come dicevo, rispetto allo scorso anno abbiamo un po’ più di consapevolezza e maturità o esperienza, si può utilizzare il termine che si vuole. Lo scorso campionato abbiamo perso quelle famose cinque partite che, secondo me, avremmo meritato di vincere, ma sono state perse quasi tutte per demerito nostro e non per merito degli avversari. E’ evidente che sotto quell’aspetto dovevamo migliorare e credo che in parte lo abbiamo fatto, poi va detto che il pareggio con il Milan quest’anno non fa molto testo, forse potremmo disquisire sul pareggio con il Verona quando siamo andati due volte in vantaggio, ma disputiamo un campionato dove ci sono squadre con dei valori per cui se si sbaglia si paga e non ci si può permettere di sbagliare né all’inizio né alla fine di una partita. Penso che soprattutto fra i miei giocatori che c’erano già lo scorso anno ci sia maggiore consapevolezza e minore ansia di giocare il derby e allo stesso tempo più voglia di giocarlo”.
La possibile assenza di Pirlo può essere un vantaggio?
“Pirlo non gioca non perché è infortunato, ma per scelta di Conte e quindi vuol dire che se l’allenatore ha deciso così ritiene un altro giocatore più adatto e forte. La Juventus non cambia se gioca un giocatore o un altro, ha un suo modo di stare in campo, un suo sistema di gioco, una sua organizzazione, un suo approccio alla partita e conoscenze assolute. La funzione di Pogba, anche se ha caratteristiche diverse da Pirlo, è similare, sempre se giocherà l’uno e non l’altro”.
In proporzione è cresciuto più il Torino o la Juventus?
“Più il Torino perché noi avevamo margini di crescita abbondanti, mentre le Juventus ne aveva di minori poiché aveva dominato il campionato e se avesse avuto ancora margini di crescita vorrebbe dire che è diventata la miglior squadra del mondo, cosa che non è, è una grande squadra questo si, ma oltre a un certo limite non si può andare. La Juventus è quella di sempre ed è la squadra da battere, sono le altre concorrenti, soprattutto Napoli e Roma e anche l’Inter, che si sono rafforzate. Questo è un campionato più difficile rispetto a quello scorso perché ci sono cinque-sei-sette squadre sopra la media, mentre l’anno scorso i bianconeri non avevano rivali. Il Torino è cresciuto più che dal punto di vista tecnico-tattico da quello della consapevolezza e dell’esperienza. Fra serie B e serie A c’è una notevole differenza, checché se ne dica, e tra serie A al primo o al secondo anno c’è altra differenza: il primo anno si ha l’entusiasmo, però si paga in esperienza, mentre al secondo non dico che ci sia meno entusiasmo, ma sicuramente c’è più consapevolezza. E, credo, che lo stesso inizio di campionato dia conferme di quello che sto dicendo”.
Garcia ha detto che il derby non si gioca, si vince. Lei che slogan ha?
“E’ già stato detto, non posso ridirlo, ma dopo la Roma Garcia può venire al Torino, se deve tirare su l’ambiente: è l’allenatore perfetto (ironizza il mister, ndr). E’ una battuta a scanso di equivoci”.
Ma qual è il suo slogan?
“Sono contento di essere qui e saluto mia madre che non c’è più. Non ci sono slogan, ma per carità ne abbiamo. Quando sono arrivato, dopo aver conosciuto i giocatori, ho riconiato quello che avevo in un’altra squadra (il Bari, ndr): questo è un gruppo che se vuole può, non devono fare quello che gli viene detto, bensì quello che sentono e se lo fanno sono in grado di fare qualche cosa d’importante, non mi riferisco in particolare alla partita di domani, ma al campionato”.
Con gli arrivi di Tevez, Llorente e la crescita di Pogba si può dire che la Juventus ha un potenziale superiore a quello dello scorso anno, visto che nell’ultimo derby il Torino fino al gol di Vidal aveva tenuto testa ai bianconeri seppur non avesse segnato, quindi tatticamente la gara di domani è differente da preparare?
“E’ tutto vero, ma c’era stata anche una svista arbitrale abbastanza notevole, che se non fosse accaduta oggi non si parlerebbe di cercare di vincere un derby. Detto questo non cambia la preparazione perché la Juventus si è rinforzata in attacco, ma cambia leggermente perché è mutato l’atteggiamento tattico nostro, lo scorso anno avevamo dei giocatori con delle caratteristiche che ci permettevano di fare determinate cose, mentre quest’anno non li abbiamo poiché abbiamo modificato il nostro modo di stare in campo, quindi è evidente che dobbiamo avere un atteggiamento completamente diverso. L’anno scorso li avevamo bloccati sul nascere, Buffon non aveva mai giocato la palla perché avevamo chiuso tutte le loro iniziative e infatti non ricordo una parata di Gillet e loro ebbero pochissime occasioni, quest’anno, ripeto, il discorso cambia perché dal punto di vista tattico la nostra è una squadra diversa e avrà un atteggiamento diverso”.
Di solito però scendete in campo sempre con lo stesso atteggiamento.
“Certo che sì, ma sono dell’idea che se salgo sul ring a combattere contro Tyson difficilmente vinco, l’unica cosa che posso fare è dire a Tyson di giocare a dama e forse posso provare a vincere. Io domani proverò a giocare a dama, non a sfidare la Juventus in un incontro di pugilato, se lo facessi perderei. In base alle caratteristiche dei miei giocatori e al modo di stare in campo dobbiamo trovare delle soluzioni alternative a quelle dello scorso anno”.
Conte ha detto che non è sicuro che il Torino giocherà a viso aperto e che non scenderà in campo come fa sempre proponendo il suo gioco.
“E’ normale che le squadre che affrontano la Juventus non giocano nella loro metà campo, vorrebbero farlo, ma non ci riescono. Ma del resto Tevez, oggi il miglior giocatore al mondo, quando la palla è in possesso degli avversari passa il tempo a marcare il metodista degli altri, ma nessuno chiede a Conte perché gli assegna quel compito, questo è il modo di stare in campo dei bianconeri. Quello che ha fatto Meggiorini con Pirlo l’anno scorso, lo fa Tevez in tutte le gare. Noi faremo quello che potremo e che la Juventus ci permetterà e ciò che riusciremo a fare di nostra iniziativa, sapendo che in campo ci saranno valori diversi e il gap va colmato con adrenalina, organizzazione, consapevolezza e qualche intuizione furba se ci riesce”.
Sulla carta è meglio un centrocampo più muscolare o uno più rapido per provare a contrastare la Juventus?
“Oggi in serie A non è tanto un problema di rapidità o di muscoli, ma è un discorso di qualità. Per controbattere la qualità è difficile farlo con una sola componente, ci vuole qualità e non tutti sono Vidal, però si controbatte un giocatore del suo livello attraverso le qualità che si hanno abbinate all’organizzazione e alle conoscenze che permettono di supplire, tamponare, forse non eliminare, le doti dell’avversario. Quando dico questo non intendo nell’uno contro uno perché loro sono giocatori di livello assoluto, ma di cercare di farlo sul piano degli spazi, della lettura, delle conoscenze, delle traiettorie e delle varie situazioni. Quando dico che il Torino è consapevole delle difficoltà della partita e che allo stesso tempo ha voglia di giocarsela e perché sa che se vuole può”.
Se giocherà Llorente ci dobbiamo aspettare Rodriguez in mezzo alla difesa come con il Verona quando ha contrastato Toni?
“No, ci aspettiamo il rientro di Glik”.
Marchisio in due precedenti derby vi ha fatto gol, chi nel Torino può mettere in difficoltà la Juventus?
“E’ questo il motivo per cui Marchisio giocherà (ride, ndr). Da noi non c’è nessuno che porta bene perché non segniamo alla Juventus da tempo. Dovrei far giocare Pulici, ma non è in condizione”.
Gli occhi e le marcature saranno puntati su Cerci. Potrebbe essere la partita di Immobile?
“Immobile sta bene, ma non benissimo e se oggi non succederà una catastrofe sarà della partita, speriamo. C’è voglia di fare e credo che sarà un derby giocato”.
Come si ferma uno come Tevez?
“Di solito gli Apache vincono sempre, ho visto tanti film. L’unica volta che non ci sono riusciti è stato quando il governo li ha rinchiusi in una riserva, il governo non mi sembra di vederlo molto quindi le nostre speranze sono …. Spero che dimentichi le frecce. Obiettivamente credo che sia stato un grande acquisto, non tanto perché è una punta importante, ma soprattutto perché ha ulteriormente aumentato la mentalità, la determinazione e la voglia della squadra. Avevo visto di persona due-tre volte Tevez giocare a Manchester e si capiva che era un buon calciatore, ma non lo avevo visto con questo spirito e determinazione, quindi credo che sia merito anche di Conte e della società che hanno unito alle sue qualità tecniche questa grande disponibilità”.
Proverà qualche cosa a trovarsi come avversario Ogbonna, se giocherà?
“Niente, un conto è la tifoseria che può provare rammarico quando un giocatore passa da una squadra all’altra della stessa città. Professionalmente sono felice per lui perché ha raggiunto l’obiettivo, noi avevamo quello di lanciare i giocatori e il fatto che sia stato pagato il giusto prezzo e che piano piano s’inserisca sempre di più è positivo non solo per la Juventus, ma anche per la Nazionale. Avendolo conosciuto dal punto di vita morale è un fatto che merita, perché è un ragazzo impregnato di serietà, di volontà e se anche non sempre appare di umiltà, che sono tre componenti fondamentali per fargli raggiungere gli obiettivi che si è posto. Detto questo però se giocherà cercheremo di dargli un dispiacere, questo è sicuro”.
Dopo gli ultimi episodi arbitrali accaduti a Torino e Juventus si attende una direzione molto precisa?
“E’ un argomento difficile da trattare se la vi vede da un’ottica si commenta in un modo e se la si vede da un’altra in maniera differente. Mazzoleni come Rizzoli sono arbitri di valore assoluto, nel calcio l’errore ci sta. Io ho faticato a digerire l’episodio con il Milan perché esulava dal discorso degli errori”.
Forse perché si disputano tre gare in una settimana, ma non si percepisce nell’aria un grande clima derby. Concorda?
“Il derby non sarà mai una partita normale. Quest’anno arriviamo a questa gara con un po’ di rammarico e sarebbe stato bello arrivarci con minimo dieci punti, però da persona che ama il calcio sarebbe bello vedere domani il Comunale stracolmo in ogni angolo e ogni ordine di posto perché il derby merita questo. Noi fossimo ultimi a zero punti e la Juventus prima, allora capirei chi pensasse che cosa ci vado a fare, invece dico di provare a venire, magari a fine partita si potrà dire: io c’ero”.