Vagnati indirettamente ha confermato che il nodo del rinnovo dei contratti in scadenza dipende anche dal salario

26.05.2020 21:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Davide Vagnati
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Davide Vagnati
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Alla domanda su come agirete per i tre giocatori Ansaldi, De Silvestri e Ujkani e l'allenatore Longo che sono in scadenza di contratto il 30 giugno in vista della ripartenza e tenendo conto che il campionato continuerà ben oltre quella data e ne caso non fosse trovato un accordo non potrebbero più giocare in quanto non più tesserati del Torino oggi pomeriggio il neo direttore tecnico del Torino Davide Vagnati ha risposto testualmente: “Mi fa piacere che abbia questa grande fiducia in noi nel senso che non siamo sprovveduti. Noi abbiamo ovviamente dei dettami dall’alto e non è solo il Torino ad avere questa problematica e ci sono tante altre società ad avere giocatori in scadenza e non solo giocatori in cadenza, ma anche in prestito fino al 30 giugno e poi un’opzione et cetera et cetera. Noi stiamo aspettando quelle che saranno le linee guida ovviamente della FIFA e della FIGC per quanto riguarda il tesseramento e poi anche per quel che riguarda il discorso dei contratti perché oltre a quello che ha detto lei magari in una stagione sportiva un calciatore ha un certo tipo di salario e nella stagione sportiva successiva ne ha un altro. Quindi ci sono tante cosa da analizzare ed è evidente che non è il Torino di per sé o ogni squadra del campionato che debba autonomamente decidere cosa fare, ma ci dovrà essere una linea guida che immagino che a breve, se si dovesse ricominciare, debba essere presa in esame perché è una cosa molto importante questa”.

Sul fatto che ci debbano essere delle linee guida per tutte le società non si discute, altra cosa è se le si aspetta solo perché l’intenzione già presa è quella di non proseguire nella prossima stagione con i giocatori e l’allenatore che hanno il contratto in scadenza il 30 giugno o, ulteriore variabile, se si vuole prolungare il contratto dei suddetti anche oltre il termine di questa stagione, ma a cifre differenti ed evidentemente ribassate. Già perché se il Torino o qualsiasi altra società di calcio volesse rinnovare il contratto a un suo tesserato può in qualsiasi momento sedersi intorno a un tavolo con il diretto interessato e discutere dei termini al fine di trovare un accordo. Evidentemente se però l’intenzione è quella di abbassare di una certa cifra lo stipendio è palese che la controparte, nello specifico il giocatore o l’allenatore, magari è un po’ più restia ad accettare e può essere che si guardi legittimamente intorno per vedere se c’è qualcuno che offre di più o almeno uguale a quanto aveva finora percepito oppure in alternativa a fronte di cifre ribassate offra un contratto più lungo.

Al Torino già quando il direttore sportivo era Bava si parlava del rinnovo dei contratti soprattutto di Ansaldi e De Silvestri e i bene informati dicevano che il nodo era che la società offriva stipendi inferiori e durata del contratto annuale e al massimo con l’opzione per un altro anno in quanto si trattava di giocatori che avevano superato i trent’anni, infatti, Cristian ne compirà 34 il 20 settembre e Lorenzo ne ha fatti 32 tre giorni fa. Teoricamente anche quando ci saranno le linee guida i calciatori potrebbero non accettare il prolungamento, ma questo non avverrà e non avverrà neppure per Ujkani e tanto meno per mister Longo perché sono tutti professionisti seri, ma è molto probabile che questo possa portare a fine stagione a un addio se non di tutti loro, almeno per più di uno perché la distanza fra l’offerta e la richiesta resta distante per addivenire ad un accordo che soddisfi tutte le parti in causa. Va detto che per quel che riguarda mister Longo il discorso è un po’ differente da quello dei giocatori perché a prescindere da tutto non è assolutamente detto che il Torino voglia continuare con lui come allenatore anche nella prossima stagione e forse neppure se dovere riuscire a mantenere il Torino in Serie A facendo disputare alla squadra dignitose partite, e non sfaceli come successo negli ultimi match prima del lockdown, nelle restanti 13 gare se il campionato dovesse effettivamente riprendere. Nel calcio ancora più che altrove tutto gira sempre intorno ai soldi.