Toro bravo nel gestire il primato, però carente nel gol

I granata a Crotone non vanno oltre lo zero a zero, creando poche palle gol, malgrado un buon possesso palla. D'Ambrosio s'infortuna e nel secondo tempo al suo posto entra Di Cesare. Coppola decisivo in più occasioni.
19.11.2011 19:04 di  Elena Rossin   vedi letture
Toro bravo nel gestire il primato, però carente nel gol
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Il pareggio, in trasferta, a reti inviolate con il Crotone per il Torino è positivo perché mantiene i granata ben saldi in vetta alla classifica visti anche i tanti infortuni - l’ultimo capitato all’Ezio Scida a D’Ambrosio al nono minuto del primo tempo, il terzino destro è rimasto in campo per tutta la prima frazione di gioco, ma ha poi dovuto arrendersi al dolore causato da una botta appena sopra il ginocchio sinistro - e la squalifica di Bianchi, ma allo stesso tempo lascia con l’amaro in bocca perché la squadra di Ventura crea troppe poche occasioni da gol e segna poco, infatti è decima per numero di reti segnate, solo diciannove. A fronte di un attacco non particolarmente prolifico c’è una difesa granitica, che in sedici gare ha incassato solo otto gol con una media di mezzo gol subito a partita.

 

La partita con il Crotone ha visto il Torino correre pochi pericoli e nelle uniche occasioni in cui i padroni di casa hanno provato a segnare si sono trovati di fronte un Coppola che rappresenta sempre più una sicurezza fra i pali: dopo trenta secondi conclusione di Sansone deviata in angolo dal numero uno granata, al 33’ palo di Sansone su tiro dalla distanza lievemente deviato da Coppola; mentre nella ripresa al 20’ tiro dalla distanza dei padroni di casa  con l’estremo difensore del Torino che vola a deviare in angolo, al 32’ punizione di Calil che tira direttamente in porta ma non sorprende Coppola che respinge con i pugni, al 37’ tiro da lontano di Gabionetta con palla deviata dalla difesa ospite e Coppola che in due tempi fa sua la sfera. Per il resto nel primo tempo il Torino ha avuto sempre il gioco in mano ed ha, come d’abitudine, mantenuto il possesso palla, creando però ben poche occasioni da gol ed andando ancor meno al tiro finale: al 21’ Sgrigna supera due avversari e serve Antenucci che stava tagliando centralmente e che ricevuta la palla stoppa di petto e tira, ma il Crotone si salva in corner, al 28’ Ebagua viene anticipato prima che riesca di testa ad insaccare il pallone in rete, al 36’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo Glik si trova una invitantissima palla, ma perde l’attimo per tirare. Nella ripresa il Crotone imbriglia meglio il Torino e i granata peccano un po’ perché non mantengono sufficientemente la palla bassa e impostano meno il gioco rispetto al primo tempo. Al 2’ subito una conclusione di Sgrigna che vede deviare in corner dalla retroguardia del Crotone il suo tiro, al 17’ Sgrigna mette una palla al centro per l’accorrente Antenucci che serve Ebagua, ma all'ultimo la difesa dei padroni di casa blocca la conclusione, al 29’ Verdi, largo a destra, riceve palla, si accentra e prova il tiro di destro, ma Bindi para.

 

Sicuramente gli uomini di Ventura hanno accusato l’ennesima tegola che è caduta loro sulla testa ovvero l’infortunio a D’Ambrosio che ha lasciato la squadra priva di terzini destri, infatti è toccato a Di Cesare sacrificarsi entrando in campo e posizionandosi, anziché in mezzo al reparto difensivo, al posto dello sfortunato compagno. Saper gestire il vantaggio in classifica in un momento di difficoltà dovuto ai tanti infortuni e alla squalifica di Bianchi è una prova di grande maturità del Torino, ma rimane comunque forte la sensazione che se la squadra granata osasse di più in attacco e fosse più precisa nei cross - anche con il Crotone troppe volte il generosissimo Stevanovic ha saltato l’uomo e poi non ha servito a dovere il compagno vanificando quanto di buono aveva fatto – e nei tiri in porta – Egagua in Calabria non è stato in giornata di grazia - certi pareggi li trasformerebbe in vittorie. Dispiace in modo particolare, in questo sedicesimo turno di campionato, che alcuni risultati degli altri campi dove erano impegnate squadre che cercano di contendere la vetta al Torino (Sassuolo-Brescia 1-1, Padova-Grosseto 0-1) avrebbero permesso ai granata, se avessero vinto, di aumentare la distanza.

 

La crescita del Torino deve avvenire nel numero di occasioni da gol che devono essere create. La solidità difensiva sta garantendo la permanenza in vetta, ma l’avere una media gol da squadra di metà classifica sta comportando un rallentamento nella corsa alla serie A. Il creare poche occasioni da gol e di conseguenza il segnare poche reti potrebbe alla lunga non compromettere il ritorno in A, e questo va ben sottolineato, ma rende il proseguo della stagione caratterizzato da una maggiore pressione da parte delle squadre avversarie. Il Torino negli ultimi sedici metri è una squadra normale. Gli attaccanti granata non sono scarsi, ma forse non sono del tutto compatibili fra loro. Sicuramente i molti infortuni occorsi agli esterni Pagano, Guberti e Surraco, costringendo al sacrificio Antenucci, costretto a giocare in una posizione a lui non consona, condizionano il rendimento del reparto offensivo, però nonostante questo l’incisività sottoporta è inferiore a quella di una squadra che crea gioco ed è capace di mantenere un elevato possesso palla. Creare un maggior numero di occasioni da rete e poi saperle concretizzare è l’impegno che la squadra deve prendere, anche in vista di quelle solide basi che devono essere poste per poter affrontare un campionato dignitoso il prossimo anno in serie A.