Torino, il mercato non va

La rosa malgrado il passare dei giorni non è incrementata. C'è il rischio che per l'inizio del ritiro manchino buona parte dei giocatori che dovrebbero costituire il nucleo dei titolari. I tifosi delusi e arrabbiati sempre più si allontanano dal T
07.07.2011 11:02 di Elena Rossin   vedi letture
Torino, il mercato non va
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© foto di Federico De Luca

Il calciomercato chiude il trentun agosto alle ore diciannove, e su questo non ci piove. Però il Torino è una squadra praticamente da rifare e il recente passato ha dimostrato, senza possibilità neppure di un piccolissimo dubbio, che ridursi all’ultimo a prendere i giocatori rimasti, perché in esubero nelle società di appartenenza o perché sono una totale scommessa per la categoria, porta al massimo, come accadde due campionati fa, a disputare la finale dei play off e a perderla. Iniziare la preparazione estiva con i titolari in ogni reparto è fondamentale per porre le basi di una stagione che vuole avere come epilogo il ritorno in serie A.

Anche se nelle prossime ore fosse annunciato l’arrivo del difensore centrale Kamil Glik o di qualche altro giocatore il giudizio sulla prima parte del calciomercato del Torino non può mutare e resterebbe negativo, perché mancano ancora troppi giocatori che sono indispensabili per allestire la rosa. Il giudizio negativo gioco forza finisce per coinvolgere il direttore sportivo Gianluca Petrachi, che però grandi colpe non ha in quanto costretto a intavolare trattative per prestiti e comproprietà che piacciono pochissimo alle altre società e a proporre ingaggi abbastanza bassi che non soddisfano i procuratori e di conseguenza i giocatori: fare la spesa senza soldi è praticamente impossibile. Visto che Petrachi agisce senza portafoglio la responsabilità diventa tutta del proprietario granata Urbano Cairo, nessuno ovviamente lo accusa di non essere Paperon de Paperoni, ma la sua strategia nella gestione della società non portando i risultati che lui stesso indica, ovvero il ritorno in A, lo mette nella scomodissima posizione di predicare bene, ma di razzolare male.

I tifosi sono sempre più preoccupati e di giorno in giorno si accresce il numero di quelli che pensano che il Torino ormai sia destinato nella migliore delle ipotesi a essere ridimensionato a realtà da cadetteria o nella peggiore, che prima o poi, faccia la fine di gloriose società come Pro Vercelli o Alessandria. Ancor più grave è che una parte, seppur al momento esigua però in aumento, di sostenitori del Toro ritenga che sarebbe meglio sparire dal panorama calcistico, piuttosto che continuare in questa lenta agonia. Con queste premesse il numero degli abbonati per la prossima stagione, anche a fronte di abbonamenti ribassati, sarà inferiore a quello dello scorso campionato. Come continuano a diminuire le presenze allo stadio, anche il numero degli abbonati alle tv a pagamento potrebbe diminuire e di conseguenza la cifra che proviene dai diritti televisivi è destinata a ridursi, perché le televisioni a pagamento i conti li sanno fare perfettamente e anche le altre società e quindi se diminuisce il bacino d’utenza è inevitabile che si riduca anche il guadagno dai proventi tv, che rappresenta una grande fetta dell’incasso societario. Cairo dovrebbe riflettere su questo e valutare se non sia meglio spendere oggi per formare una rosa adeguata, per poi guadagnare domani oppure risparmiare qualche euro oggi e non incassare nulla domani.