Torino, Cairo: "Ora mantenere la rosa e fare opportuni innesti per la A"
Da dove si può partire per raccontare che l’obiettivo serie A è stato centrato e che si può far festa?
“Partiamo da quando l’arbitro ha fischiato e si è vinto due a zero, tre punti conquistati e ottantadue in classifica e serie A matematica. Quindi questa è stata una grande gioia per me e tutti noi, perché ci lavoravamo dai primi di giugno quando è arrivato il mister, ma ci lavoravamo anche da prima poiché sono tre anni che ci stavamo provando: il primo anno un po’ di sfortuna si è accanita nei nostri confronti, lo scorso anno avevamo fatto tutto noi ed è andata male e quest’anno, finalmente, abbiamo fatto tutte le cose giuste dall’inizio. Abbiamo dato la squadra al mister entro la metà di luglio e quindi la squadra all’ottanta-novanta per cento era fatta per l’inizio del ritiro e poi lui e i giocatori hanno fatto molto, aiutati evidentemente dalla società, ma grandi capacità da parte di Ventura e dei giocatori che lo hanno seguito mettendoci tutto quello che avevano e imparando molto di quello che lui ha insegnato loro dal punto di vista della tattica e del gioco; poi naturalmente hanno acquisito certezze perché quel tipo di gioco se lo si assimila e lo si fa bene è un gioco che dà molte certezze e molta personalità. Per cui poi siamo arrivati, finalmente, ad aggiudicarci questa promozione che per noi era molto importante in quanto obiettivo fondamentale e devo dire che è stato un campionato giocato con la voglia di vincerlo, condotto in testa praticamente dall’inizio e poi quasi continuativamente e credo che su quarantun gare giocate almeno trenta da primi in classifica o anche di più. Un campionato condotto sempre in testa, ma un campionato che chiama a volte a appuntamenti difficili come lo è stato martedì con il Sassuolo, ma avendo vinto, questo ci ha dato la possibilità di arrivare oggi ad avere il primo match ball. Anche quella di oggi però era una gara di cui non si doveva sbagliare l’approccio perché quando si pensa di essere già in A, infatti si era quasi festeggiato martedì scorso e c’era un clima di grande euforia e la cosa mi preoccupava molto ieri sera e anche oggi prima della partita, dicevo che non si era ancora fatto nulla e la partita con il Modena andava vinta per non doversi giocare la vittoria del campionato e la promozione nell’ultima gara, questo poiché nel calcio non si sa mai e lo si è visto quando il Verona ha pareggiato con l’AlbinoLeffe una partita che avrebbe dovuto vincere e io pensavo che la vincesse”.
C’è differenza fra la gioia forse un po’ inaspettata che ha provato nel 2006 quando era un presidente debuttante e quella di quest’anno che è stata una gioia un po’ sospirata e a lungo programmata?
“Allora fu un po’ una sorta di veni, vidi, vici (stando alla tradizione è la frase con cui Giulio Cesare annunciò la vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II a Zela nel Ponto e significa venni, vidi, vinsi ed indica un’impresa compiuta con un successo rapido, totale e senza particolari difficoltà, ndr) tutto fatto in grande velocità dalla campagna acquisti in sette giorni, alla squadra che partì subito benissimo poi ebbe qualche rallentamento alla fine del girone d’andata però poi si riprese benissimo e completò nel migliore dei modi il campionato con l’apoteosi della finale dei playoff con il Mantova. In quell’occasione ci fu grande entusiasmo però quasi non si ebbe modo di capire dove si era e cosa era successo, oggi invece dopo sette anni di presidenza e gli ultimi tre in serie B ovviamente c’è una diversa consapevolezza e in questi tre anni tante cicatrici sul corpo che inducono a ricordare i momenti difficili. Ma la cosa fondamentale è che nei momenti difficili si deve sempre cercare di andare avanti e non mollare mai, perché poi come sempre accade se si ha la perseveranza e si cambiano anche le scelte che si sono fatte migliorando e imparando dai fatti avvenuti di conseguenza il sole torna a splendere anche se oggi piove, ma il sole splende dentro di noi”.
Ventura definisce questa stagione un anno zero, Lei concorda con questa affermazione?
“Direi di sì, è un anno zero nel senso che è un anno di fondazione dal punto di vista del nostro organico, infatti sono arrivati molti giocatori nuovi e hanno recepito dal mister un modo di giocare e di stare in campo che probabilmente non era quello che conoscevano precedentemente, perché lui ha un suo modo molto differente rispetto a quello di altri allenatori, ma i giocatori lo hanno metabolizzato veramente molto bene. E’ stato un anno zero anche perché è ritornato un grande entusiasmo che sembrava un po’ sopito, ma in realtà era lì come la fiammella sotto la cenere e quindi anche da questo punto di vista molto bene. E’ un anno zero perché adesso si deve cercare di fare le cose giuste nella massima categoria per alimentare l’entusiasmo senza voler fare grandi proclami o grandi promesse, che non è il caso di farle ed è meglio evitarle, ma chiaramente bisogna lavorare bene come si è fatto quest’anno facendo le scelte giuste al momento giusto e cercando di mantenere una squadra che ha fatto bene con opportuni innesti che sono certamente importanti e utili”.
Quindi i rinnovi di Petrachi e Ventura e magari dare all’allenatore per l’inizio del ritiro la squadra formata diciamo al settanta per cento?
“Petrachi e Ventura avevano già rinnovato tempo fa e quindi da questo punto di vista tutto bene e abbiamo rinnovato già un po’ tutti nel senso che le figure chiave sono tutte e quante ai loro posti con i contratti per il futuro anche pluriennali, per cui oggi quello che conta è che abbiamo tempo davanti, molto in più di altri anni, per fare le scelte giuste: decidere la squadra, fare gli interventi, per trattare le comproprietà, per fare i rinnovi e i riscatti e prendere giocatori nuovi che magari stiamo seguendo da tempo”.
Un’ulteriore fiore all’occhiello di questa stagione sono le pre-convocazioni di Ogbonna e Glik nelle rispettive nazionali e soprattutto per quel che riguarda l’Italia è un evento più unico che raro chiamare un giocatore che ha militato in serie B.
“Io mi auguro che Ogbonna che è stato pre-selezionato nei trentadue di Prandelli possa essere poi selezionato anche fra i ventitre. E’ un ragazzo che ha delle grandissime qualità fisiche, tecniche, morali e quant’altro e sapete bene che è un giocatore a cui sono specialmente legato, però sarà il Ct a decidere. Faccio un in bocca al lupo a Ogbonna e anche a Glik e spero che entrambi siano nei ventitre e che si facciano onore”.
Ogbonna è pre-selezionato anche nel Torino del prossimo anno?
“Nel Torino direi che è già selezionato più che pre-selezionato”.