Serve uno sforzo: il mercato non deve dipendere da D’Ambrosio
Cairo al termine della partita con il Chievo aveva teso la mano a D’Ambrosio dichiarando che se voleva fare come il figliol prodigo e quindi prolungare il contratto con il Torino lui lo avrebbe accolto a braccia aperte, di fatto ora tutto dipende dal giocatore che si è ritrovato sulle spalle tutto il peso e le conseguenze di quello che deciderà per il suo futuro. Cosa accadrà non è facile da dirsi, a oggi la sensazione è che D’Ambrosio difficilmente rinnoverà con il Torino anche perché il braccio di ferro che si è creato fra lui e la società si è già spinto parecchio avanti, basta pensare che il giocatore non è neppure stato convocato per l’ultima gara, e quindi è inevitabile che entrambe le parti si sentano tirate per la giacca e vedano nelle mosse della controparte un tentativo di forzare la mano o di trovare delle scappatoie per apparire agli occhi dei tifosi come il cavaliere senza macchia. L’ideale sarebbe che la situazione si sbloccasse, in un senso o nell’altro, subito appena riapre il mercato, ma che avvenga in questi termini è molto difficile per non dire impossibile e con buona pace di tutti potrebbe essere trascinata avanti se non fino all’ultimo secondo del calciomercato, che chiuderà il 31 gennaio alle 23, almeno fino agli ultimi giorni.
Il Torino, inteso come squadra, però non deve subire contraccolpi dalla vicenda D’Ambrosio e se sul piano del gioco finora non ne ha risentito, non deve risentirne neppure in sede di mercato. I granata hanno conquistato sul campo più che meritatamente i venticinque punti e il settimo posto, anzi senza sviste arbitrali di punti ne avrebbero sicuramente di più, pertanto ogni sforzo deve essere finalizzato a mantenere questo posto in classifica. L’attuale rosa non ha bisogno di grandi ritocchi, ma ci sono ruoli chiave che necessitano di rinforzi perché, ad esempio, mancano i sostituti naturali di Darmian, Vives e El Kaddouri. Nessuno s’illude che arrivino giocatori di primo livello perché lo ha detto chiaramente Cairo: “Abbiamo una rosa di venticinque giocatori e andare a prendere giocatori nuovi lo si può sempre fare, ma in prospettiva anche futura perché ho visto che un giocatore nuovo per entrare nel meccanismo della squadra, che conta molto, ci mette qualche tempo di conseguenza si rischia di prendere un giocatore che non sia un reale valore aggiunto o che magari ha aspettative di giocare maggiori di quelle che può fare. Quindi se sceglieremo dei giocatori saranno pochi, caratterialmente giusti, perché lo spogliatoio che abbiamo è di grandissima qualità, e che siano disponibili a fare panchina per entrare poco alla volta nei meccanismi della squadra”. Ma se anche non arriveranno giocatori di primo livello comunque qualche integrazione va fatta. Proprio per quello che ha affermato il presidente ci vogliono calciatori adatti e dal momento che per apprendere il sistema di gioco di Ventura ci vuole del tempo far arrivare i nuovi a fine mercato vuol dire che nella migliore delle ipotesi prima di marzo, per non dire aprile, difficilmente verrebbero utilizzati e nel frattempo allenatore e giocatori devono arrangiarsi e sperare che non accada nulla, altrimenti sarà inevitabile che a qualcuno toccherà sacrificarsi e giocare fuori ruolo.
La squadra sembra avviata verso una stabilità di gioco e risultati e a questo punto anche la dirigenza dovrebbe fare un passettino in avanti e agire in sede di calciomercato in modo celere avviando trattative che si concludano in tempi rapidi. Far ruotare il mercato intorno a D’Ambrosio rischia di portare a uno stallo che vuol dire nessun nuovo giocatore in arrivo in tempi brevi, ecco è proprio questo che si dovrebbe evitare. Sicuramente Ventura ha già fatto delle richieste ben precise a Petrachi e Cairo e il direttore sportivo avrà già sondato quali sono le vie percorribili per arrivare ai giocatori richiesti dall’allenatore e poiché si tratta di calciatori non titolari non c’è bisogno di tergiversare nelle trattative. Il Toro ha solo bisogno di qualche certezza che gli permetta di mantenersi dov’è arrivato, un piccolo sforzo alimenterà il sogno e scaccerà il grigio degli ultimi decenni.