Sconcertante che Cairo non blindi Bremer e che dica vedremo sulla possibilità di una cessione a gennaio
Non stupisce, ma comunque lasciano sconcertati le parole del presidente del Torino Urbano Cairo, dette ieri sera durante gli Awards alla Gazzetta dello Sport, riguardo Bremer: “Può lasciare il Torino a gennaio? Non lo so, vedremo, di mercato parleremo al momento opportuno”. Non lo sa? Ma lui è il padrone e non sa se a gennaio, non fra mesi bensì fra pochi giorni visto che la sessione invernale del calciomercato aprirà il 3 gennaio, nel pieno dello svolgimento della stagione calcistica il migliore dei suoi difensori resterà oppure sarà ceduto? E poi di mercato parleremo al momento opportuno? E di grazia quando sarebbe il momento opportuno? Dopo 17 partite pregi e difetti della squadra si sanno eccome e con il mercato alle porte il programmare che cosa s’intende fare dovrebbe essere già stato ampiamente fatto.
Tutto questo che cosa vuole dire? Che a gennaio solo cessioni se si presenterà l’opportunità di un affare? E quindi se le tante pretendenti per Bremer all’estero, soprattutto in Premier Tottenham, Liverpool West Ham e Chelsea, e in Italia, Milan, Napoli e anche Juventus, faranno l’offerta che lui riterrà congrua priverà il suo allenatore del giocatore tanto poi Juric si arrangia con quelli che restano e al massimo si prende qualche ragazzotto di belle speranze per fare numero perché se anche in seguito il ragazzotto si rivela buono, come nel caso di Bremer, ci vogliono mesi prima che sia pronto, basta ricordare l’immane lavoro che fecero Mazzarri e il suo staff con Gleison. Ma visto che Cairo è rimasto con il cerino in mano per Belotti, sfumata da tempo la possibilità di un super guadagno dato dalla famosa clausola rescissoria per l’estero da 100 mln poiché ora il “Gallo” si libererà a parametro zero, sia mai che rischi lo stesso con Bremer tanto più che il brasiliano, che ha il contratto in scadenza il 30 giugno 2023, non pensa al rinnovo, sempre che gli sia stata fatta un’offerta. Bremer ha ragione a non rinnovare visto che è tra i migliori difensori centrali in Italia e può competere anche con quelli degli altri top club europei. Perché mai dovrebbe restare in una squadra che al massimo può aspirare a un posto a metà classifica e che pur essendo in crescita grazie a Juric anziché venire rafforzata per fare il famoso salto di qualità viene indebolita cedendo i migliori. Lui è ambizioso e lo aveva detto quest’estate in ritiro a Santa Cristina di Valgardena: "Sono un giocatore ambizioso e mi piacerebbe un giorno disputare la Champions, ma la mia testa è al Torino. Sto facendo bene qui, ma nel mercato non si sa mai che cosa può accadere".
Juric è ben più aziendalista di Cairo e l’idea di rendere più competitivo il Torino ce l’ha eccome e lo ha detto più volte. Ma si metta l’animo in pace e con lui i tifosi perché il presidente pensa ai bilanci che negli ultimi tre esercizi sono stati in rosso seppur non per cifre esorbitanti (-12,3 nel 2018, –13,9 nel 2019 e -19 nel 2020 per un totale di 45 mln) e avendo sottoscritto due finanziamenti un primo da 15 mln il 12 marzo 2020, che al 31 dicembre era già stato interamente utilizzato, e un secondo sempre da 15 mln il 23 dicembre 2020, con scadenza fiscale fissata per il 20 settembre 2025 (come fu riportato da Tuttosport), i debiti totali sono saliti a 112 mln. E questo porta alla volontà di fare cassa e Bremer è il gioiello più prezioso da mettere all’asta e pazienza se poi la squadra perderà il suo giocatore migliore perché se non accadrà già a gennaio succederà poi in estate.