Roma-Belotti, se ne parlerà dopo l'Europeo. Gallo alla Eto'o?
Di gran lunga la più agguerrita, al momento, tra le pretendenti al cartellino di Andrea Belotti, la Roma ha già messo sul piatto 15 milioni di euro. Bruscolini, certo, rispetto alle pantagrueliche valutazioni effettuate sul Gallo fino a un paio di anni fa (e sorge il dubbio che, al di là dei 100 milioni di clausola, tali stime fossero per lo più unilaterali e cairocentriche); per una cifra del genere, tutto sommato, se comparata al valore enorme della presenza del capitano nell'organico granata, potrebbe persino valere la pena rischiare di perderlo a parametro zero, ma tra un anno. Dando a Juric l'opportunità di fare grande il Toro, al proverbiale primo colpo, avvalendosi di Belotti. E magari convincendolo persino a sposare la causa anche in futuro.
Ma questo, certamente, per ora è puro fantacalcio. Guardando pragmaticamente all'hic et nunc, servirà, salvo inaspettati blitz, attendere la conclusione dalla kermesse continentale. Presenze e gol in azzurro potrebbero far nuovamente salire il valore di mercato del bomber granata, il quale, in ogni caso, ha già in Mourinho un convinto estimatore. Il tecnico portoghese sembra credere nella capacità di Belotti di unire senso del gol e grande spirito di sacrificio, e crede che tali qualità siano trasponibili in una dimensione come quella giallorossa, per tornare quanto meno nelle prime quattro del campionato (e riprendersi quell'Europa League che, alla guida dello United, con Darmian titolare in finale contro l'Ajax, aveva fatto sua nel 2017).
A tal proposito, se la scelta cadesse proprio sul Gallo, lo "Special One" potrebbe farne un attaccante che parte dall'out sinistro, per convergere al centro, con o senza palla al piede, con una boa di riferimento tra Dzeko (che, un po' a sorpresa, Mou sembra intenzionato a mantenere in rosa; d'altra parte, considerate le trentacinque primavere all'anagrafe, difficilmente si potrebbero spuntare grandi cifre per il cartellino del bosniaco, anch'egli legato ancora da un anno di contratto ai capitolini, nonostante il prestigio) e Borja Mayoral. Impostazione di gioco, dispendiosa ma efficace, a cui Belotti si è prestato in numerose occasioni, negli ultimi due anni: sia da punta centrale atipica, sia con uno tra Zaza, Sanabria e Bonazzoli a far da sponda o da terminale. Impostazione che aveva caratterizzato, nell'Inter del triplete, la dinamica principale del duo composto da Samuel Eto'o e Diego Milito; in quella circostanza, una star mondiale come il camerunese aveva accettato di fare l'ala, o persino, in fase difensiva, l'esterno di copertura, per riprodurre sul terreno verde la filosofia di gioco dello stratega lusitano. Che potrebbe finire per fare di Belotti, questa volta dalle sponde del Tevere, il suo Eto'o, o - in tempi più recenti - il suo Son.