Più forti di qualsiasi ingiustizia

30.04.2012 09:22 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Di Flavio Bacile
Più forti di qualsiasi ingiustizia
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Si è giocato contro il Crotone, ma inevitabilmente la mente era ancora ferma a quello che era successo il giorno precedente, negli uffici di quella che viene comunemente chiamata “corte di giustizia” della Figc, ironia della sorte. Insomma per analizzare serenamente, si fa per dire, la partita dei granata contro i calabresi non si può prescindere da quanto successo il giorno prima. Per essere più chiari, venerdì il Toro di Urbano Cairo con una sentenza “particolare”, visto che un organo della Figc smentisce una sentenza di un altro organo della Figc, è stato privato di tre punti pesanti, e tutto questo, sembra, per un vizio di forma. Insomma a sbagliare secondo la corte è stato il Toro, e non qualcuno che doveva far applicare il regolamento, se esiste, senza costringere Cairo, ma anche il Padova, a dover fare ricorso alle carte bollate. Detto che i precedenti, tre credo, danno ragione al Toro, sembra un paradosso dover ricorrere a perizie, ricorsi, e dar vita ad una battaglia legale che dura ormai da cinque mesi, e che non può concludersi per un “vizio di forma”, per aver riconosciuto un proprio diritto. A questo punto, per quanto mi riguarda, il Toro deve presentare ricorso all’Alta corte del Coni, indipendentemente da quanto avverrà nelle prossime giornate di campionato, a costo di far disputare i playoff a fine luglio o inizio di agosto, o eventualmente invalidarli ricorrendo ad altri tribunali. Insomma se nel basket si è riusciti legalmente a far modificare i campionati, non vedo perché il Toro, non possa fare lo stesso. Se il regolamento esiste e dà ragione al Toro, Cairo non può, e non deve fermarsi, se il regolamento non esiste, oppure è passibile di vizi di forma, saperlo è un bene, farsene una ragione un dovere.

Quanto alla partita contro il Crotone, non ci si può fermare al pessimo arbitraggio del signor Di Bello, anche perché questo ci porterebbe a fare cattivi pensieri. Cattivi pensieri che ho tolto dalla mia mente dopo che il Toro è stato condannato alla serie B, da almeno otto errori clamorosi arbitrali, con la palla entrata in porta per essere più chiari, anche perché l’arbitro essendo un uomo sbaglia, e bisogna permettergli di sbagliare senza mettergli pressione addosso. Insomma imparare dalle prime della classe, serie A docet, dovrebbe essere una virtù. Devo comunque il principio di questa mia conversione al gol di Trezeguet nel derby, sei metri circa in fuorigioco, e alle telefonate illustri che hanno riempito gli studi televisivi delle varie trasmissioni sportive, che mi hanno folgorato come Paolo sulla via di Damasco. Peccato poi, che in circa duemila e passa partite, in Italia, ma anche in Europa, campionati mondiali inclusi, non si sia visto un gol simile a quello, sarebbero bastati anche due metri di fuorigioco, ma evidentemente l’unico a rimanere folgorato sono stato io, visto che arbitri ed assistenti continuano a segnalare, erroneamente, fuorigioco. Cosa possono essermi sembrati i due rigori sanzionati dal signor Di Bello, il primo talmente inesistente che ci ha pensato l’assistente a rimettere le cose apposto, sul secondo invece stendo un velo pietoso, se non delle bazzecole, delle quisquilie, pinzellacchere, come diceva Totò, per uno che ha vissuto pericolosamente in granata questi ultimi quarant’anni.

Il Toro è stato più forte di un buon Crotone ed ha vinto, punto è basta.
Bravi tutti, palla al centro e pedalare.
Domani c’è il Livorno, poi Padova, Pescara, Sassuolo, Modena e Albinoleffe, 18 punti in palio, il campionato resta quindi “apertissimo”, guai ad abbassare la guardia, tutto si gioca in meno di venti giorni. 
Sassuolo, Verona e Pescara hanno dimostrato di essere ottime squadre, guai a pensare ad altro.
Sempre che poi il calcio scommesse, parentesi chiusa frettolosamente quest’estate, almeno qualcuno ammetta di aver sbagliato, non porti l’ennesima estate calda del calcio italiano, con tanto di carte bollate e tribunali, ma questi ormai fanno parte del calcio di casa nostra, con ribaltoni che oggi come oggi, sembrano paradossali, vista anche la velocità della giustizia in Italia.