Per l’infortunio di Baselli non si ripeta ciò che è stato fatto (o non fatto subito) per Lyanco
Baselli in allenamento ha riportato un trauma distorsivo al ginocchio destro con interessamento legamentoso e questo può comportare uno stop più o meno lungo, ma che potrebbe comunque andare dal mese più successivo recupero della forma atletica, nella più rosea delle previsioni, ai quattro o sei mesi se si dovesse arrivare all’operazione. Venerdì, secondo quanto riportato da Tuttosport oggi, dovrebbe essere presa la decisione se sottoporre Daniele ad intervento chirurgico. Nel caso si scartasse l’operazione allora si opterebbe per quella che in questi ed altri casi è definita terapia conservativa, volta ad aiutare e in attesa che l’interesse al legamento faccia il suo corso e si risolva.
Si tratta comunque di un infortunio non di poco conto e quello che va assolutamente scongiurato è perseguire una strada che poi non porta alla guarigione piena e totale e nel più breve tempo possibile che spesso significa anche dover in un secondo momento comunque cambiare strada e, se capita, si finisce per arrivare all’intervento chirurgico con il risultato di aver perso tempo. Va ben sottolineato che i medici quando consigliano la terapia conservativa hanno le loro validissime ragioni, ma alle volte è anche il giocatore a preferire di evitare un’operazione nella speranza che le cure siano efficaci e risolutive del problema. Le operazioni non si affrontano mai a cuor leggero, ma in taluni casi sono la soluzione migliore seppur parecchio invasiva e anche dura da affrontare psicologicamente.
Premesso che ogni infortunio fa caso a sé, nel Torino c’è il precedente di Lyanco che il 28 febbraio 2018 aveva accusato un secondo infortunio al piede sinistro, trauma contusivo/discorsivo (il primo era avvenuto il 24 dicembre 2017 e fino al 13 febbraio 2018 non aveva potuto neanche effettuare il riscaldamento con i compagni), e il successivo 15 aprile, dopo la terapia conservativa aveva iniziato la riabilitazione specifica, ma poi il 10 maggio constatato che purtroppo la terapia conservativa non aveva sortito gli effetti attesi, infatti durante la riabilitazione specifica aveva riavvertito dolore al piede infortunato che gli impediva di allenarsi, ha dovuto sottoporsi a intervento chirurgico per meglio stabilizzare l’articolazione del mesopiede. E così il difensore brasiliano infine è tornato a disposizione nella stagione successiva e si è accomodato in panchina il 27 ottobre nella gara con la Fiorentina e in campo il 6 dicembre nel match di Coppa Italia con il Südtirol e poi nel mercato di gennaio fu prestato al Bologna per poter giocare con continuità, visto che nel Torino non trovava spazio.
Sarebbe quindi il caso che, pur con i distinguo del caso, con Baselli non si ripetesse lo stesso lungo iter accaduto a Lyanco prima di superare l’infortunio - tanto più che in carriera Daniele ha già subito altri infortuni alle ginocchia e anche in questa stagione un ginocchio, nel caso specifico lo stesso, aveva accusato un trauma distorsivo il 18 dicembre - non ne troverebbe vantaggio Baselli e nemmeno il Torino.