Per la salvezza agire sul mercato e modificare il gioco

Il traguardo di metà campionato è stato raggiunto, ma non ci sono sufficienti garanzie che anche quello finale lo sarà puntando esclusivamente sui propri meriti.
07.01.2013 11:23 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Per la salvezza agire sul mercato e modificare il gioco
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Nel Torino forse più d’uno pensa che avendo raggiunto i venti punti alla fine del girone d’andata, l’esatta metà di quelli che a inizio stagione l’allenatore ha individuato come quota salvezza, ed essendoci cinque squadre che hanno fatto meno bene dei granata (Bologna 18, Genoa 17, Cagliari 16, Palermo 15 e Siena 11) e due che hanno fatto altrettanto (Sampdoria e Pescara) tutto sommato l’organico non è poi così inadeguato. Di conseguenza a parte sfoltire un po’ la rosa, cedendo quei giocatori che per scelte tecniche non sono ritenuti di primaria importanza e che hanno giocato molto poco in questa prima parte del campionato, non c’è da agire in modo particolare in sede di mercato e basterà prendere qualche calciatore per completare il gruppo e giungere al traguardo finale prefissato.

Ai tifosi e agli addetti ai lavori non è sfuggito però che nel girone d’andata il Torino, pur mantenendosi sempre sulla linea di galleggiamento, ha non solo palesato delle lacune in organico, ma in troppe partite non è riuscito a produrre un gioco convincente e i nove pareggi e le sei sconfitte in diciannove gare ne sono la conferma. Qualche decisione arbitrale sarà anche stata non del tutto giusta, però questo non può essere una giustificazione come non ha inciso in modo particolare il fatto che il giocatore di maggior talento, Ogbonna, a causa di problemi fisici, abbia dovuto saltare parecchie partite (e non sarà disponibile almeno fino a fine mese) e il suo sostituto, Rodriguez, non ha mai deluso o commesso errori da far pensare che senza il titolare la squadra fosse svantaggiata.

Quindi se prevalesse la tesi che tutto sommato l’organico è in linea con l’obiettivo salvezza e basta qualche piccolo correttivo è certo che il girone di ritorno sarà all’insegna della sofferenza per i tifosi e la permanenza in serie A dipenderà più dalle altre squadre, se almeno tre di loro faranno peggio dei granata, che dalle reali capacità del Torino. Se invece il buon senso prevarrà allora saranno presi due-tre giocatori di buon livello che vadano a colmare le lacune, tanto per intenderci calciatori che possano fare la differenza in serie A e che abbiano un rendimento positivo costante come Gillet e Gazzi. Ma si sa che nel mercato di gennaio non si fanno mai grandi rivoluzioni e la possibilità di fare veri affari è abbastanza risicata, pertanto non solo si dovrà procedere con gli arrivi di nuovi giocatori, ma anche il gioco dovrà essere modificato in modo tale da essere maggiormente incisivo e sfruttare al meglio le caratteristiche dei singoli giocatori per far sì che il collettivo ne tragga giovamento con ripercussioni positive sulla classifica.

Il modo di proporsi in campo del Torino è troppo prevedibile e sempre uguale, infatti le altre squadre troppo spesso sono riuscite a contrastarlo impedendo di fatto alla squadra di Ventura di riuscire a sviluppare le proprie trame. Questo non è dipeso solo dal fatto che in molte occasioni sulle fasce sono mancati gli interpreti, un po’ a causa d’infortuni (Santana) un po’ perché si è voluto puntare su ragazzi che forse non sono ancora pronti per reggere l’impatto con la serie A (Stevanovic e Verdi), ma anche per l’impostazione della manovra che richiede un dispendio di energie molto elevato per far fronte al gioco d’interdizione e d’impostazione. Non solo sulle fasce ha faticato il Torino, ma anche in attacco e di riflesso a centrocampo dove quasi sempre ha giocato in inferiorità numerica poiché è l’unica squadra della massima divisione che adotta il 4-2-4. Per questi motivi non basta intervenire sul mercato e prendere giocatori di qualità, ma il mister deve trovare soluzioni di gioco differenti che agevolino i giocatori in campo.
La permanenza in serie A è troppo importante e tutti devono contribuire a raggiungerla, le critiche costruttive vanno accettate perché mirano solo ed esclusivamente al bene del Toro e se il Toro andrà bene anche dirigenti, allenatore e giocatori ne trarranno giovamento.