Per il Torino l’ultima chiamata con il Pescara: riscattarsi o languire
A quindici giornate dalla fine del torneo il Torino è a un bivio: tornare a macinare gioco e punti o continuare a languire nella mediocrità di un campionato divenuto anonimo, ma partito con grandi speranze e ambizioni. L’avversario è assolutamente alla portata e che nessuno tiri fuori il discorsetto che sono proprio le partite come quella con il Pescara a essere le più insidiose perché si ha solo da perdere se non si conquistano i tre punti come sarebbe doveroso. Balle, sonore balle. Il Pescara è in una situazione di estrema difficoltà, dopo ventitré giornate ha solo nove punti e tre li ha ottenuti con una vittoria a tavolino, l’unica finora, perché il Sassuolo quando l’aveva affrontato aveva utilizzato Ragusa che non era stato inserito nella “lista dei 25”. E, giusto per dare l’esatta dimensione degli abruzzesi, hanno subito cinquanta gol e realizzati diciannove. In più squadra e società stanno vivendo una dura contestazione da parte dei loro tifosi sfociata in deprecabili atti di violenza. Il Torino giocherà in casa e di conseguenza ha anche il fattore campo dalla sua parte, quindi, pretendere una vittoria non umiliante per il Pescara, ma convincente sul piano del gioco è il minimo sindacale che si possa chiedere ai granata.
Fino alla fine di novembre, alla quattordicesima giornata, il Torino ha viaggiato con un ritmo sostenuto, infatti, era arrivato a essere sesto, grazie ai venticinque punti conquistati, in coabitazione con il Napoli e a tre lunghezze da Lazio e Atalanta, che occupavano il quarto posto. Sono stati disputati altri nove turni e i granata sono scivolati al nono posto a ben dieci punti dall’Inter e dall’Atalanta che sono in quinta posizione e occupano l’ultimo posto utile per l’Europa League. Dalle stelle alle stalle verrebbe da dire. La gara con il Pescara di domenica pomeriggio rappresenta proprio l’ultima chiamata per il Torino che ha il dovere di interrompere questo periodo negativo, perché non può definirsi diversamente poiché in nove giornate ha fatto solo sette punti. Che Mihajlovic decida di far giocare la squadra con il solito 4-3-3 o con i 4-2-3-1, che siano squalificati Valdifiori e Baselli e che di conseguenza in campo ci vada il giovane Lukic e magari anche Gustafson, che Ajeti con Moretti formi la coppia di difensori centrali poiché Rossettini e Castan non sono ancora disponibili, che ci sia pioggia o che faccia sole, che l’arbitro e i suoi assistenti siano in giornata oppure no, che qualcuno abbia il mal di pancia o il raffreddore o che abbia litigato in famiglia non ha nessuna importanza: il Torino deve vincere e non per manifesta difficoltà degli avversari, ma per proprie capacità, punto e basta.