Niang non deve diventare un caso e ha l’obbligo d’impegnarsi di più
Scontato il turno di squalifica Niang è tornato a disposizione di Mazzarri, ma dopo il gestaccio fatto ai suoi tifosi al termine della gara con la Fiorentina il giocatore deve far pace con l’ambiente. Per riuscirci ha solo una possibilità: giocare bene e non come ha fatto finora. Dal suo arrivo al Torino Niang è stato sempre tenuto in considerazione prima da Mihajlovic, che lo aveva fortemente voluto, e poi da Mazzarri nonostante il senegalese abbia il più delle volte sfoderato prestazioni sottotono, soprattutto per uno che era stato preso per accrescere il tasso qualitativo dell’attacco.
Con anche Niang arruolabile Mazzarri si trova a dover fare delle scelte, soprattutto dopo la sontuosa prestazione di Ljajic con il Cagliari. Chi manderà in campo con il Crotone dipenderà molto dal fatto se vorrà far giocare la squadra con il 3-5-2 oppure con il 3-4-1-2 o anche il 3-4-3. In Sardegna la svolta è arrivata non tanto nel primo tempo quando per la prima volta il Torino ha iniziato la partita con il 3-5-2 perché in attacco Belotti e Falque, comunque in generale tutta la squadra, non giravano bene, ma nel secondo tempo con il passaggio al 3-4-1-2 e grazie all’ingresso in campo di Ljajic che ha cambiato il corso alla partita permettendo anche ai compagni, non solo a quelli di reparto, di giocare ad un livello superiore e di battere il Cagliari.
Tenuto conto che in attacco Bellotti, pur non essendo ancora tornato quello dello scorso anno, è un punto fermo, che Falque, essendo il capocannoniere con i dieci gol realizzati, è difficile pensare che possa non essere utilizzato e che rinunciare a questo Ljajic, o anche solo utilizzarlo a mezzo servizio, sa di eresia è, quindi, difficile concepire un Torino schierato con il 3-5-2. Tanto più che il prossimo avversario sarà il Crotone che si presenterà al Grande Torino con l’obbligo di fare punti per provare ad allontanarsi dal terzultimo posto e che avrà una formazione rimaneggiata stante le squalifiche di Capuano, Mandragora e Stoian e gli infortuni di Budimir, Nalini e Simic. Il Torino dovendo dare continuità al secondo tempo con il Cagliari e giocando in casa avrà praticamente l’obbligo di fare la partita e di vincerla. Mazzarri di conseguenza dovrà trovare una soluzione per l’attacco in modo che anche Niang e Berenguer risecano a giocare, anche perché tenerli in panchina vuole dire salutarli e quest’estate i due non erano costati poco, in complesso con l’obbligo di riscatto 15 milioni il senegalese e circa sei lo spagnolo. Non ci sono dubbi che Ljajic soprattutto se fatto agire dietro le punte e senza obblighi se non quello di esprimere tutto il suo talento e Belotti e Falque siano gli attaccanti che danno maggiori garanzie, però, l’allenatore deve fare i conti anche con Niang e Berenguer e non può penalizzare Edera, che quando è stato utilizzato ha dimostrato e con avversari di spessore, Roma e Lazio, di meritare chance di essere ulteriormente valorizzato. Niang, così come Berenguer, finora hanno deluso e soprattutto il senegalese deve dimostrare che i soldi spesi per lui non sono stati gettati dalla finestra, quindi, anche dovesse solo subentrare ha l’obbligo di impegnarsi al massimo e di contribuire alla causa.