Maxi Lopez ha la personalità per far svoltare il Torino. Va sostenuto
Era il 13 gennaio 2015 quando Maxi Lopez diventò un giocatore del Torino e in molti erano scettici su quanto potesse essere utile alla causa granata poiché nel Chievo non era un titolare. Maxi però a suon di gol dimostrò in campionato (8) e in Europa League (3) che lui era uno da Toro e, infatti, è divenuto un beniamino dei tifosi, che hanno riscontrato in lui quelle caratteristiche storiche che permettono di vestire la maglia granata non solo perché la s’indossa, ma perché ci si sente per affinità in sintonia con essa. Che Lopez abbia carattere al punto d’esporsi pubblicamente e che dica quello che pensa senza giri di parole o reticenze di comodo si era già capito l’anno scorso quando dichiarò che voleva segnare dieci gol: “Voglio arrivare in doppia cifra con il Toro” e mantenne la parola arrivando a undici. Altro esempio, dopo la partita con il Cesena commentando l’uscita prima della fine esternò che non era contento: “Sabato parlavo con il mister e pensavamo che avrei giocato negli ultimi venti-trenta minuti, poi domenica Ventura mi ha detto che mi avrebbe mandato in campo dall’inizio e quando non ce l’avessi più fatta mi avrebbe sostituito, ma quando mi ha fatto uscire al 75’ mi sono arrabbiato e gli ho chiesto perché mi stava facendo uscire poiché mi sentivo molto bene. Visto che l’ha fatto per dare spazio a Rosso e per farmi applaudire dal pubblico l’ho accettato”. E anche in campo fa valere le sue ragioni e quelle del Torino e non ha il timore di esternarle agli arbitri. Dopo il gol annullatogli ingiustamente contro il Palermo, sempre nel campionato scorso, parlò chiaro al direttore di gara come lui stesso raccontò a fine partita: “Lo dissi subito anche all’arbitro con cui litigai che il gol annullato ci sarebbe costato l’Europa, sarebbero stati due punti in più e arrivando alla pari con la Sampdoria sarebbe toccato a noi giocare in coppa, sarebbe stata tutta un’altra storia. Alla fine il calcio è così, è fatto di episodi e questa volta a noi è restata la parte brutta”. Senza dubbio un parlare degno di un capitano.
In questa stagione travagliata per Maxi e per il Torino l’argentino ha tirato fuori la personalità e non ha avuto remore a esternare ai microfoni di Sky che non era soddisfatto per non avere avuto la possibilità di dare il suo contributo al Toro: “Quando c’è tranquillità e le cose vanno bene si può prescindere da Maxi Lopez, ma quando arrivano certi momenti servo e devo essere pronto. Sono contento perché sto rispondendo bene dopo tanto tempo fuori. Con l’Atlanta è pure arrivato il gol: non è facile trovare continuità se non giochi mai, ma sto dimostrando che quando mi danno l’opportunità non me la lascio scappare. E’ il campo che parla per me”. A Maxi ha dato fastidio che è stato poco utilizzato anche quando ormai aveva ritrovato la forma e nonostante i gol di Belotti e la presenza d’Immobile il Torino stazionava a poche lunghezze dalla zona dove si lottava per non retrocedere e solo l’infortunio d’Immobile gli ha spalancato le porte per accedere al campo di gara dal primo minuto. Mister Ventura ha subito ribattuto a Maxi scaricando sul giocatore la responsabilità delle tante panchine: “Maxi è un bravo ragazzo e un ottimo oratore e noi siamo molto più vittime che carnefici in questa situazione. Non siamo masochisti, non giocava perché non era in condizione e il rammarico semmai è nostro che non abbiamo potuto contare su di lui in questi mesi di sofferenza. Da qualsiasi altra parte sarebbe stato ceduto a gennaio, noi invece l’abbiamo aspettato e rimesso in sesto”. Lo stesso ha fatto il presidente Cairo: “Su Maxi Lopez ha detto bene Ventura, se era ingrassato non è colpa né mia, né di Ventura: ci doveva pensare prima di mangiare qualche spaghetto di troppo!”. Meno male per il Torino che Maxi Lopez non è stato ceduto a gennaio altrimenti adesso chi avrebbe sostituito Immobile garantendo utilità? Comunque hanno ragione tutti e tre, ma l’allenatore non è esente da responsabilità e neppure il presidente. Lopez già a inizio stagione non era in perfetta forma e allora perché Ventura e il suo staff non sono intervenuti in accordo con la società prima che la forma di Lopez diventasse ancora meno brillante? Perché il presidente il 24 novembre gli ha prolungato il contratto fino al 30 giugno 2018? Ovviamente anche Maxi Lopez da professionista doveva darsi tempestivamente una regolata, ma la responsabilità ultima é sempre di chi guida la squadra, quindi di Ventura, magari in concorso con gli altri e alti vertici della società.
Adesso Maxi Lopez é fondamentale per il Torino perché Immobile è infortunato, ma bisogna evitare che dopo la guarigione d’Immobile non si perda il valore aggiunto di Maxi Lopez. Anche perché se Maxi ha ecceduto con gli spaghetti forse è perché non sentiva sufficiente fiducia da parte dell’allenatore che dopo l’acquisto di Belotti, pagato otto milioni di euro e quindi giocatore da valorizzare assolutamente oltre che ben più giovane di Lopez, ha puntato deciso sull’ex palermitano facendogli fare coppia con Quagliarella, fino a quando Fabio è restato in granata, e poi con Immobile, appena arrivato e con alle spalle una stagione e mezza con rare presenze in campo. Va ricordato che la querelle tra Lopez e Ventura sull’utilizzo non a tempo pieno del giocatore ha radici che risalgono alla scorsa stagione quando a Maxi al termine della partita con il Cesena fu chiesto: “Forse se lei avesse avuto la possibilità di giocare un po’ di più in una partita o in un’altra i due punti utili per approdare in Europa League sarebbero anche arrivati?”. La risposta fu: “E’ una bella domanda da porre a Ventura, fatela al mister”. E interpellato Ventura disse: “E’ difficile da dirsi. Se a Maxi Lopez non fosse stato annullato il gol al Palermo oggi il Torino sarebbe ai preliminari d’Europa League. Va però anche detto che in alcune partite Maxi Lopez ha giocato e non ha segnato e se l’avesse fatto adesso magari saremmo in Europa. Sono discorsi che lasciano il tempo che trovano”. E’ vero che la società, e quindi Cairo, prolungando qualche mese fa il contratto a Maxi ha dato un segnale di fiducia al giocatore, ma se poi l’allenatore ha carta bianca, ed è giusto che sia così, su chi far giocare e su chi mandare in panchina serve a ben poco avere altri due anni di contatto perché non si è comunque fra i candidati a ottenere una maglia da titolare e fare la riserva, anche di lusso, non piace a nessuno. Maxi Lopez comunque alla fine ha risposto sul campo e nel momento del bisogno si è fatto trovare pronto, ora sta prima di tutto a Cairo capire quali saranno per il futuro le reali intenzioni di Ventura nei confronti di Maxi Lopez per non far sì che si arrivi a un divorzio com’è avvenuto con Quagliarella, anche i giocatori non più giovani possono dare molto soprattutto alle squadre dove non sempre c’è abbondanza di giocatori di qualità e di personalità, Di Natale, soprattutto nelle precedenti stagioni, insegna.